- Dear John – 2010 – ♦ -
di
Lasse Hallström
Prendete Nicholas Sparks, celebre scrittore americano di bestsellers romantici la quale penna sembra riscuotere successo anche al cinema (vedi The Notebook), e mettetelo insieme a uno dei registi più melò che ci sia come Lasse Hallström, reduce dalla storia strappalacrime del cane Hatchiko ed ecco che la torta al miele più dolce che ci sia è servita. Questa volta però le lacrime non arrivano dalla commozione per l’ umanità di un animale ma per la storia d’ amore di due giovani ragazzi, Savannah (la Amanda Seyfried che già ci aveva ammaliato in Chloe) e l’ aitante e palestrato John, che sono costretti a vivere la loro relazione nonostante gli incombenti fatti dell’ 11 Settembre e l’ imminente guerra li costringano alla lontananza. Ecco che ha inizio così una storia epistolare degna di quelle che si sono tante volte raccontate durante le vecchie guerre mondiali. Vorrà forse dirci Hallström che la guerra in Afghanistan contro i talebani ha lo stesso valore della passata guerra al Nazismo? . All’ apparenza così sembrerebbe, ma in realtà così non è perchè la sceneggiatura sembra più concentrarsi sulle “sfighe” che sembrano perseguitare l’ amore dei due giovani più che le conseguenze negative che la guerra apporta nei confronti di due innamorati. Infatti ecco che dopo poco ci accorgiamo che in realtà la nostra Savannah ( dal nome non lo si direbbe) ha l’ istinto da crocerossina e che non riuscendo a compensare la sua immensa solitudine, dovuta alla lontananza dell’ amato John decide di sposare un ragazzo-padre ( Hallström ci fa scoprire che non esistono solo le ragazze-madri) di un bambino autistico al quale lei sembra essersi presa a cuore le sorti. E’ proprio per questo che il tentativo di rendere i sentimenti protagonisti, conditi da un gran numero di particolari patetici, finisce per non essere per nulla credibile riuscendo solamente a strappare qualche lacrima ad alcune malcapitate fanciulle particolarmente emozionabili. Perchè si sa che dietro Dear John non può che esserci una trovata commerciale che con l’ ausilio di tue bellissimi attori idoli dei giovanissimi mette in mostra sentimenti scontati ed emozioni da discount. Sceneggiatura quindi decisamente piatta e patetica che fa il verso a grandi kolossal di un tempo come Addio alle Armi, ma che non ne riesce neanche a rubare l’ ombra. Chi si lascerà sfuggire al cinema questo film non avrà da preoccuparsi a lungo: sicuramente tra massimo un annetto lo potrà facilmente recuperare tra i “filmissimi” di Canale 5. Un film come questo è il candidato perfetto ad esserlo.
( La borsetta te la prendo io tuffandomi dal pontile...tanto sono ben messo)
( La luna è grande un pollice ovunque siamo...che scoperta!)
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