Vediamo allora quali sono i comportamenti che, se in grado di essere dimostrati, potrebbero costituire un valido motivo per licenziare un dipendente:
- falsificazione dell’attività; è il caso tipico di dipendenti appartenenti a funzioni con attività esterna all’azienda (venditori, addetti alla manutenzione d’apparecchiature presso clienti, fattorini ecc.). Sono figure alle quali viene, di norma, richiesto di presentare rapporti sulla loro attività giornaliera, settimanale o mensile. Sono noti casi in cui il dipendente non da, parzialmente o totalmente, la prestazione lavorativa ma, ovviamente, falsifica il rapporto di attività, per nascondere il comportamento fraudolento;
- falsificazione di documenti di spesa; si riferisce a tutte quelle figure aziendale alle quali è concesso il rimborso di spese di viaggio, alloggio, pasti. In questo caso il comportamento fraudolento consiste nell’alterare le pezze d’appoggio o inserire regolari documenti di spesa, effettuate però in giorni non autorizzati;
- uso improprio di apparecchiature aziendali (telefoni, computer, auto; sono esempi cellulari e linee fisse aziendali utilizzate per telefonate personali, senza un’autorizzazione. È ugualmente perseguibile chi installa, su computer aziendali, software non autorizzati o si collega ad Internet, senza che questo sia previsto dalle procedure interne. È alta la probabilità d’importare virus, mettendo a rischio il sistema informatico. L’uso improprio dell’auto è contestabile quando, ad esempio, a seguito d’incidenti o contravvenzioni, l’azienda dovesse scoprire che l’assegnatario del mezzo aziendale ne aveva permesso la guida a soggetto terzo, senza che ciò fosse previsto dal contratto di assegnazione;
- non rispetto di procedure, regolamenti aziendali e articoli del codice civile come ad esempio ritardi nell’invio di rapporti, assenze protratte ingiustificate, effettuazione di spese non autorizzate, svolgimento di attività in concorrenza col datore di lavoro;
- non rispetto delle previsioni di contratti collettivi come comportamenti che implicano pregiudizio alla incolumità delle persone o alla sicurezza degli impianti, diverbi litigiosi con colleghi o superiori.
Ognuno di questi singoli comportamenti, se grave, o il frequente ripetersi di tali comportamenti ma di minor gravità, è sufficiente a giustificare il licenziamento di un dipendente per giusta causa.
E' possibile procedere a licenziare un dipendente, per giustificato motivo, quando si ravvisano comportamenti per i quali si possa dimostrare la venuta meno dell’elemento fiduciario;
- ripetersi di assenze ingiustificate;
- negligenza nello svolgimento del lavoro;
- rifiuto di eseguire, anche parzialmente, le mansioni assegnate;
- ripetuta inosservanza dell’orario di lavoro;
- volontario rallentamento del lavoro;
- rifiuto di accettare un trasferimento, legittimamente disposto.
Sono tutti comportamenti che non hanno bisogno di ulteriori chiarimenti, tranne quello descritto come “negligenza nello svolgimento del lavoro”.
É negligenza non svolgere tutte le attività previste nel mansionario, o non completare i piani di formazione assegnati dalla società; è negligenza ripetere errori significativi che possono avere pesanti ripercussioni per l’azienda. É negligenza non rispettare le norme di sicurezza stabilite in alcuni luoghi dello stabilimento e/o degli uffici.
La corretta interpretazione di queste norme del diritto del lavoro è, comunque, compito da specialisti di risorse umane; i capi però devono almeno conoscerne la casistica perché, in caso sospettassero o rilevassero in un lavoroatore la messa in atto di uno dei succitati comportamenti, dovrebbero immediatamente attivare i responsabili del personale o i legali della società, i soli in grado di decidere o meno il licenziamento di un dipendente.