Quando manca un uomo

Ieri siamo tornate da scuola in bicicletta.
Faceva un caldo assurdo, sudavo solo a dire "Ah!"
Subito Babet mi dice che la sua bici non va... fa fatica a pedalare.
"Dopo la mamma te la guarda."
Canterina mi precisa che la sua ruota dietro dovrebbe essere gonfiata un po'.
"Dopo la mamma te la gonfia."
Arriviamo in garage che già avevo parecchio sudore spiccicato addosso e, quindi, un velo di insofferenza verso qualunque forma di vita, compreso le amebe e i cercopitechi.
Prendo la bicicletta di Babet, la capovolgo e inizio a smanettare qua e là, a svitare, regolare, far girare i pedali, la catena, le mie orbite oculari.. .Alla fine, non chiedetemi come, risolvo il problema "bici-frenata" e mi metto a gonfiare le ruote a tutte quente le biciclette, compresa quella di Nanà, che giace inutilizzata in un angolo del box.
Alle bimbe avevo chiesto di fare una cosa e una cosa soltanto, tenermi la luce accesa.
Loro si son messe a giocare con le mazze da criket (non fate domande...) lanciando le pesanti palline legnose contro le serrande degli altri box.
Il risultato erano dei tonfi paurosi che sarebbero stati seguiti dal linciaggio della sottoscritta se non le avessi fermate prima che i proprietari dei box giungessero a dar risposta alla loro domanda "Ma chi cavolo sta facendo tutto questo baccano? Mica sarà il mio garage quello bersagliato dalle teppiste crikkettare??"
C'è un fatto che mi fa disperare tutte le volte che tento di gonfiare le bici: ogni ruota (in totale otto) ha un diverso "bocchettone"... "pistolotto"... "cazzillo"... insomma, chiamatelo come vi pare, intendo quel coso dove infilare la pompa per fare entrare l'aria nella camera.
Pistolotti tutti diversi.
Chi grosso, chi piccolo, chi medio, quello che si svita, quello che si toglie, quello che forse ha perso il tappo o forse no, quello dalla forma strana.
Due pompe diverse con agganci differenti ma che, tutte le volte, non riesco a far combaciare con i "pistolotti" di Canterina.
Caccio urla alle bimbe di smetterla di "bozzare" i box altrui.
Caccio urla alle bimbe quando la luce si spegne e nessuna va ad accenderla.
Caccio urla alle bimbe quando, dopo che chiedo per cinque volte se mi vengono a tenere fermo il manubrio, non vedo nessuna all'orizzonte in procinto di aiutarmi.
Già insofferente come pochi, sudata marcia, sono anche lercia e nera più di una pantera... che Nanà esclama:
"Mi scappa la cacca!"
"Perchè... perchè... perchè... Tu! Babet! Controlla le bici! Tu! Canterina! Sali con me e stai con Nanà mentre è in bagno! Tu! Nanà! Seguimi di corsa!"
Salgo gli scalini due a due, apro la porta, Nanà si fionda in bagno e...
Non c'è segno di Canterina.
Corro giù cacciando urla e minacciando la figlia maggiore che sta ancora giocando a criket.
La porto su a forza.
Torno giù.
L'insofferenza si sta trasformando in disperazione.
Le provo tutte, buco piccolo, buco grosso, prolunga... Niente da fare, le ruote di Canterina ce l'hanno con me e più tento di gonfiarle più si sgonfiano.
Mi viene da piangere.
Mando su Babet a controllare le sorelle e a dare qualche direttiva, riprovo cambiando di nuovo la pompa e...
Sì. Mi ritrovo a piangere insultando una camera d'aria.
E mi ritrovo anche a desiderare di avere un uomo accanto che mi dica "Non ti preoccupare, tu vai su ad accudire le tue figlie, qui ci penso io a fare l'uomo...".
O almeno un povero cristo che, scendendo in box e vedendo la mia disperazione, si offra di aiutarmi senza compenso!
Ma ovviamente è il deserto dei tartari intorno a me...
Un bel respiro e riprendo a lavorare.
Devo essere sincera.
In casa da sola con le bimbe io sto benissimo, divinamente.
Sono pochi i momenti in cui sento la mancanza di un uomo in famiglia.
Uno è proprio quando devo gonfiare le ruote alle bici.
Gli altri... beh, ora non mi vengono in mente.