20 FEBBRAIO – L’impressione è che la testa sia forse rimasta al novantaquattresimo minuto della rocambolesca rimonta della domenica precedente, perpetrata ai danni degli extraterrestri in maglia bianconera. Si tratta di una chiave di lettura magari un po’ azzardata, ma questa è la sensazione che si è avuta lunedì sera al termine della pesante sconfitta casalinga subita contro il Torino. I ragazzi di Mandorlini, contrariamente a quanto ci hanno oramai da tempo abituati, sono apparsi stranamente distratti e poco incisivi, come se non avessero del tutto smaltito i residui di euforia della “sbornia” post Juve. La storia ultradecennale del football, al di là dei moduli e delle più svariate alchimie tattiche, ci insegna che la differenza la fanno spesso e volentieri le motivazioni. E lunedì sera più di qualche gialloblù è sembrato con le pile un po’ scariche, cosa che ha influito non poco sul rendimento della squadra scaligera. La spia della riserva si è accesa poi anche dal punto di vista fisico visto che ci sono elementi – mi vengono in mente Romulo, Cacciatore e Iturbe su tutti – che hanno necessità di tirare il fiato. Infatti, dopo un primo tempo disputato quasi al piccolo trotto – sembrava di vedere l’ultimo match dello scorso campionato di B contro l’Empoli – e terminato in vantaggio grazie al rigore concesso in maniera forse “generosa” da Rocchi e trasformato da Toni, nei primi quindici minuti della ripresa i gialloblù sono rimasti vittima di un inatteso quanto inspiegabile black out che ha consentito ai granata di ribaltare il punteggio a proprio favore, scrivendo la parola fine sull’incontro. Da lì in poi Toni & c., a parte un paio di flebili fiammate, sono stati incapaci di una vera e propria reazione, senza dare mai nemmeno l’impressione di poter rimettere il punteggio in parità. Attenzione tuttavia a cercare i motivi della sconfitta nei soli demeriti gialloblù, perché non dobbiamo dimenticare i meriti indiscutibili del Torino. I granata sono sembrati squadra assolutamente tonica e tatticamente molto ben organizzata, completata da alcune individualità di rilievo come Cerci e Immobile. E in tutto questo va sicuramente dato particolare merito a Giampiero Ventura, uno dei tecnici più esperti, preparati ed apprezzati del nostro calcio, sempre capace di far giocare un buon calcio alle proprie squadre. In buona sostanza, anche se tutti sappiamo che nel calcio la riprova purtroppo non esiste, la sconfitta di lunedì sera ci insegna che qualche volta l’utilizzo di giocatori fisicamente e soprattutto mentalmente più freschi può rivelarsi mossa vincente. Sconfitta quella contro i granata, quindi, dura da digerire ma da archiviare in fretta senza far drammi, perché all’orizzonte incombe già l’insidiosa trasferta di Livorno. Partita questa tutt’altro che facile – anche dal punto di vista ambientale – con i labronici coinvolti nella lotta per non retrocedere, ma decisamente rinvigoriti da quando sulla panchina toscana siede Domenico Di Carlo. In ogni caso, al di là delle consuete e noiose frasi di circostanza, in tutto l’ambiente gialloblù c’è sicuramente voglia di un pronto riscatto e soprattutto desiderio di chiudere una volta per tutte la pratica salvezza e poter finalmente cercare di alzare l’asticella. Data la squalifica di Hallfredsson una novità sarà probabimente rappresentata dall’inserimento nell’undici di partenza del brasiliano Marquinho, talentuoso centrocampista “carioca” arrivato dalla Roma nel recente mercato di gennaio e fino ad ora decisamente poco utilizzato. E chissà poi che Mandorlini non ci regali qualche sorpresa delle sue…
Enrico Brigi
twitter: @enrico_brigi
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