Quando la presenza si fa assenza perché la vita impedisce ogni contatto, allora essa preclude al rapporto interpersonale tra i nostri stessi simili, così che s’apre un abissale spazio d’amore interamente vuoto che ansima solo d’essere riempito. Una voragine, un luogo immenso giacché incontenibile è l’amore che potenzialmente l’uomo possiede e può a sua volta condividere con gli altri. Viviamo chiusi nel nostro travaglio, nel dolore profondo del cuore incapace d’aprirsi non perché non voglia, ma solo perché è il mondo esterno a chiudergli ogni varco. Quel varco che s’apra al risveglio delle nostre coscienze dove tutti ritrovarci e sentirci consapevoli che non ci siamo smarriti. È solo una terribile distrazione che fa molto male, un’inquietudine che non trova riparo in questo precario giardino della nostra essenza.
Quando la presenza si fa assenza perché la vita impedisce ogni contatto, allora essa preclude al rapporto interpersonale tra i nostri stessi simili, così che s’apre un abissale spazio d’amore interamente vuoto che ansima solo d’essere riempito. Una voragine, un luogo immenso giacché incontenibile è l’amore che potenzialmente l’uomo possiede e può a sua volta condividere con gli altri. Viviamo chiusi nel nostro travaglio, nel dolore profondo del cuore incapace d’aprirsi non perché non voglia, ma solo perché è il mondo esterno a chiudergli ogni varco. Quel varco che s’apra al risveglio delle nostre coscienze dove tutti ritrovarci e sentirci consapevoli che non ci siamo smarriti. È solo una terribile distrazione che fa molto male, un’inquietudine che non trova riparo in questo precario giardino della nostra essenza.