Quando l’uomo imparò a dipingere

Creato il 30 agosto 2011 da Rvassallo @RVassallo

La natura quando si mostra orgogliosa e sensuale, quando i suoi colori si mescolano alle fragranze di un clima benevolo, quando in un pomeriggio tardo estivo la luce del sole sembra forgiare le montagne in una nuova veste, ridisegnando gli alberi spostando la sua immensa luce, ravvivando i fiumi secchi dalle calure estive e impreziosendo con tenue nuance le alcove degli umani. In questi rari momenti, cui godercene sembrerebbe una bestemmia, la natura ci degna del suo sguardo benevolo.

A volte immortalare tali momenti è d’uopo, la macchina fotografica riproduce solo ciò che vede, ma è il nostro occhio che imprime non solo i colori, non solamente le gradazioni, non soltanto le sensazioni che abbiamo provato.

Per racchiudere in un prezioso scrigno tali emozioni, l’uomo è diventato artista, e cioè ha provato a esprimere le sue sensazioni non per come le vedeva, ma per come le percepiva, così aiutato dalle muse celesti,  ha imparato a dipingere, scolpire a riflettere ciò che osservava, attraverso quel caleidoscopio di sensazioni che percorrono e mutano l’animo umano.

Dipingere non è solo l’espressione di un sentimento, è un’impulso che relega l’essere a uno stato superiore, in fusione e sintonia col creato e la natura stessa.

La descrizione di un momento unico, di sensazioni irripetibili, di preziosi istanti cui solo il tempo e noi stessi ne siamo custodi. L’eternità di un momento è il momento in cui lo si percepisce, e se a cogliere questo momento si è in tanti, l’espressione si fonde come le gradazioni di più colori, che mischiati tra loro, formano quella scala cromatica che elevano l’uomo a uno gradino più alto che un semplice fruitore.

Tante mani su una tela regalano sensazioni, tante emozioni restituiscono alla natura il suo essere, e tanti esseri fusi assieme possono cambiare, se non gli eventi, almeno a migliorarli.


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