Quando la California puntò solo sulle rinnovabili...

Creato il 17 gennaio 2011 da Umotta76
Nel 1980 il futuro governatore della California Jerry Brown decise che lo Stato doveva abbandonare il carbone e il nucleare e diventare il primo utilizzatore di "energia alternativa”, solare e eolica. Il risultato fu che nel 2000 la California non ha avuto abbastanza elettricità per far funzionare i semafori.
Il punto cruciale di questa ondata di energie rinnovabili fu la legge PURPA, la Public Utilities Regulatory Policy Act del 1978, che imponeva alle compagnie elettriche di acquistare energia da qualsiasi piccolo produttore. La legge fu propagandata come l’ "apertura della rete ai produttori alternativi." Di fatto le compagnie elettriche dovettero acquistare l'elettricità che chiunque produceva a un prezzo vantaggioso per il produttore.
In California, l'effetto fu quello alzare il prezzo dell'energia elettrica, le compagnie elettriche infatti furono sovraccaricate di elettricità che dovevano pagare a costi esorbitanti. Quando lo Stato ha cercato di deregolamentare il sistema, alla fine del 1990, rendendo le compagnie elettriche libere di scegliere se comperare o no l’elettricità “alternativa” dei privati, l'intero sistema è crollato e la California si è ritrovata senza energia. Le "Utilities" della California risolsero la carenza elettrica mediante la rapida costruzione di 30.000 megawatt di nuovi generatori a gas naturale. Sistema costoso ma in grado di compensare l'imprevedibilità del vento.
Questa analisi, la cui fonte si può leggere su NuclearTownhall e in italiano ripresa su Green Illusion dimostra l'errore di investire tutto solo su rinnovabili. Che poi, ci si trova a "rimediare" investendo di nuovo su gas e carbone.