Quando Gesù divenne Figlio di Dio

Creato il 12 marzo 2011 da Andream

Sto spiluccando di nuovo il libro Inchiesta sul Cristianesimo, una conversazione di Corrado Augias col professore di Storia del Cristianesimo Remo Cacitti sulla storia, appunto, del Cristianesimo delle origini.

Nel primo capitolo, Cacitti si chiede quando Gesù divenga il Figlio di Dio, il Messia; naturalmente, per rispondere si rifà alle fonti cristiane antiche, che presenta in ordine cronologico di composizione. La risposta dei testi cristiani mi è parsa interessante, in quanto mostra quanto le esigenze teologiche dei vari autori cristiani abbiano influenzato le loro narrazioni della vita di Gesù.

Paolo di Tarso

Il primo testo è la Lettera ai Romani di Paolo di Tarso, scritta alla fine degli anni 50 del I secolo. Nell'incipit Paolo si presenta dichiarando il nucleo della fede che predica ( Lettera ai Romani, capitolo 1):

1 Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per vocazione, prescelto per annunziare il vangelo di Dio, 2 che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture, 3 riguardo al Figlio suo, nato dalla stirpe di Davide secondo la carne, 4 costituito Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santificazione mediante la risurrezione dai morti, Gesù Cristo, nostro Signore.

Cacitti fa riferimento ai versetti 3 e 4 per sottolineare come Paolo veda Gesù sotto due aspetti: il Gesù uomo, discendente di Davide "secondo la carne"; e il Cristo Figlio di Dio, la cui manifestazione ("costituito" traduce l'edizione CEI, "dichiarato" la Nuova Riveduta) avvenne per mezzo della risurrezione dai morti.

Per Paolo, dunque, Gesù viene "costituito" o "dichiarato" Figlio di Dio alla fine della sua vita umana, o meglio, in un istante successivo alla sua morte e dunque "al di fuori" della sua vita di uomo.

Come detto, questo testo è molto antico, essendo stato scritto alla fine degli anni 50; molti studiosi ritengono che sia addirittura più antico, una sorta di formula pre-esistente adottata da Paolo per definirsi come servo di Gesù.

Vangelo secondo Marco

La testimonianza temporalmente successiva è quella costituita dal Vangelo secondo Marco, comunemente datato dopo l'anno 70. Questo vangelo non parla della nascita di Gesù, ma inizia col suo battesimo da adulto, per mano di Giovanni Battista.

Ho già parlato delle differenti versioni del battesimo di Gesù riportate dai vangeli canonici nell'articolo " Contraddizioni evangeliche: battesimo di Gesù", ma in questo caso ciò che è interessante sottolineare è la versione dell'evento riportata dal Vangelo secondo Marco (capitolo 1):

10 A un tratto, come egli usciva dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito scendere su di lui come una colomba. 11 Una voce venne dai cieli: "Tu sei il mio diletto Figlio; in te mi sono compiaciuto".

Per l'autore del vangelo marciano, lo Spirito di Dio scende su Gesù, sotto forma di colomba, al momento del suo battesimo: è questo il momento in cui Gesù è dichiarato "Figlio" di Dio.

Cacitti spiega il significato di questa variazione: l'evangelista vuole dimostrare che Gesù è il Figlio di Dio sin dall'inizio della predicazione, e non a partire dalla sua risurrezione, come detto precedentemente da Paolo; in questo modo, l'autore del Vangelo secondo Marco scongiura la possibilità che la vita di Gesù sia interpretata come un ciclo a-temporale di nascita e morte divina - proprio delle religioni misteriche greco-romane - ancorandolo ad un episodio "storico", al battesimo.


Vangeli secondo Matteo e Luca

Gli autori del Vangelo secondo Matteo e Luca presero a modello il Vangelo secondo Marco, ma lo alterarono per adattarlo alle proprie esigenze teologiche.

Tra le tante differenze col vangelo marciano, saltano all'occhio le due narrazioni della nascita di Gesù, delle cui incongruenze ho parlato nell'articolo " Contraddizioni evangeliche: la natività di Gesù ".

Questa alterazione introdotta dai due evangelisti rispetto al vangelo marciano svolge anche una precisa funzione teologica: quella di spostare ancora una volta il momento della manifestazione di Gesù come Figlio di Dio dal battesimo al concepimento.

Nel Vangelo secondo Matteo, l'angelo dice a Giuseppe in sogno (capitolo 1):

20b Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua moglie; perché ciò che in lei è generato, viene dallo Spirito Santo.

Nel Vangelo secondo Luca, l'angelo si reca in visita da Maria e le dice (capitolo 1):

31 Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù. 32 Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo, e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre. [...] 35b Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà dell'ombra sua; perciò, anche colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio.

In entrambi i testi, il Figlio di Dio è concepito attraverso l'intervento dello Spirito Santo; è dunque al momento del concepimento che Gesù è manifestato come Figlio di Dio.

La ragione di questa modifica può essere compresa sottolineando che il titolo di "Figlio di Dio" non è appannaggio del solo Gesù. Nell'Antico Testamento, infatti, sono "Figlio di Dio" il popolo di Israele tutto e poi i profeti e i governanti. La lettura del Vangelo secondo Marco poteva essere intesa in senso "adozionistico", affermando che Gesù non fosse Figlio di Dio dalla nascita, ma solo a seguito della sua consacrazione come tale in occasione del battesimo da adulto.

Il Verbo di Giovanni

Gli autori dei due vangeli sinottici posteriori risolsero questo problema ponendo la manifestazione di Gesù come Figlio di Dio sin dal momento del suo concepimento.

Il Vangelo secondo Giovanni è la quarta e più tarda fonte tra quelle qui discusse. La manifestazione di Gesù come Figlio di Dio - che la predicazione paolina metteva al momento della risurrezione, che il vangelo marciano poneva in occasione del battesimo, e che i vangeli matteani e lucani collocano al momento del concepimento - è qui posta al di fuori della vita del Gesù storico, come in Paolo, ma prima del suo concepimento.

Il famoso incipit del vangelo giovanneo dice infatti (capitolo 1):

1 In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. [...] 14 E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi;

Lo spostamento retrogrado della manifestazione di Gesù come Messia è dunque completato. Mano a mano che il tempo passa - dalla lettera paolina risalente agli anni 50 si aggiunge alla fine del I secolo-inizio del II secolo del quarto vangelo -, Gesù diventa Figlio di Dio sempre prima, fino a diventarlo da sempre, dal principio.

Corrado Augias, Remo Cacitti, Inchiesta sul Cristianesimo. Come si costruisce una religione, Mondadori, 2008, ISBN 978-88-04-59096-5, pp. 38-39, 44-46. Aquila H. I. Lee, From Messiah to preexistent son: Jesus' self-consciousness and early Christian exegesis of Messianic psalms, Mohr Siebeck, 2005, ISBN 3161486161, p. 262.


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