Quando nasce Superman, parte 2 – comic book

Creato il 02 dicembre 2013 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco
Speciale: Superman: speciale 75° anniversario


Proviamo a considerare la storia del fumetto come la vita di un uomo. Di seguito non narreremo tutte ma proprio tutte le vicende che l’hanno caratterizzato; ciò che maggiormente ci interessa invece, ai fini di una più facile comprensione di quella che è stata la genesi di Superman, è a che punto della vita di quest’uomo, a che punto della sua età prescolare, per essere precisi, si colloca la nascita dell’Uomo di Acciaio, in che contesto e con quali premesse. Molti studi e ricerche sono stati fatti per indicare la data di nascita del primo fumetto mai realizzato e puntualmente è comparso un qualcosa realizzato prima che ha costretto a retrodatarla. Ma se il fumetto, semplicemente inteso come racconto di storie che combina disegni e testo, ha origini difficili da stabilire con chirurgica esattezza, è molto più facile stabilire e datare la nascita del comic book (albo a fumetti) inteso così come esiste ai giorni d’oggi. 

Serve, in ogni caso, una piccola premessa riguardo alla pubblicazione di “strip” (strisce di 3/4 vignette stampate su una stessa linea) sui quotidiani venduti in America nei primi anni ’20. Per gli amanti della precisione segnaliamo che il 23 giugno del 1925 debutta sulle pagine dei quotidiani associati al McClure syndacate la prima striscia di successo: si tratta di “Life presents Skippy” di Percy Crosby, un personaggio che ottenne un grande successo a livello nazionale in breve tempo. Le syndacate erano (e sono) associazioni di editori che compravano strisce a fumetti dagli autori per distribuirle e farle pubblicare in tutti gli Usa sui quotidiani associati; un vero e proprio network di periodici locali quindi pubblicavano contemporaneamente (con una copertura quasi totale degli Stati Uniti d’America) lo stesso fumetto.


Dopo quasi cinque anni di successi sulle pagine di quotidiani le strisce iniziarono ad avere le loro pubblicazioni autonome sotto forma di volumetti che raccoglievano più strisce in ogni pagina; ormai la gente amava i personaggi che trovava ogni giorno in edicola e comprava le raccolte di ristampe (personaggi come Buck Rogers, Dick Tracy, Tarzan, Popeye e Little Orphan Annie avevano davvero un successo strepitoso tale da giungere fino ai nostri giorni). Il formato era sempre diverso, ogni casa editrice, nei tempi pionieristici a cavallo del 1930, realizzava albi nel formato che più le conveniva nel rapporto stampa/prezzo di vendita. 

Un primo tentativo di pubblicare nuove storie invece di ristampe lo si ebbe nel 1929; la rivista si chiamava “The Funnies” ed era edita dalla Dell Publishing and Eastern Color e cercò di presentare materiale inedito. Il tentativo durò pochissimo, la gente non si affezionò a nuovi personaggi e nuove storie.

I primi albi a presentare materiale inedito che ebbero un grandissimo successo di pubblico furono albi gratuiti. Nell’aprile del 1933 la Gulf Oil apprezzò il suggerimento di Harry Windenberg di distribuire fumetti nuovi e gratuiti alle stazioni di benzina e “Gulf Comic Weekly” diventò un fumetto d’avventura completamente a colori stampato e regalato in più di due milioni di copie. In seguito anche altre compagnie petrolifere seguirono la Gulf (la Shell, per esempio) distribuendo fumetti inediti, ma anche poster, pupazzetti, maschere. Questo successo portò la casa editrice Eastern Color a realizzare in partnership con George Delacorte una rivista, “Funnies on Parade”, con un supplemento chiamato “Famous Funnies”, che ebbe un discreto successo a partire dal primo numero (maggio 1934) pubblicando strisce di valore storico e artistico quali, ad esempio, quelle disegnate da Frank Frazetta (vero e proprio maestro nell’arte del fumetto). Anche questo secondo tentativo non ebbe, nonostante il successo iniziale, un seguito duraturo; i rivenditori non mostrarono interesse nelle serie che non vennero più ordinate e quindi rivendute. 

Erano chiaramente però maturi i tempi per l’ultimo e decisivo tentativo, fortunato, di Malcolm Wheeler-Nicholson. Il racconto di quello che realizzò il Maggiore Wheeler-Nicholson è la storia di un uomo sfortunato e geniale. Ex ufficiale di cavalleria, sportivo, avventuriero e saltuariamente scrittore di romanzi d’avventura, fu una delle poche persone che ha contribuito in maniera attiva e decisiva alla nascita del fumetto statunitense nel formato così come lo conosciamo oggi, a settant’anni di distanza, e in particolare alla pubblicazione di Superman; come Siegel & Shuster, però, tutto questo non gli diede né onori né fama né successo economico.

Nel 1935 il Maggiore Wheeler-Nicholson concepì l’idea di creare un albo a fumetti realizzati esclusivamente per lui da giovani autori nel formato 10’ x 15’ (cm 25,4 x 38,1) per trentasei pagine con copertina a colori; la sua casa editrice, la National Allied Publications, con base operativa a New York, pubblicò il primo numero della rivista a fumetti “New Fun” nel febbraio del 1935. Per “The Overstreet Comic Book Price Guide (1) questo albo è “il primo prototipo di fumetto moderno, nel quale viene presentato un formato antologico di personaggi in maniera continuativa ed orginale piuttosto che materiale già edito”.

Era la terza volta in cui si pensava ad un albo a fumetti solo come un albo di storie inedite, abbandonando il concetto di raccolta di strisce già edite sui quotidiani (e il Maggiore resterà anche nella storia per il compenso -$5- che prometteva ai suoi autori per ogni pagina di fumetto realizzata). Questo, alla lunga, fece sì che gli autori (soprattutto i disegnatori) si sentissero sempre meno costretti dal formato della striscia a realizzare storie con una rigida gabbia di vignette orizzontali della stessa grandezza. 

Nel dicembre 1935 Wheeler-Nicholson lanciò la seconda pubblicazione, “New Comics” passando ad 80 pagine a numero. La descrizione della rivista ci viene dalle parole del creatore: “…una rivista di storie dipinte […] piene di risate e brividi, personaggi comici di ogni tipo… eroi avventurieri, investigatori, piloti temerari dei giorni d’oggi e superuomini eroici dei giorni che verranno…”.

Nel 1936 il formato divenne più piccolo, si passò alle dimensioni 7’1/2” x 10’1/2” (cm 19,05 x 26,67) per motivi drammaticamente economici, minore utilizzo di carta e ottimizzazione dell’uso del foglio che viene stampato e poi tagliato in pagine; formato che, con qualche taglio successivo, sarà quello definitivo dei comics statunitensi dalla Golden Age in poi.

Il comic book d’avventura, così come pensato ed edito da Wheeler-Nicholson, contiene, in nuce, tutti gli attributi classici che ancora sono caratterizzanti del genere: copertine colorate accattivanti e che spesso strizzano l’occhio al lettore invitandolo esplicitamente a comprare l’albo; protagonisti che promettono storie avvincenti e coinvolgenti; personaggi fissi in ogni uscita; serialità, frutto dei ricordi dei romanzetti di avventura a puntate che il Maggiore aveva visto in Europa, di “to be continued” alla fine di ogni numero. 

Anche se l’idea di pubblicare storie inedite risparmiando sui costi (durante la Depressione costava meno pagare nuove storie che i diritti ai Syndacate per quelle già edite sui quotidiani) era quella vincente, il Maggiore dovette scontrarsi con una cronica mancanza di liquidità; con gli albi in stampa, nel 1937, Wheeler-Nicholson aveva i creditori alla porta e non potè più reggere economicamente le redini di una azienda che sarebbe diventata una fabbrica di soldi; il Maggiore entrò quindi in società con il suo tipografo, Harry Donenfeld, e venne creata una nuova casa editrice (che risultava essere di proprietà dello stesso Maggiore e del contabile di Donenfeld, Jack Leibowitz). La nuova casa editrice venne battezzata DC, a seguito dell’uscita (e del successo con il quale il pubblico la premiò) della terza rivista, “Detective Comics”, lanciata nel marzo del 1937 e prima rivista strettamente monotematica poiché incentrata esclusivamente su storie poliziesche (2).

Detective Comics”, più che una serie a fumetti, è la spina dorsale della storia statunitense dei comic books.

Citiamo solo tre motivi: già sul primo numero viene pubblicata una storia di due autori, Siegel & Shuster (il numero uno è oggi quotato circa 590 mila dollari in ottime condizioni); nel numero 27 vede la luce il personaggio di Batman (l’albo è oggi quotato in condizioni ottimali 2,26 milioni di dollari); ha tagliato, con un albo datato gennaio 2005, il clamoroso e prestigioso traguardo degli 800 numeri, confermandosi come una delle serie regolari più longeve (nel 2012 ha festeggiato i settantacinque anni di pubblicazione) e di successo in assoluto. 

Nel 1938 il Maggiore Wheeler-Nicholson abbandonò la società, e, semplicemente, scomparve dal campo fumettistico, così come ci si aspetterebbe da un militare di vecchio stampo di fronte ad una debacle. Resterà, nella storia e nei ricordi dei pionieri dell’epoca, come uno degli uomini più coraggiosi e intraprendenti che scommisero sul medium fumetto. 

Tra il 1935 ed il 1938 decine di pubblicazioni, più o meno originali, di successo, con ristampe o storie originali, vennero edite. Il fumetto, in contemporanea con l’uscita degli Stati Uniti dalla Grande Depressione, divenne un mezzo espressivo di successo, in ascesa lenta ma costante. Nel 1938 la DC Comics lanciò una nuova rivista, “Action Comics”. Qui la storia del comic book si intreccia strettamente con la storia di Superman, la storia tout court e, soprattutto, con quella dei giovani (ventiquattrenni e non adolescenti, nel 1938) Jerome Siegel e Joseph Shuster. 

Del come Superman diventi il personaggio di copertina di Action Comics parleremo di seguito; ci piace aggiungere qualche altra informazione sul mondo fumettistico nordamericano. Il Comics Book, come tutte le “cose serie” è oggetto di studi storici e tentativi di datazione. E’ in atto da anni una disputa sul come organizzare i periodi della storia del Comic Book in Usa; da più parti sono state avanzate idee e proposte che tengono conto di omogeneità fra edizioni e di bruschi cambi di direzione del “medium”.

Segnaliamo di seguito un tentativo di classificazione lanciato dal “The Overstreet Comic Book Price Guide” (3) .

Secondo quanto proposto le età del fumetto sono le seguenti:

1828/1899   Victorian Age

1900/1938   Platinum Age

1938/1945   Golden Age (a partire da Action Comics n.1)

1945/1956   Atom Age

1956/1973   Silver Age

1973/1985   Broze Age (a partire da Amazing Spider Man 121 del giugno 1973 – perdita dell’innocenza con l’episodio della morte di Gwen Stacy-)

1985/1992   Copper Age (a partire dalla miniserie Crisis on Infinite Earth)

1992/1999   Chrome Age (a partire dall’avvento della casa editrice Image)

2000/   Modern Age

Un “turning point” comune a tutti i vari tentativi di classificazione è la data, giugno 1938, della pubblicazione di Action Comics n.1 (4); è, per chiunque si accinga a guardare con minima attenzione la storia del fumetto, un momento di svolta su vari livelli. Ha sancito la nascita del fumetto come mezzo di comunicazione di massa; ha regalato il successo ad un formato di pubblicazione rimasto pressoché invariato per settanta anni; ha stabilito canoni narrativi e seriali frutto di studi semantici e sociologici; è stato il veicolo per l’affermazione del successo di un personaggio, Superman, che, volenti o nolenti, dobbiamo considerare come uno dei personaggi di fiction più famosi al mondo (5) .

Note

  1. “The Overstreet Comic Book Price Guide” 22a  edizione (1992) [↩]
  2. anche se una piccola leggenda suggerisce che DC stia per “Donenfeld Comics” [↩]
  3. “The Overstreet Comic Book Price Guide” 22a  edizione (1992 [↩]
  4. Pare che al mondo vi siano ancora solo un centinaio di copie; una di esse è stata venduta all’asta nel 2010 per 1,5 milioni di dollari. Oggi una copia in condizioni ottimali è valutata circa 2,7 milioni di dollari. Alcuni utili link, qui e qui [↩]
  5. l’autore Harlan Ellison lo ha definito “uno dei cinque personaggi di fantasia conosciuti da ogni uomo, donna o bambino sul pianeta” -gli atri sono Mickey Mouse, Sherlock Holmes, Tarzan e Robin Hood – [↩]
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