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Proviamo a considerare la storia del fumetto come la vita di un uomo. Di seguito non narreremo tutte ma proprio tutte le vicende che l’hanno caratterizzato; ciò che maggiormente ci interessa invece, ai fini di una più facile comprensione di quella che è stata la genesi di Superman, è a che punto della vita di quest’uomo, a che punto della sua età prescolare, per essere precisi, si colloca la nascita dell’Uomo di Acciaio, in che contesto e con quali premesse. Molti studi e ricerche sono stati fatti per indicare la data di nascita del primo fumetto mai realizzato e puntualmente è comparso un qualcosa realizzato prima che ha costretto a retrodatarla. Ma se il fumetto, semplicemente inteso come racconto di storie che combina disegni e testo, ha origini difficili da stabilire con chirurgica esattezza, è molto più facile stabilire e datare la nascita del comic book (albo a fumetti) inteso così come esiste ai giorni d’oggi.
Serve, in ogni caso, una piccola premessa riguardo alla pubblicazione di “strip” (strisce di 3/4 vignette stampate su una stessa linea) sui quotidiani venduti in America nei primi anni ’20. Per gli amanti della precisione segnaliamo che il 23 giugno del 1925 debutta sulle pagine dei quotidiani associati al McClure syndacate la prima striscia di successo: si tratta di “Life presents Skippy” di Percy Crosby, un personaggio che ottenne un grande successo a livello nazionale in breve tempo. Le syndacate erano (e sono) associazioni di editori che compravano strisce a fumetti dagli autori per distribuirle e farle pubblicare in tutti gli Usa sui quotidiani associati; un vero e proprio network di periodici locali quindi pubblicavano contemporaneamente (con una copertura quasi totale degli Stati Uniti d’America) lo stesso fumetto.
Dopo quasi cinque anni di successi sulle pagine di quotidiani le strisce iniziarono ad avere le loro pubblicazioni autonome sotto forma di volumetti che raccoglievano più strisce in ogni pagina; ormai la gente amava i personaggi che trovava ogni giorno in edicola e comprava le raccolte di ristampe (personaggi come Buck Rogers, Dick Tracy, Tarzan, Popeye e Little Orphan Annie avevano davvero un successo strepitoso tale da giungere fino ai nostri giorni). Il formato era sempre diverso, ogni casa editrice, nei tempi pionieristici a cavallo del 1930, realizzava albi nel formato che più le conveniva nel rapporto stampa/prezzo di vendita.
Un primo tentativo di pubblicare nuove storie invece di ristampe lo si ebbe nel 1929; la rivista si chiamava “The Funnies” ed era edita dalla Dell Publishing and Eastern Color e cercò di presentare materiale inedito. Il tentativo durò pochissimo, la gente non si affezionò a nuovi personaggi e nuove storie.
Era la terza volta in cui si pensava ad un albo a fumetti solo come un albo di storie inedite, abbandonando il concetto di raccolta di strisce già edite sui quotidiani (e il Maggiore resterà anche nella storia per il compenso -$5- che prometteva ai suoi autori per ogni pagina di fumetto realizzata). Questo, alla lunga, fece sì che gli autori (soprattutto i disegnatori) si sentissero sempre meno costretti dal formato della striscia a realizzare storie con una rigida gabbia di vignette orizzontali della stessa grandezza.
Nel dicembre 1935 Wheeler-Nicholson lanciò la seconda pubblicazione, “New Comics” passando ad 80 pagine a numero. La descrizione della rivista ci viene dalle parole del creatore: “…una rivista di storie dipinte […] piene di risate e brividi, personaggi comici di ogni tipo… eroi avventurieri, investigatori, piloti temerari dei giorni d’oggi e superuomini eroici dei giorni che verranno…”.
Nel 1936 il formato divenne più piccolo, si passò alle dimensioni 7’1/2” x 10’1/2” (cm 19,05 x 26,67) per motivi drammaticamente economici, minore utilizzo di carta e ottimizzazione dell’uso del foglio che viene stampato e poi tagliato in pagine; formato che, con qualche taglio successivo, sarà quello definitivo dei comics statunitensi dalla Golden Age in poi.
Il comic book d’avventura, così come pensato ed edito da Wheeler-Nicholson, contiene, in nuce, tutti gli attributi classici che ancora sono caratterizzanti del genere: copertine colorate accattivanti e che spesso strizzano l’occhio al lettore invitandolo esplicitamente a comprare l’albo; protagonisti che promettono storie avvincenti e coinvolgenti; personaggi fissi in ogni uscita; serialità, frutto dei ricordi dei romanzetti di avventura a puntate che il Maggiore aveva visto in Europa, di “to be continued” alla fine di ogni numero.
“Detective Comics”, più che una serie a fumetti, è la spina dorsale della storia statunitense dei comic books.
Citiamo solo tre motivi: già sul primo numero viene pubblicata una storia di due autori, Siegel & Shuster (il numero uno è oggi quotato circa 590 mila dollari in ottime condizioni); nel numero 27 vede la luce il personaggio di Batman (l’albo è oggi quotato in condizioni ottimali 2,26 milioni di dollari); ha tagliato, con un albo datato gennaio 2005, il clamoroso e prestigioso traguardo degli 800 numeri, confermandosi come una delle serie regolari più longeve (nel 2012 ha festeggiato i settantacinque anni di pubblicazione) e di successo in assoluto.
Nel 1938 il Maggiore Wheeler-Nicholson abbandonò la società, e, semplicemente, scomparve dal campo fumettistico, così come ci si aspetterebbe da un militare di vecchio stampo di fronte ad una debacle. Resterà, nella storia e nei ricordi dei pionieri dell’epoca, come uno degli uomini più coraggiosi e intraprendenti che scommisero sul medium fumetto.
Del come Superman diventi il personaggio di copertina di Action Comics parleremo di seguito; ci piace aggiungere qualche altra informazione sul mondo fumettistico nordamericano. Il Comics Book, come tutte le “cose serie” è oggetto di studi storici e tentativi di datazione. E’ in atto da anni una disputa sul come organizzare i periodi della storia del Comic Book in Usa; da più parti sono state avanzate idee e proposte che tengono conto di omogeneità fra edizioni e di bruschi cambi di direzione del “medium”.
Segnaliamo di seguito un tentativo di classificazione lanciato dal “The Overstreet Comic Book Price Guide” (3) .
Secondo quanto proposto le età del fumetto sono le seguenti:
1828/1899 Victorian Age
1900/1938 Platinum Age
1938/1945 Golden Age (a partire da Action Comics n.1)
1945/1956 Atom Age
1956/1973 Silver Age
1973/1985 Broze Age (a partire da Amazing Spider Man 121 del giugno 1973 – perdita dell’innocenza con l’episodio della morte di Gwen Stacy-)
1985/1992 Copper Age (a partire dalla miniserie Crisis on Infinite Earth)
1992/1999 Chrome Age (a partire dall’avvento della casa editrice Image)
2000/ Modern Age
Un “turning point” comune a tutti i vari tentativi di classificazione è la data, giugno 1938, della pubblicazione di Action Comics n.1 (4); è, per chiunque si accinga a guardare con minima attenzione la storia del fumetto, un momento di svolta su vari livelli. Ha sancito la nascita del fumetto come mezzo di comunicazione di massa; ha regalato il successo ad un formato di pubblicazione rimasto pressoché invariato per settanta anni; ha stabilito canoni narrativi e seriali frutto di studi semantici e sociologici; è stato il veicolo per l’affermazione del successo di un personaggio, Superman, che, volenti o nolenti, dobbiamo considerare come uno dei personaggi di fiction più famosi al mondo (5) .
Note
- “The Overstreet Comic Book Price Guide” 22a edizione (1992) [↩]
- anche se una piccola leggenda suggerisce che DC stia per “Donenfeld Comics” [↩]
- “The Overstreet Comic Book Price Guide” 22a edizione (1992 [↩]
- Pare che al mondo vi siano ancora solo un centinaio di copie; una di esse è stata venduta all’asta nel 2010 per 1,5 milioni di dollari. Oggi una copia in condizioni ottimali è valutata circa 2,7 milioni di dollari. Alcuni utili link, qui e qui [↩]
- l’autore Harlan Ellison lo ha definito “uno dei cinque personaggi di fantasia conosciuti da ogni uomo, donna o bambino sul pianeta” -gli atri sono Mickey Mouse, Sherlock Holmes, Tarzan e Robin Hood – [↩]
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