Quando il saggio indica la luna, l'idiota guarda il dito

Creato il 24 marzo 2013 da Tanci86
Dopo aver subito l'esagerato rompimento di palle per l'elezione del nuo, mitico, rivoluzionario e supercicciofigoso papa Francesco I, ecco un altro argomento che va fortissimo in questi giorni e altrettanto grottescamente inutile: i marò.
Anticipo subito che non sono un esperto di diritto penale indiano, ma arrivare a prendere in considerazione l'ipotesi della pena capitale, mi sembra eccessivo per un paese come  l'India, in fondo non sono stae coinvolte mucche nella sparatoria!
Premettendo quanto sia l'ennesima dimostrazione di quanto siamo ridicoli noi italiani nel mostrare i muscoli con una nazione molto più muscolosa dell'Italia, per poi cercare di fare i furbi con le nostre solite guittate e infine sottomettersi nuovamente, vorrei precisare che, anche se la situazione è spassosa, la gente continua a schierarsi da una parte o dall'altra senza capire qual è il nodo centrale.
Il nodo centrale non è se i marò siano innocenti o meno, quello che bisogna capire è: in quale paese i marò dovranno essere processati.
Si tratta di una questione di potere.
Se l'Italia fosse un paese che conta, il processo si svolgerebbe in Italia, i marò se la caverebbero con una bacchettata sulle mani o cumunque i tempi del processo sarebbero così lunghi che avrebbero tutto il tempo di morire di vecchiaia nel frattempo.
Purtroppo l'Italia non è un paese importante e se va a crearsi una situazione come quella dei marò in India, il processo va asvolgersi in India, dove i tempi sono più corti o comunque, anche se fossero più lunghi dell'Italia e non si giungesse alla pena capitale, c'è abbastanza tempo perchè l'imputato possa morire a causa delle pessime condizioni igieniche in cui è tenuto un carcere indiano (basta coi provincialismi, le carceri italiane fanno schifo, ma sono sicuro che quelle indiane siano peggio!).
Se l'incidente fosse avvenuto in acque italiane, se il peschereccio fosse stato italiano e i soldati fossero stati americani, era chiaro che i soldati venivano presi e mandati a subire il processo negli USA e se noi italiani ci fossimo azzardati a fare il processo in Italia succedeva un casino.
E alla fine l'avrebbe spuntata la parte americana.
Ci sono accordi per questo, un caro regalino che ci siamo fatti dopo aver perso una guerra ed essere stati liberati da una nazione che, per farsi ripagare della liberazione disinteressata e dell'altrettanto disinteressato piano Marshall col quale ci ha ritirati su, ci ha fatto scrivere nero su bianco che l'Italia è la puttanella degli Stati Uniti.
Non ci sta un accordo simile sancito fra Italia e India, non sta scritto da nessuna parte che l'Italia è la puttanella dell'India. Ma neanche il contrario.
Ovviamente questo è un caso diplomatico dove gli equilibri vanno stabiliti a monte.
E se l'Italia spera di ottenere cioè che è giusto per lei facendo leva sul nazionalismo italiano e alzando la voce con l'India, ha ottenuto l'esatto contrario.
Primo, perchè l'India è forte sotto tutti i punti di vista se ci riferiamo alla sola manifestazione della forza bruta.
Secondo, perchè se in italia ci sta un fascista che difende a tutti i costi un italiano che ha sparato addosso a uno straniero perchè il prestigio italiano è sacro (anche se l'italiano aveva palesemente torto), state pure certi che troverete anche il sinistroide che accusa l'italiano che ha sparato per il semplice fatto che abbia sparato e quindi usato la forza ed essere andato meno ai dettami del pacimasochismo (anche se l'italiano aveva tutte le ragioni più logiche al mondo per sparare). Qualunque presa di posizione del Governo italiano a riguardo susciterà scontento in uno di questi due schieramenti.
La cosa più tragica è che questi due schieramenti, la difesa a tutti i costi dei marò o dei pescatori è quanto di più comico ci sia.
Non ha nessun senso indicare il colpevole prima che ci sia stato un processo equo.
I due marò ancora non hanno ancora neanche messo piede in un tribunale, perchè Italia e India stanno ancora decidendo dove si farà.
E va aggiunto che la possibilità che ci sia un processo equo in questo caso è nulla, già è difficile che ce ne sia uno equo in condizioni normali (sia in Italia che in India probabilmente), figuriamo ci quando c'è dietro un incidente diplomatico come questo!
Se i marò saranno giudicati in India, com'è più probabile che sia, verranno giudicati colpevoli, probabilmente non giustiziati per evitare la definitiva perdita di faccia dell'Italia nei confronti del Mondo, ma anche dell'India, nei confronti delle associazioni contro la pena di morte.
Se il processo verrà fatto in Italia, i due marò si prenderanno una sculacciata, con proteste da parte di tutto il mondo pacifista (ma non gliene importa a nessuno) e l'Italia, dopo essersi coperta di ridicolo con i suoi giochetti, ne uscirà decentemente.
Ma non succederà mai.

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