Quando morirà Berlusconi….

Creato il 30 gennaio 2012 da Cristiana

Potremo dire tutto su di lui. Tranne che fosse un’ipocrita.

Questo è un aspetto del berlusconismo su cui dovremo ragionare a fondo. Siamo circondati di ipocrisie e commemorazioni ipocrite che quando qualcuno muore tutti lo ricordano, malgrado le sue azioni (come se la morte fosse un fatto straordinario e non assolutamente democratico). Questo afflato collettivo rischia, nel bene e nel male, di determinare una totale indistinzione, come se la morte ci rendesse tutti uguali. Una forma di ingiustizia post mortem. Io non ricorderò Andreotti come ho ricordato Pertini. Non ricorderò Cossiga come ho ricordato Berlinguer.

Berlusconi, oggi – tacendo sulla morte di Scalfaro, non partecipando in alcun modo alla commemorazione nazionale, nemmeno nel suo ruolo di ex uomo di Stato – riesce a spiccare, a manifestare una diversità, una vera e propria allergia ai salamelecchi e alla burocrazia dei sentimenti di Stato.

Forse questa è la sua attitudine che più di ogni altra ha creato consenso nel popolo italiano. La possibilità di ribellione, di sovvertire le regole, di evaderle ed essere felice, anzi di apparire giusto nel farlo. C’è del marcio in questo sentimento, dell’individualismo sfrenato che passa per un menefreghismo assoluto per il bene comune. Ma c’è anche – e saremmo folli a non coglierlo – un bisogno profondo di rappresentazione del reale, di concretezza estrema, di distinzione netta.

La natura di quella relazione tra Berlusconi e gli italiani mi sembra ancora totalmente incompresa. Malgrado tutto. E sta lì, a ricordarmi che non è ancora finita. Non ancora.


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