La Otsuka utilizza un linguaggio semplice, incisivo e diretto.Sintetizza gli aspetti più angoscianti delle esistenze delle protagoniste, ma riesce comunque a coinvolgere il lettore e ad accompagnarlo per tutta la narrazione.
Il romanzo Quando l’imperatore era un dio racconta cosa accadde alle donne del primo romanzo (Venivamo tutte per mare), cosa accadde alle spose “in fotografia”, dopo lo scoppio della guerra, dopo Pearl Harbor, dopo l’ordine di evacuazione del febbraio 1942 costrinse le figlie di quelle donne a lasciare le loro abitazioni per essere internate nei campi di lavoro.
La storia è resa magistralmente attraverso la narrazione dei due figli di una donna, rimasta sola dopo il l’arresto del marito, avvenuto nel cuore della notte e portandolo via in pigiama.
I giapponesi si sentono colpevoli per quel senso di colpa che li fa sentire appartenenti allo Stato artefice dell’attacco a Pearl Harbor durante il secondo conflitto mondiale. Ma i giapponesi hanno anche pagato successivamente da vittime con l’attacco nucleare a Hiroshima.
L’orrore per quanto commesso ha portato solo altra sofferenza, sterminio e dolore.
Quando l’imperatore era un dio è un romanzo toccante, commovente, lacerante, di grande intensità lirica, ma essenziale. È doveroso leggere il racconto di una parte di storia di cui non si parla.
Consigliato.
Per approfondire, guarda il video che parla di Julie Otsuka.