Quando gli argomenti sono troppi (ma uno su cui scrivere lo si deve scegliere)...

Creato il 02 marzo 2012 da Narratore @Narratore74

Non so voi, blogger scafati che da anni percorrete questo strani e contorti corridoi digitali, se vi capita mai di avere troppi argomenti da discutere e poco tempo a disposizione. A me capita, troppo a dir la verità, e spesso mi ritrovo a dover sacrificare qualcosa per fare posto a cose che considero più importanti. Beh, ieri era il Futur Day, giorno in cui si sarebbe dovuto guardare al futuro, farsi un bell'esame di coscienza e proporre tutto quello che ci passava per la testa così da far in modo che il futuro, il nostro futuro, sia migliore.
E io me lo sono fumato… Avrei una bella recensione da scrivere, ma anche questa slitterà… Rimanendo nell'ambito recensioni, ci sarebbe anche un certo manga che aspetta da qualche giorno le mie attenzioni… Insomma, troppo di cui parlare e un solo post per farlo.  Scrivine due, direte voi, e non sarebbe nemmeno così assurdo, ma questo vorrebbe dire altro tempo che in verità non ho. Quindi devo fare una scelta e questa ricade sull'unico che davvero, a mio parere, non può aspettare.
Oggi, 2 marzo, è il trentesimo anniversario della morte di Philip Kindred Dick. Chiedervi se lo conoscete mi sembra scontato come chiedervi se avete mai visto il sole, anche perché se proprio non avete mai letto nulla di suo, avrete sicuramente visto un qualche film tratto da una sua opera. Il suo repertorio è lunghissimo e elencare cosa ci sia di buono è una vera perdita di tempo. Perché? Perché tutto quello che ha scritto è valido. Può non piacere, può risultare indigesto e complicato, a volte, ma è indubbia la sua maestria nel ricreare storie e ambientazioni mai scontate. Eh, sì, perché Dick è un luminare, una mente in grado di generare capolavori del calibro di Ubik, Blade Runner, La svastica sul sole e la trilogia di Valis. Un genio, che ha fatto della penna la sua arma più potente, creando emozioni proprio lì, dove nessuno immaginava potesse nascondersi tanto potenziale. E che dire dei suoi racconti brevi? Pure falciate, colpi tanto forti da fare male anche dopo anni che li si è letti. Il cinema ha saccheggiato a piene mani in questi trent'anni, e continuerà a farlo, potete starne certi, perché le sue storie sono quello che più si avvicina al concetto stesso di futuro. Attuali, avolte anche troppo, avanti come pochi altri sono stati in grado di fare, puntano il loro valore su un'immediatezza che coglie, trascina e lascia interdetti. Ci troviamo in megalopoli intricate, pianeti desolati e ricoperti di sabbia, persone che lottano nel dubbio di non sapere se sono macchine o robot destinati a distruggere l'intero genere umano. Dick è una mente proiettata nel futuro, e al tempo stesso in innumerevoli direzioni e dimensioni diverse. A volte soffriamo leggendo le sue storiew, altre ci sentiamo minacciati, altre ancora sembra di vivere in una sorta di favola meccanica. Dick è questo… e molto altro. Non basta un semplice post per ringraziarlo di quello che ci ha donato con la sua bravura. Ci vorrebbe un intera biblioteca solo per avvicinarsi al concetto di umanità che si cela dietro i suoi scritti. Un evangelista della fantascienza, del cyberpunk, del mainstream… Insomma, Dick. E basta.
Nota: ho parlato di Dick volutamente al presente, visto che considero lui, e tutti coloro che si sono guadagnati il diritto all'appellativo di genio, immortali e destinati a vivere per sempre. In modi diverso, questo è vero, ma pur sempre vivi e presenti...

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