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Quando l’Eco non basta per contenere il materiale prodotto. La visita a Copertino

Creato il 28 febbraio 2012 da Ecodibasilicata

In queste ore si sta lavorando per l’uscita del nuovo numero del giornale. Questa volta (ma poi dico sempre così) è particolarmente faticoso trovare spazio per tutto. L’evento di Copertino ha messo a dura prova l’impaginazione. Il mio intervento ad esempio è stato ristretto i mille modi.
Vorrei salvarlo su queste pagine di diario…a futura memoria.

Buonasera a tutti. Grazie per questo privilegio straordinario. Grazie per avermi permesso di offrire in questo luogo splendido e significativo questa semplice testimonianza. Permettetemi di evidenziare l’importanza di questa serata prima di raccontare brevemente quanto bolle in pentola in Basilicata sul Brancati e su quanto giá è stato fatto in suo nome. Oggi, simbolicamente, si rincontrano in terra, due amici. Due grandissimi amici. Due frati che si sono stimati per davvero. Io credo che in loro albergasse una speciale energia che li rendeva unici e li legava in modo indissolubile. Erano due persone sanguigne, due persone che avevano conosciuto le difficoltá della vita. Avevano conosciuto la malattia fin dalla tenera età. Due persone vere che addirittura, e sarebbe stato davvero straordinario poterli vedere, hanno litigato di brutto quando il lauriota trattava probabilmente giá da santo il copertinese che si schermiva.

Ho detto persone vere.

Forse questa è la chiave e la scintilla che ha mosso il mio impegno da laico appassionato di storia e profondamente colpito dalla figura del cardinale Brancati.
Avvertivo che questo personaggio illustre veniva spesso percepito quasi come un’entità astratta, raffinatissimo teologo ma maledettamente distante …insomma, un bel quadro, in una bella cornice… con una dotta dicitura latina…ben in alto sulle pareti.
Man mano che studiavo il personaggio Brancati grazie alla biografia di padre Sparacio riproposta da Mons. Antonio Cantisani, arcivescovo emerito di Catanzaro e primo culture del cardinale, emergeva la vitalitá di una persona vissuta quattro secoli fa, ma ancora viva nei suoi insegnamenti , attuale nel suo percorso di vita.
Credo che ognuno possa ritrovarsi nel suo cammino umano . La sua esistenza è una metafora perfetta della vita, fatta di tante prove, di cadute e risalite. Al nostro Cardinale poi, fatemelo dire, gli è successo davvero di tutto. Altro che santino appeso al muro !

Difficoltà di salute fin da piccolo; l’onta della bocciatura da parte del vescovo del tempo che non lo inserì come chierico; i dubbi terribili se lasciare la sua città e i suoi familiari; i ritardi dell’accoglimento pieno nell’ordine francescano prescelto. Per non parlare del sequestro da parte dei briganti nella provincia di Matera, l’arrivo a Roma tra mille difficoltà, i tanti elogi ma anche le tante gelosie e le invidie che lo portarono a doversi allontanare addirittura da Roma!
Ed ancora, i tanti Papi che ammirati del talento del frate lucano lo vollero come prezioso ed insostituibile collaboratore prospettandogli in più occasioni la berretta cardinalizia, che invece, per ironia della sorte, la ricevette dal Papa che conosceva meno e con il quale aveva poca dimestichezza. Per non parlare, verso la fine della sua esistenza della grave rapina che subì in casa, durante un conclave, ad opera del proprio segretario particolare del quale aveva il massimo della fiducia.
Approfondire e soprattutto raccontare queste cose permette di acquisire una visuale diversa di un personaggio che ha vissuto ansie e gioie dell’esistenza.
Insomma: abbiamo provato metaforicamente a far scivolare dalla parete il quadro del Brancati offrendo chiavi di lettura attuali e moderne.

Questo è stato lo sforzo di questi anni vissuto in simbiosi con il carissimo don Franco Alagia, parroco di San Giacomo, sempre disponibile ed aperto.
E’ stato ricordato lo straordinario pellegrinaggio a Roma da parte di 300 laurioti accompagnati dal Vescovo e dal presidente della giunta regionale De Filippo. Così come è stato citato il bel monumento in travertino, realizzato dall’artista Paolo Amoroso voluto dall’amministrazione comunale del tempo
nella quale mi onoro di aver fatto parte.
Ricordo con piacere la conoscenza con il prof. Galignano e con la dottoressa Sandrina Schito assessore alla Cultura che partecipò a Lauria alla inaugurazione del busto del cardinale. Furono i primi contatti con la realtà di Copertino. Ricordo le prime telefonate con il Municipio che in quel periodo, nel 2006, stava subendo dei lavori con i centralini che avevano continuamente problemi tecnici.
Quel pomeriggio del 7 dicembre del 2006 ha rappresentato davvero una ripartenza nella riscoperta della figura del cardinale Brancati.

Un altro momento di svolta è stato l’incontro con il vescovo diocesano Mons. Nolè avvenuto nel bellissimo contesto del porto di Maratea. Giá in passato con il giornale avevamo sperimentato una collaborazione con il vescovo Talucci, predecessore di Nolè, attuale arcivescovo di Brindisi. All’ epoca partecipammo alla stesura di un volume riguardante il Beato sacerdote Domenico Lentini, un’altra figura straordinaria di santità che Lauria vanta.
L’incontro mattutino al porto di Maratea avvenuto nel 2005 insieme alla dottoressa Marianna Trotta giornalista dell’Eco fu un momento davvero importante. In quell’occasione svelammo al pastore diocesano la volontà di scrivere un libro un po’ particolare che potesse colpire ed entusiasmare. Non un tomo elevatissimo, ma quasi un istant book. Ci colpiva il contesto nel quale il Brancati aveva operato , la Roma barocca del ‘600 in cui i vizi non mancavano MA allo stesso tempo emergeva la forza di questo frate della provincia napoletana che rischiò di diventare Papa. Il volume, con molte imperfezioni, ha cercato di umanizzare e contestualizzare la figura del Brancati. Rispetto alle ottime ed alte pubblicazioni sul frate lauriota di Mons. Cantisani, il volume paga certamente il prezzo di questo desiderio di voler dimostrare la complessità della vita del Brancati fatta non solo di studio di preghiera e di meditazione , ben 20 mila furono le messe che il cardinale celebrò, ma anche di un’esistenza fatta d’azione e di scelte coraggiose.
“Chi più di lui” questo è stato il titolo del libro. La vera e propria esclamazione la recuperammo dagli anziani del paese che ricordavano che i loro nonni parlavano di un cardinale di Lauria che stava per diventare Papa se non fosse stato osteggiato dal re di Spagna.
L’operazione editoriale andò bene e promosse una rinnovata conoscenza della figura del frate. Tra l’altro, l’attuale non disponibilità di copie è la dimostrazione che il libro fu apprezzato e che forse occorrerà una nuova edizione, certamente riveduta e corretta anche alla luce di nuovi riscontri storici.
Permettetemi a questo punto di evidenziare un’altra piacevole scoperta che riguarda il frate Vescovo Nolè e forse tutti i frati conventuali minori. Si avverte in loro uno straordinario legame con il proprio ordine, si nota un rapporto quasi viscerale, mi verrebbe dire un tifo contagioso. Anche Brancati e San Giuseppe erano così. Proprio Brancati, ancora solo frate, litigò di brutto con un alto porporato che aveva messo in discussione le qualità dell’ordine.
Di Mons. Nolè ricordo il suo ardore quando si parlava di san Giuseppe e del Brancati, ardore che ho sperimentato anche qualche giorno fa, in occasione di una riunione operativa sulla prossima visita del cardinale Re a Lauria il 14 aprile in occasione del quarto centenario della nascita del cardinale.
L’approfondimento sul Brancati ha permesso di incrociare realtà straordinarie. Copertino innanzi tutto, leggere ed indagare su questa straordinaria amicizia che spinse il cardinale a lasciare gran parte de suoi averi per veder riconosciuta la santità del suo confratello, è un gesto davvero meraviglioso. Che rammarico per quella biografia scritta dal cardinale su San Giuseppe smarrita!
In parallelo a tante nuove scoperte, abbiamo avvertito un “soffio lieve” che seguiva il nostro lavoro. Ad esempio un’amicizia con una studentessa universitaria di Bologna portò a colmare una lacuna che avvertivamo e riguardava il volto autentico del cardinale. Basta infatti navigare un po’ su internet per rendersi conto che nel periodo del 500 e del 600 i visi dei porporati e di alcuni papi vengono raffigurati quasi allo stesso modo.
Con ogni probabilità molte tele sono andate smarrite nel corso del tempo, ed oggi ci troviamo con datate raffigurazioni quasi identiche tra loro: barba, pizzetto, sguardo ispirato… Poi un giorno una telefonata shock: era Antonella in stile Federica Sciarelli di Chi l’ha visto …”guarda che all’università, nella sala della quadreria c’è una tela di un cardinale, credo sia il tuo amico, quello di cui mi parli sempre facendomi una testa così !” Non potete immaginare l’ emozione che abbiamo provato nell’ aprire la busta giunta a Lauria nella quale la gentilissima Antonella Arena aveva riposto la foto.
Dicevo tanti episodi, alcuni davvero simpatici come quello legato alla città campana di Agerola. Nel ricercare spunti e notizie, i motori di ricerca google e virgilio si imbattevano continuamente con la lavanderia Esposito in via cardinale Brancati ad Agerola, o con la macelleria Spagnuolo in via cardinale Brancati …sempre Agerola. Il fiuto mi diceva che in quella città vi era qualcosa di interessante…mai avrei immaginato di scoprire un colossale equivoco storico e di addolorare delle pie donne ferventi estimatrici del cardinale Brancati. In effetti per più secoli Agerola pensava che il Brancati fosse stato un proprio figlio . Pensate com’era radicata la credenza: vi è in una bella chiesa agerolese un quadro dedicato al cardinale. Questo ci permette anche di dire come è insidiosa la ricerca storica e quanti errori si possono fare.
Grazie, o a causa di questi contatti, ho notato in questi ultimi anni, che molti siti di quel territorio hanno corretto l’informazione errata probabilmente indotta dalla frequentazioni del cardinale con influenti personaggi napoletani.
Ma se ad Agerola, la strada dedicata al cardinale, è frutto di un errore in buona fede, mi chiedo: tra Lauria e Copertino errori storici non ve ne sono e non ve ne possono essere! Ed allora perché non proporre alle nostre rispettive civiche amministrazioni di dedicare a Lauria una strada a san Giuseppe da Copertino e a Copertino una strada al cardinale Brancati.
Sarebbe un gesto straordinario, un gesto che esalterebbe l’amicizia tra due frati che sono entrati nella storia.

Nel corso di questi ultimi anni è stato organizzato a Lauria un evento culturale dedicato al Brancati in settembre che si intende riproporre .
A tal proposito sarebbe bello studiare delle iniziative in comune, immaginare un gemellaggio, un qualcosa che possa unire sempre più Copertino a Lauria.

Sono convinto che rispetto a questa iniziativa ci sarà qualcuno che farà il tifo per noi.
Dicevo poc’anzi di un “vento positivo” che spira sulle iniziative legate al cardinale.
Un’altra grande realizzazione ha trovato lo stimolo giusto grazie al Brancati.
Grazie alla disponibilità del parroco di Lauria e grazie alla generosità della famiglia Carluccio di Pisticci abbiamo ristrutturato un bel locale parrocchiale che è diventato in pochi mesi un punto di riferimento importante per la cultura a Lauria e nella valle del Noce. Questa sala ubicata nel quartiere natìo del cardinale è stata intitolata proprio al Brancati. Con un pizzico dì orgoglio possiamo evidenziare che da due anni Lauria gode di un cartellone teatrale di prim’ordine con compagnie teatrali provenienti da tutt’Italia grazie proprio a questo spazio ottimamente attrezzato.

Ecco dunque che quel quadro bellissimo appeso alla parete continua a generare frutti anche nel nostro tempo.

Infine, c è ancora dell’altro, la visita del Cardinale Re il 14 aprile prossimo e c’ è in fase avanzata una nuova iniziativa che stiamo portando avanti come giornale sempre con la preziosa supervisione del vescovo e del parroco.

Ci siamo detti: i libri sono importanti e servono, ma forse occorre sforzarsi di incrociare linguaggi diversi che possano essere più accattivanti. Ecco dunque l’idea di un fumetto sul Brancati che potrà diventerà successivamente un cartone animato. Il Cardinale è diventato per noi Gianfrancesco (il nome che aveva da ragazzo) e poi gieffe; siamo convinti potrà essere letto dai ragazzi ma anche dai grandi così come da quanti a fatica non superano l’introduzione nel rapportarsi ad un libro. L’idea è stata rafforzata dal felice incontro con Franca Iannuzzi ottima disegnatrice ed autrice del quadro che stasera è stato donato a Copertino.
Appena pronto il libro illustrato(settembre in occasione dell’evento citato) ovviamente ve ne faremo recapitare delle copie. Troverete delle bellissime pagine in cui viene descritto il rapporto viscerale tra i due frati. Vi sono davvero momenti commoventi, pieni di tanta vitalità.
Permettetemi infine di ringraziare gli organizzatori che stasera hanno fatto un miracolo: Antonio ed Alessandra, padre Giuseppe, persone davvero straordinarie! Hanno fatto nuovamente incontrare, dopo quasi quattro secoli, due amici diversi ma uniti nel guardare lo stesso orizzonte.
Questa sera idealmente raccogliamo la fiaccola dell’amicizia tra Giuseppe e Gianfrancesco, adoperiamoci insieme a farla ardere nell’interesse dei nostri ideali e delle comunità che rappresentiamo.
23 febbraio 2012

Quando l’Eco non basta per contenere il materiale prodotto. La visita a Copertino


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