Si commenta da solo. Un sistema bancario dove 150 mila risparmiatori vengono coinvolti nei salvataggi bancari, non è solido per definizione.
Come ho scritto in altre occasioni in questo blog, magari per trarne vantaggi personali, a qualcuno potrebbe far comodo incutere terrore tra i risparmiatori affermando che le banche italiane sono tutte fallite. Ma così non è. In Italia esistono molte banche in gravi difficoltà (i recenti "salvataggi" ne costituiscono prova tangibile), ma ce ne sono anche altre le cui possibilità di dissesto sono assai remote. LEGGI QUI
Ma ciò non toglie che esistano comunque molti elementi di fragilità che riguardano ampi strati del settore bancario.Linkerblog, che a mio avviso è uno dei migliori siti che analizza questioni legate al mondo delle banche , traccia del sistema bancario nel suo complesso un quadro assai poco rassicurante, e in un articolo parla di "Caos senza precedenti nel mondo del credito" Qui potete leggere l'articolo di Bolognini
Ritornando al ministro Padoan, a proposito dell'indebitamento delle famiglie italiane (che secondo il ministro sono tra le meno indebitate in Europa), qualche tempo fa scrissi un paio di articoli, cercando di fotografare la realtà delle cose che, ovviamente, è assai diversa rispetto a ciò afferma il ministro.
OPS!!! PARE CHE ABBIAMO UN LIEVISSIMO PROBLEMA DI SOSTENIBILITA' DEL DEBITO PRIVATO
Appena ieri abbiamo pubblicato un post sulle sofferenze del sistema bancario, tema assai caro in questi pixel.
Eravamo giunti alla conclusione che:1) Il ritmo di esplosione delle sofferenze e dei crediti deteriorati, benché migliorato negli ultimi mesi, rimane comunque a livelli di massimo allarme.
2) Se nel prossimo futuro non si dovesse assistere ad una inversione del ciclo economico verso un sentiero di crescita robusto e duraturo (ipotesi assi improbabile), le banche si troveranno a dover affrontare significativi peggioramenti dei volumi delle sofferenze e dei crediti deteriorati, che peggiorerebbero significativamente il rapporto con il capitale e riserve.
3) Quanto appena affermato è tanto più vero se si considera che, allo stato attuale, i crediti deteriorati (333 miliardi) rappresentano oltre l'80% del capitale e delle riserve 4) Il numero dei soggetti insolventi supera il milione e duecento mila unità, e sono soggetti ai quali è inibita la possibilità di accesso al credito. Questa grandezza peggiora significativamente se si considerano anche tutti i soggetti titolari di posizione incagliate, ristrutturate o scadute. 5) E' difficile immaginare che le banche possano tornare a concedere credito, stante la fragilità del contesto economico e il deterioramento della qualità del credito in ampi strati di soggetti già alle prese con alti livelli di indebitamento. Ieri sera non avevo niente di meglio da fare e mi sono fatto un giro nella banca dati dell'Ocse per conoscere alcuni dati, non prima di aver visitato quella di Eurostat. Da quest'ultima ho ricavato questo grafico:
Rappresenta l'incremento del debito privato (famiglie e imprese non finanziarie) dal 1999 al 2012, nei vari paesi considerati. Lasciamo perdere molti ragionamenti che potremmo fare a proposito dell'aumento del debito privato, che faremo nei prossimi giorni. Concentriamoci sull'Italia.
Si osserva che il debito privato dell'Italia è aumentato di circa 52 punti di Pil dal 1999 al 2012. L'ultimo dato disponibile ci dice che il debito privato in rapporto al PIl è al 126%. Tradotto in soldoni: circa 1900 miliardi di euro
Questo dato contempla sia i prestiti alle famiglie che alle imprese non finanziarie.
Il debito si ripaga con il reddito prodotto da chi lo ha contratto, a meno che non si dispongano di altre sostanze che debbono essere comunque smobilizzate per far fronte al puntuale pagamento dei debiti.
La crisi che si protrae dal 2009 ha prodotto un drammatico ridimensionamento del reddito reale disponibile della famiglie. I motivi sono molti e sono tutti noti: aumento della pressione fiscale, perdita del potere di acquisto per via dell'inflazione (quando c'era), esplosione della disoccupazione e della sottoccupazione che hanno avuto l'effetto di comprimere i redditi per via di una maggiore offerta di lavoro non compensata da altrettanta domanda, ecc ecc. Fatto è che la drammatica situazione della caduta del reddito disponibile delle famiglie è rappresentata nel grafico che segue.
Essendo, questa, anche e sopratutto, una crisi da debito, con i redditi disponibili ai livelli del 1995 e con l'indebitamento quasi raddoppiato rispetto ad allora, le alternative sono sostanzialmente due:
1) Si contraggono i consumi e gli investimenti per pagare i debiti, con ovvie ricadute sulla tenuta del Pil, che finisce per provocare l'avvitamento dell'economia e quindi l'ulteriore esplosione delle sofferenze bancarie che, a loro volta, finiscono per determinare un ulteriore stretta creditizia che deprime ulteriormente l'economia.2) Si sostengono i consumi e gli investimenti, non ripagando i debiti. Il che genera ugualmente un effetto dirompente sui fragili bilanci bancari, che continuano a imbarcare incagli e sofferenze con gli effetti descritti sopra.
Se l'Italia, nel prossimo futuro (immediato), non dovesse agganciare qualche forma di ripresa robusta, vigorosa e duratura (assai improbabile, nelle condizioni attuali), non rimane difficile immaginare una triste sequenza di fallimenti privati e pubblici, assai difficili da arginare e controllare.
QUELLI CHE LE FAMIGLIE ITALIANE SONO POCO INDEBITATE
Secondo voi, a quale paese appartiene il primato per la performance peggiore dei redditi reali, dal 1995 in avanti? Alla Grecia? NOOOO!!!! Al Portogallo? NEMMENO PER SOGNO. Alla Spagna? NEANCHE A DIRLO. APPARTIENE ALL'ITALIA, che attualmente "vanta" un reddito reale pro capite analogo a quello che aveva nel 1996. Nessuno, dei paesi considerati, riesce a fare peggio dell'Italia. Nemmeno la disastrata Grecia. Però vi dicono che siamo in ripresa....Spesso, da parte di molti esponenti politici, sentiamo dire che le famiglie italiane sono poco indebitate. Ma come si sa, nel mondo tutto è molto relativo e quando si afferma che le famiglie sono poco indebitate, occorrerebbe capire rispetto a chi, o rispetto a cosa. Quindi, questa affermazione meriterebbe qualche ragionamento in più.
Ad esempio, si potrebbe partire con questo grafico, che ci consente di osservare la dinamica del debito delle famiglie nei paesi considerati.
Come è possibile osservare, in sintonia con il primo grafico del post, nel periodo 1995-2014, tutti i paesi presi in esame hanno visto aumentare i redditi reali pro capite. Addirittura la Grecia, benché lontana dalla performance della Germania e della Spagna, è riuscita ad aumentare i redditi reali di circa il 15%. L'Italia, invece, si ferma ad appena il 2%.
Visto in questa ottica, il livello di indebitamento delle famiglie italiane appare assai meno virtuoso di ciò che si tende a far credere.
Infatti, mettendo insieme la variazione del debito privato e la variazione del reddito reale nel periodo 1994-2014, otteniamo il seguente grafico
- la Germania ha ridotto l'indebitamento, e i redditi reali in aumento del 26%:
- In Francia l'aumento dell'indebitamento ha seguito la stessa dinamica dell'aumento dei redditi;
- in Grecia, l'indebitamento delle famiglie è aumentato di oltre 4 volte rispetto alla variazione dei redditi;
- In Spagna la variazione dell'indebitamento è stata quasi doppia rispetto all'aumento dei redditi
- Mentre in Italia, il ritmo di aumento del debito privato (sempre riferito alle famiglie) è stato 12 volte superiore a quello della crescita dei redditi reali.