Se ne stavano là, fermi, indifferenti alle grosse gocce fredde che cadevano incessanti dal cielo. Erano seduti su uno scalino di pietra, una sorta di panca nella rientranza ornamentale dopo i primi gradini. La scale erano un torrente in piena che trasportava rami e foglie dal bosco della reggia.
Se qualcuno fosse passato e si fosse fermato a guardare, si sarebbe forse chiesto come mai il flusso dell'acqua e dei detriti che cadeva incessante a valle sembrasse rispettare il cane e il bambino, passando loro accanto senza toccarli se non per qualche schizzo occasionale. La rientranza offriva un po' di riparo, anche dalla pioggia: solo il pelo sul dorso del cane ogni tanto aveva un fremito, come un brivido di vento.
Maurizio De Giovanni, Il giorno dei morti - L'autunno del commissario Ricciardi