Secondo un sondaggio coldiretti, un 30% di italiani deve giocoforza accontentarsi di un piatto di pasta, dicendo addio al pasto completo.
È forse giunto il momento di metterci a discutere di alcuni privilegi che non avevano senso in tempi di vacche grasse, figurati oggi.
Il vitalizio per parlamentari e consiglieri regionali, per esempio.
Proprio non riesco a capire perché, mentre tutti i lavoratori italiani sono assoggettati al metodo contributivo (pensione in proporzione ai contributi versati), i nostri rappresentanti ne sono esenti, maturando il diritto ad un sostanzioso assegno mensile dopo 5 anni di mandato.
Basterebbe, senza scadere in logiche punitive, estendere anche a loro, quanto previsto per noialtri: sei stato parlamentare per 7 anni, versi i contributi per 7 anni, te li ritrovi alla fine della tua carriera lavorativa, con tutti gli altri che hai versato per gli altri lavori che hai fatto. Non è grillismo, o antipolitica, è buon senso.