Bari, ieri. Penelope Stregatti è una bambina introversa e avere una nonna cartomante non le è di aiuto. A casa c’è sempre un gran viavai di persone che vogliono conoscere il futuro dei loro cari. E allora Penelope si nasconde nell’armadio e ascolta, non vista, tutti i segreti del vicinato. E li memorizza. Perché Penelope ha un dono: riesce a ricordare ogni cosa. La nonna vorrebbe vederla felice e soprattutto sposata. Per questo continua a scrutare le carte e a trascinarla in chiesa. È convinta che prima o poi, anche grazie all’aiuto di san Nicola, protettore delle zitelle, la sua nipotina riuscirà a trovare qualcuno adatto a lei. Fatica sprecata e Penelope, compiuti diciotto anni, si trasferisce a Milano. Vuole realizzare i suoi sogni: trovare l’amore, girare il mondo, diventare una giornalista, sposarsi.
Milano, oggi. Penelope Stregatti ha trentasei anni, una laurea, due master in giornalismo e parla cinque lingue ma di sogni non ne ha realizzato neanche uno. Lavora in una multinazionale di pannolini come addetta stampa, la Pimpax Spa e nel tempo libero scrive test e oroscopi sessuali per Girl Power, un settimanale femminile.
Sogna il grande amore, quello con la A maiuscola, ma incrocia solo uomini in cerca di sesso, con la esse minuscola però. E con i suoi amici Federico, sceneggiatore, Letizia, avvocato e Bianca, antiquaria, anche loro personaggi strani, trascorre le giornate sperando che qualcosa di diverso prima o poi possa accadere. E quando investe con la bicicletta Alberto Ristori, rompendogli una gamba, capisce subito che questo qualcosa è arrivato. Tre mesi dopo alla Pimpax Spa arriva il nuovo amministratore delegato: Riccardo Galanti. Ma Penelope lo riconosce, è Alberto Ristori. Perché si fa chiamare in un altro modo? Perché dice di non averla mai incontrata prima? Chi è veramente quest’uomo così carismatico? Penelope ha paura di lui ma ne è attratta e quando arriva il momento di decidere se buttarsi o no, lei non si tira indietro, perché la vita è un’avventura e tutto può succedere, quando meno te lo aspetti. La Moscardelli segna un altro punto vincente con un romanzo fresco e frizzante che utilizza l’ironia per donare energia vitale al romanzo. Il risultato è una storia avvincente, ben costruita e con uno stile molto godibile.
Abbiamo intervistato Chiara Moscardelli per conoscere qualcosa in più sul suo romanzo , la sua protagonista Penelope e, perché no, anche su di lei.
Il tuo libro è incentrato sull’afferrare l’attimo per la felicità. Cosa pensi sia la felicità?
E’ una domanda molto complessa. Io credo che la felicità sia desiderare ciò che si ha e riuscire a goderne. Di solito si desidera ciò che non si ha e questo genera frustrazione e infelicità.
Nella vita ci sono seconde possibilità di riscatto?
Assolutamente sì. La vita è bella per questo perché quando pensi sia finita, tutto ricomincia.
Quanto è autobiografico il tuo nuovo romanzo?
Abbastanza. I desideri di Penelope sono anche i miei, le amicizie, la ricerca della felicità. L’unica differenza è che penelope alla fine ce la fa a trovare quello che vuole, io ancora sto cercando. Ma è il bello della fiction!
Qual è il messaggio che vorresti passare al lettore?
Il romanzo insegna a bastare a noi stesse. Che insegnasse ad avere fiducia in noi. Spesso le donne si sentono inadeguate se non trovano l’uomo giusto o se non diventano madri. Ecco Penelope alla fine capisce che la fiducia deve imparare a cercarla in se stessa non all’esterno. Non siamo una mezza mela, ma una mela intera!
Penelope: ce la descrivi?
Penelope è goffa e maldestra. Molto insicura e inconsapevole delle sue qualità, e capacità. deve trovare il suo posto nel mondo e Milano, la città in cui si è trasferita da Bari, non la aiuta in questo. Pensa di non avere realizzato i suoi sogni, ma alcuni ce li ha davanti. Grazie all’affetto degli amici e dell’amore capisce più profondamente se stessa.
Tra intrighi e sorprese nel romanzo c’è anche l’amore. Cosa pensi sia e che posto occupa nella società di oggi?
Difficile oggi rispondere a questa domanda. L’amore è importante ma non è tutto. Come dicevo prima le donne single si sentono donne a metà. l’amore in realtà può manifestarsi in mille forme, non necessariamente solo nel principe azzurro che poi se arriva male non fa). Però dobbiamo anche essere pronte ad accoglierlo e amarci di più. L’amore verso noi stesse è quello a cui dobbiamo puntare e su cui non dobbiamo prescindere.
Il tuo stile fonde molto ironia ed intelligenza: trovi che l’ironia sia il valore aggiunto nella vita?
L’ironia è fondamentale. Aiuta a prendere distanza dalle cose. Se ci prendiamo troppo sul serio rischiamo di non riuscire a guardare oltre. Riderci sopra è il mio motto. male non ci farà di certo.
Come trovi l’idea per un tuo romanzo? Catturi momenti nella tua quotidianità?
Prevalentemente sì. Prendo tutto dal mio quotidiano, dalle persone che incontro, dalle storie che mi raccontano. Non ci crederai ma a volte penso che capitino tutte a me e allora dopo essermi disperata (e averci anche riso sopra) le scrivo!