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Quando si tratta di decidere, il Governo del Fare non sbaglia una mossa: le sbaglia tutte: vedi alle voci "Wi-Fi" e "Banda Larga"

Creato il 24 luglio 2013 da Tafanus

Torna la liberalizzazione del wi-fi, che un emendamento al Decreto Legge del Fare aveva limitato, ma si accorcia la coperta dei fondi per lo sviluppo della banda larga nel nostro paese. E non di poco. Con le ultime modifiche del decreto del Fare il governo ieri notte ha deciso di tagliare i fondi mandando in crisi il piano nazionale che mirava a eliminare il digital divide entro il 2014, cioè a coprire tutti gli italiani con banda larga ad , grazie a fondi pubblici. Salvo rimedi in extremis (quando il decreto arriverà al Senato), adesso bisognerà aspettare chissà quanto per questo obiettivo.

Che sforbiciata ai fondi per l'internet veloce. E' stata una decisione presa all'ultimo momento. Nella stessa seduta in cui hanno liberato il Wi-Fi, le Commissioni Bilancio e Affari e Costituzionali si sono resi conto che c'era un problema di copertura finanziaria al decreto e quindi hanno preso i fondi da altre voci, tra cui la banda larga. Invece si è deciso di salvare i fondi per le tivù locali. Ancora una volta il governo sceglie di finanziare la tivù a spese di internet. Si tratta di 20 milioni sui 150 milioni che l'Agenda Digitale stanziava (con il decreto Crescita 2.0) per eliminare il digital divide nel Centro-Nord entro il 2014. In realtà il decreto indicava il termine del 2013, per l'obiettivo copertura totale, ma i bandi per usare questi fondi per costruire reti banda larga sono appena partiti e quindi il ministero allo Sviluppo economico aveva già rimandato al 2014 il traguardo. Adesso chi lo sa: bisognerà ritrovare da qualche parte quei 20 milioni mancanti, anche perché nel frattempo il ministero ci aveva fatto affidamento nei vari accordi con le Regioni dove vengono fatti i bandi [...]

Per salvare il piano nazionale banda larga da ulteriori rinvii, ora la sola speranza è che il decreto Fare possa essere modificato al Senato- visto che alla Camera andrà con la fiducia. Ma è ridotta al lumicino, dati i tempi stretti con cui il governo intende chiuderlo. "Peccato che il governo abbia scelto di penalizzare la banda larga, fattore abilitante di crescita economica e innovazione", commenta a caldo, a Repubblica.it, Stefano Quintarelli, parlamentare di Scelta Civica ed esperto di internet (...e peccato che Stefano Quintarelli non abbia stigmatizzato il fatto che la "scelta civica" di investire sulla banda larga che - a detta di tutti gli esperti - è uno dei maggiori motori dello sviluppo, no sia stata presa e poratata avanti dal suo padrone Mario Monti, così efficiente... NdR)

Il Wi-fi torna libero. Le commissioni Affari Costituzionali e bilancio della Camera, che ieri sera hanno 'riesaminato' il provvedimento rinviato dall'aula, hanno approvato la modifica preannunciata dal presidente della commissione Bilancio, Francesco Boccia (Pd), il solo che poteva proporli e che ha raccolto il disappunto emerso davanti al precedente testo del decreto. L'emendamento, a firma dei relatori come tutte quelli approvati ieri, stabilisce che "l'offerta di accesso alla rete internet al pubblico tramite tecnologia wi-fi non richiede l'identificazione personale degli utilizzatori. Quando l'offerta di accesso non costituisce l'attività commerciale prevalente del gestore del servizio, non si applicano le norme del codice delle comunicazioni elettroniche e del decerto legge antiterrorismo del 2005" [...]

E' stata cancellata tutta la parte relativa all'obbligo di tracciare il Mac Address associandolo all'indirizzo IP in uno speciale registro, Il gestore adesso non è tenuto più ad alcun obbligo né a conservare dati dell'utente, e quindi questa scelta risponde alle richieste anche del Garante della Privacy. L'obbligo di identificazione era già decaduto nel 2011 insieme con il decreto Pisanu, ma tutto è rimasto sospeso perché era necessaria una norma che facesse chiarezza sugli obblighi per gli esercenti dei locali pubblici, come ad esempio il dover segnalare il proprio hot spot Wi-fi alla Questura.

.d) Siamo arrivati alla sovrumana intelligenza di ostacolare il wi-fi libero da parte dei gestori professionali e non (roba che non costa niente allo stato, ma semmai genera maggiori entrate (e tasse) in alcuni locali pubblici, barattando tutto ciò, in termini semantici, col dover tagliare fondi destinati alla banda larga (e cioè ad una cosa che genera crescita per essere prodotta, e genera efficienza e competitività a favore di chi può godere di buoni collegamenti.

Quando Francesca Pascale, la "ragazza" di Berlusconi", ciucciava allusiva il ca...lippo a Telecafona

Quando si tratta di decidere, il Governo del Fare non sbaglia una mossa: le sbaglia tutte: vedi alle voci

Ed ecco i dati (d'élite e nei dintorni dell'Italietta) della velocità effettiva, in ambiente domestico, di Internet. Dati forniti su larga base statistica sperimentale dal sito speedtest.net:

Quando si tratta di decidere, il Governo del Fare non sbaglia una mossa: le sbaglia tutte: vedi alle voci

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Quando si tratta di decidere, il Governo del Fare non sbaglia una mossa: le sbaglia tutte: vedi alle voci

Italia orgogliosamente 86°. Ci superano persino Cipro, la Libia, le Mauritius, la Namibia, il Ghana... E noi siamo quelli che nei piani berlusconiani dovevamo aiutare gli arretrati paesi africani a colmare il digital- divide... E se iniziassimo ad occuparci della Lombardia mitteleuropea? Portarla magari almeno ai livelli del Gana? Ma ora niente paura. Il Governo del Fare Decretini del Fare, in un paio d'anni garantirà persino allo hinterland di Milano i due megabits

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