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Quando la Corte di Giustizia Europea boccia il reato di clandestinità e «libera» i clandestini

Creato il 28 aprile 2011 da Iljester
28 aprile 2011 | Giustizia, Politica | Permalink

Quando la Corte di Giustizia Europea boccia il reato di clandestinità e «libera» i clandestiniSoffermiamoci un attimino a pensare alle conseguenze di questa bocciatura, che per la cronaca consiste nell’idea che il clandestino beccato nel nostro territorio non può essere processato e condannato al carcere per il suo stato di clandestinità (in quanto contrario alle direttive europee sui rimpatri). Soffermiamoci e chiediamoci: cosa accadrà senza il predetto reato? Beh, è semplice: immaginiamo un clandestino che entra nel nostro territorio. Non ha un lavoro, non ha una casa e non ha denaro. Insomma è uno sbandato alla mercé della malavita. Immaginiamo che le forze dell’ordine lo becchino. Immaginiamo che l’autorità lo inviti a lasciare il territorio italiano. E immaginiamo che lui non lo faccia. Bene. Con il reato di clandestinità operativo, il signor clandestino – se non ottempera – verrà sbattuto in carcere (ipotesi del tutto teorica, ma altamente deterrente); senza il reato di clandestinità, sapete cosa se ne fa il clandestino dell’invito a lasciare il territorio italiano? Nella migliore delle ipotesi, prende il suo invito e lo appallottola, e poi lo butta nel primo cestino dei rifiuti che becca. Nella peggiore… beh, nella peggiore delle ipotesi non posso dirvi cosa ne farebbe, perché sono una persona educata.
Ciò detto, ancora una volta in Europa prevale un atteggiamento ideologico sull’immigrazione clandestina, e quelli di Strasburgo dimostrano di non conoscere a fondo la realtà di chi ogni giorno lotta contro i flussi migratori irregolari e gestiti dalla malavita. Da qui, l’idea che il clandestino non può essere punito per il suo comportamento illecito, ma vada semplicemente redarguito con un bonario invito a lasciare il territorio in cui è clandestino.
Mi chiedo: ma dove vivono questi giudici? In una torre dorata, evidentemente. Dove non si vedono clandestini in giro, e dove il fenomeno appartiene a terre lontane e periferiche dell’impero, tanto che tra le pareti d’oro il «clandestino» è una sorta di figura mitica e leggendaria sul quale statuire ma con il quale non si ha mai a che fare veramente.
Non così da noi, terra periferica imperiale, dove il clandestino ce lo ritroviamo sotto casa, spesso a ciondolare senza far nulla, o nella peggiore delle ipotesi a lavorare per la malavita organizzata. E se ne frega degli inviti a lasciare l’Italia, perché tanto sa bene che non ci sono conseguenze se viene beccato a fare il clandestino. Chi lo rimprovera? Nessuno. Chi lo costringe ad alzare i tacchi? Nessuno. E allora, la conseguenza qual è: che diminuisce il livello di sicurezza per i cittadini, che si ritrovano persone senza identità che girano libere per il territorio, spesso versate all’attività deliquenziale propria o commissionata dalla malavita.
Il reato di clandestinità aveva invece un senso. È comunque un deterrente (almeno per i clandestini incensurati). È un modo come un altro per controllare i flussi migratori irregolari. È un messaggio chiaro e forte per il clandestino: se vieni in Italia e ti beccano, o vai via oppure vai in carcere. Hai una scelta, fai quella giusta. Domani quale sarebbe invece il messaggio: se vieni in Italia puoi fare quello che vuoi. Se ti beccano clandestino, ti invitano ad andar via. Se non vai via, rimani clandestino. Sai che grande «minaccia»…

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Autore: Il Jester » Articoli 1379 | Commenti: 2235

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Tags: clandestini, corte di giustizia, corte di giustizia europea, italia clandestini, reato di clandestinità
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