Quando il cielo era sempre più blu di Enrico Gregori

Creato il 13 novembre 2012 da Viadellebelledonne

QUANDO IL CIELO ERA SEMPRE PIÙ BLU


Rino Gaetano raccontato da un amico


Autore: Enrico Gregori

euro 14

Ci sono persone che conoscono tutto di Rino Gaetano, autore di canzoni appassionate e dirompenti, sanno alla perfezione la sua biografia, la discografia, i testi delle sue canzoni.
È probabile che questi individui abbiano una buona conoscenza dei fatti e dei momenti che hanno portato all’apice del  successo e della fama  questo cantautore, geniale nella semplicità di parole e di accordi, sempre sorprendente e dissacrante.  Certamente sanno quali sono le sue origini, come sono avvenute la sua formazione e la crescita nel mondo musicale, sono al corrente dei successi,  delle polemiche che hanno coronato le sue scelte e spesso accompagnato il contenuto dei testi delle sue canzoni. Di sicuro sono informati su come sono verificati il declino e successivamente i tragici fatti che hanno portato alla sua scomparsa.
Parrebbe dunque non esserci bisogno di un nuovo libro che ci racconti della vita intensa e appassionata di Rino Gaetano, quando ormai tutto sempre essere stato detto più volte, con dovizia di testimonianze e di particolari.
Senonché, “Quando il cielo era sempre più blu” di Enrico Gregori, presenta quelle caratteristiche che lo rendono un necessario complemento di quanto è andato via via accumulandosi nel tempo a proposito di questo artista, portando in dote una qualità che lo rende unico e prezioso: il punto di vista di un amico intimo.
Gregori, con uno stile colloquiale e scanzonato, almeno tanto quanto il personaggio che ci fa conoscere,  conduce il lettore, a piccoli passi, a scoprire e a prendere confidenza con una persona genuina, sagace, e autentica, al punto da risultare scoperta nelle sue fragilità, ma forte  della  passione viscerale e istintiva per la musica.

Gregori sa porsi con discrezione e tatto al fianco di un amico che sperimenta il baratro vertiginoso dell’ascesa e del successo, con le sue insidie e i relativi smarrimenti. Ma lo accompagna pure negli attimi più personali e sbracati delle consuetudini  di un ragazzo degli anni ’70, nella Roma popolare delle osterie e dei ritrovi goderecci.
La persona che l’autore ci fa conoscere ha uno spessore umano considerevole, che affascina.  Profondità di pensiero e sensibilità, sono a tratti trasformati in imperscrutabilità e resistenza all’apertura, zona in cui  Gregori si incunea con tatto e delicatezza, mascherati da burbera ironia e sottile provocazione, caratteristiche che i due sembrano condividere con perfetta sintonia.
Avvalendosi di una narrazione dialogata che pesca a piene mani nel registro dialettale o popolaresco, Gregori fa scorrere il nastro degli eventi e le annotazioni riflessive in modo leggero e gradevole, anche quando l’intensità dei fatti e la loro drammaticità porterebbero a toni decisamente più cupi e pesanti; sa riacciuffare il lettore appena in tempo, prima che la tensione emotiva si trasformi in  sensazione dolente, riportando il sorriso con una battuta o una frase di irrisione.
Perché il cielo torni a essere sempre blu, come piaceva a Rino.

Donatella Righi



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