Soleto e Corigliano d’Otranto i paesi travolti dal blitz dei carabinieri e finanzieri di Maglie, esteso fino a Faenza (Ravenna) e concretizzatosi tramite l’esecuzione di sei ordinanze di custodia cautelare (cinque in carcere e una ai domiciliari) firmate dal gip Carlo Cazzella su richiesta del pm Antonio Negro, la notifica di altri diciannove avvisi di garanzia (quindici a persone fisiche e quattro a persone giuridiche), il sequestro di quattro parchi di silicio (tre a Soleto e uno a Corigliano) del valore di 20 milioni di euro, il sequestro per equivalente di beni per un milione e settecentomila euro agli indagati, l’interdizione temporanea dai pubblici uffici per due impiegati comunali, il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per una persona giuridica e l’esclusione da agevolazioni e contributi, con revoca di quelli già ottenuti, per tutte le società coinvolte (Tecno lights e Olza di Soleto, Geco e Siron di Faenza).
Lungo il capo delle imputazioni contestate, a partire dal più grave reato di associazione a delinquere, di cui devono rispondere tutti i destinatari delle ordinanze, passando per l’abuso d’ufficio, corruzione, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, frode nelle pubbliche forniture, falsità sia materiale che ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, traffico di rifiuti, distruzione ed occultamento di atti veri, truffa ai danni del GSE., e finendo alle violazioni delle norme sugli appalti e responsabilità amministrative, previste dal decreto 231/2001, nei confronti delle quattro persone giuridiche.
Tra gli indagati figurano la sorella e i due fratelli di Ancora e diversi dipendenti dei Comuni di Soleto e Corigliano, nonché i referenti delle altre ditte coinvolte nel maxi-imbroglio dei rifiuti e dei pannelli. Una truffa a molti zeri ai danni del Governo, che eroga tramite il GSE i contributi per la realizzazione di parchi fotovoltaici, ottenuti dagli indagati presentando documentazione falsa, le cui tracce sono state ritrovate nei computer sequestrati alcuni mesi fa. L’altro filone dell’illecito riguarda invece il seppellimento di rifiuti pericolosi della Tecno lights, nata come società che si occupava di illuminazione pubblica, tombati sotto gli impianti fotovoltaici “Parco Fabio” e “Sole amico” e anche sotto la piazza Genova di Soleto.
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