Quando la gioia arriva in un momento sbagliato

Creato il 11 maggio 2013 da Pino Curtale @PinoCurtale

Vi è una sola persona al mondo capace di non abbandonarti mai, che corre appena ne hai bisogno, e che ti consola asciugandoti le lacrime, che ti osserva sempre e si accorge quanto cresci diventando grande. E’ colei che ti ha generato e messo al mondo, ti ha custodito per nove mesi nel suo grembo, proteggendoti con il suo corpo da tutto e da tutti e mettendosi in ansia per ogni tuo sussulto……..TUA MADRE !!!
Che sensazioni meravigliose proveranno tutte queste donne con la maternità, gioia infinita quando finalmente alla luce, conosceranno il proprio frutto, i suoi sguardi con gli occhi sbarrati che cercano di mettere a fuoco quello che improvvisamente gli è apparso davanti. Come recita una nota pubblicità, nasce, cresce, corre e poi si instaura un legame profondo ed indissolubile tra madre e figlio, quasi morboso. E’ giusto ed è bello che sia così, la mamma è sempre la mamma !! almeno così si dice .Le regole però hanno le loro eccezioni e purtroppo, c’è chi la maternità la cerca in ogni modo e non arriva scatenando una prova psicologica dura da affrontare, e chi invece per ironia della sorte, non trovando di che mantenersi , non la cerca proprio, anzi la evita o cerca di evitarla a tutti i costi. E se questo dono di Dio arriva quando meno te lo aspetti, nel momento sbagliato, nel periodo più difficile della tua vita ????? allora in alcuni casi , estremi per fortuna, si scatena qualcosa interiormente di spaventoso, di allucinante panico totale e………………………………………………………………Lascio tanti puntini di sospensione in quanto al solo dover scrivere quello che leggiamo quasi ogni giorno, rabbrividisco. Con quale coraggio e altrettanta disperazione si compiono tali gesti. Scrivo questo in quanto oggi nel navigare tra le pagine web , mi sono imbattuto in un post che mi ha commosso , di cui non conosco l’autore e che voglio riportare integralmente:

“Buongiorno, mi chiamo Gabriele Francesco. Sono nato a Novara l’11 aprile 2013 e oggi avrei un mese, se fossi ancora vivo. Invece sono morto lo stesso giorno in cui sono nato. Adesso tutti starete pensando che mamma e papà non si sono comportati bene: in effetti mi hanno lasciato solo, sotto un cavalcavia, con indosso pochi stracci e senza un biberon nei paraggi. Ma io non mi permetto di giudicarli. Certo è che noi neonati siamo indifesi: ci buttano dai ponti, ci fanno esplodere sotto le bombe, ci vendono per pochi soldi. Siamo carne da telegiornale. Prima di chiudere gli occhi, mi sono raggomitolato tra i rifiuti per cercare conforto e ho pensato: ma è davvero così brutto questo mondo che sto già per lasciare? Poi mi sono sentito sollevare e sulla nuvola da cui vi scrivo ho visto che la bellezza c’è ancora. C’è bellezza nel camionista che mi ha trovato e nell’ispettore che mi ha messo questo nome meraviglioso: è importante avere un nome, significa che sei esistito davvero. C’è bellezza nei poliziotti che per il mio funerale hanno fatto una colletta a cui si sono uniti tutti, dai pompieri alle guardie forestali. E c’è, la bellezza, nella ditta di pompe funebri che ha detto «per il funerale non vogliamo un euro», così i soldi sono andati ai volontari che in ospedale aiutano i bimbi malati. Dove sono nato io, metteranno addirittura una targa. Allora non sono nato invano. Mi chiamo Gabriele Francesco, e ci sono ancora. “

Domani è la festa della mamma, con gli auguri spero arrivi a tutte loro tanta forza e tanto coraggio oltre che buon senso. Tra tutti i doni, Dio ha riservato alle donne uno più grande “la possibilità di generare una vita” .Su di essa si potranno vantare tanti diritti tranne uno: QUELLO DI SPEGNERLA


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