Quando uscirà l’aggiornamento per il mio smartphone o tablet? Android Blog Italia.
Quando uscirà l’aggiornamento per il mio smartphone o tablet? E’ una domanda che noi utilizzatori ci siamo posti almeno una volta nella vita e a cui spesso non abbiamo trovato risposta. Il problema si pone principalmente utilizzando prodotti di fascia medio bassa per i quali il supporto software non sempre è garantito.
In questo articolo vogliamo dunque fare il punto della situazione per quanto riguarda la questione aggiornamenti nel mondo Android, andando a vedere quali sono le principali motivazioni per cui spesso gli utenti vanno in una specie di “panico da mancato update” e perché i produttori decidono di abbandonare un dispositivo piuttosto che un altro.
Aggiornamenti Garantiti per 18 mesi
Torniamo in dietro nel 2011, anno nel quale Google aveva da poco annunciato la nuova versione di Android Ice Cream Sandwich, e nel quale ha posto le prime direttive per ridurre la frammentazione tra terminali assicurando 18 mesi di aggiornamenti ai principali modelli proposti dai produttori. La questione degli aggiornamenti, specialmente nel mercato Android, rappresenta da sempre un punto cruciale in fase di acquisto di un nuovo terminale. Quando il compratore deve scegliere un terminale valuta sempre di più quali sono i modelli più supportati, e questo Google ed i produttori lo sanno, per questo motivo dal 2011 è stata fondata la Android Update Alliance, una specie di associazione in cui brand come Verizon, Samsung, Sony, LG, TMobile, Motorola, Vodafone, AT&T e Google, si impegnavano a fornire le versioni più aggiornate dell’androide almeno per 18 mesi dal lancio di un nuovo terminale.
Purtroppo sappiamo tutti che non sempre le promesse sono state mantenute e il livello di frammentazione delle varie versioni di Android è andato via via aumentando. Come abbiamo già detto i terminali più abbandonati sono spesso quelli di fascia più bassa. Nonostante la promessa di update software, la Android Update Alliance pone delle condizioni, l’obbligo infatti non si estende per quei terminali il cui hardware è considerato non adeguato a supportare a pieno una nuova versione. Di fatto, in questo modo, le aziende possono giocarsi la carta dell’obsolescenza per tagliare il supporto software ai propri prodotti.
Stop alle Certificazioni per ridurre la frammentazione
Visto che le misure adottate nel 2011 non sono state sufficienti a garantire una riduzione della frammentazione dei sistemi operativi nei vari terminali, Google quest’anno è corsa ai ripari mettendo nuovi paletti all’utilizzo del proprio software. Nonostante Android sia un sistema operativo Open Source, se le aziende vogliono implementare i servizi di Big G (Google Mobile Services) devono necessariamente sottoporre i propri firmware all’approvazione della casa di Mountain View. Sfruttando questo passaggio Google ha adottato una nuova politica che blocca le approvazioni in caso la versione software sottoposta alla certificazione sia troppo obsoleta rispetto all’ultima release disponibile.
Grazie a questo nuovo paletto perciò i produttori non potranno, ad esempio, sottoporre ad approvazione firmware con Android 4.2 dopo il 23 Aprile o con la 4.3 dopo il 31 luglio. Tale rimedio ovviamente non porrà fine alla frammentazione, ma nel corso del tempo ridurrà drasticamente le versioni obsolete in circolazione.
Aggiornare Android: quando è realmente necessario?
Partiamo con il presupposto che la frenesia derivata dagli aggiornamenti che si crea negli utenti più esigenti è spesso spasmodica e insensata. E’ ovvio che quando un acquirente spende 600 o 700 euro per un terminale pretenda di essere supportato, ma gli aggiornamenti in sé, portano veramente sempre novità tangibili? La risposta probabilmente tende verso il no. Grazie alle personalizzazioni dei vari brand le funzioni variano da dispositivo a dispositivo, rendendo le versioni di Android sempre più un numero che lascia il tempo che trova se paragonato a ciò che consentono di fare le varie personalizzazioni del produttore. Quanti di voi ad esempio hanno riscontrato grossi benefici nel passare da Android 4.3 all’ultima release KitKat?
Spesso noi utenti purtroppo ci focalizziamo troppo sul numero di versione lasciando in disparte la sostanza. Per ogni nuova release cresce l’aspettativa, e si tende a pensare che con quella nuovissima build il proprio terminale possa trasformarsi in qualcosa di unico, la verità purtroppo, è che spesso dopo l’aggiornamento non ci accorgiamo nemmeno di quali sono le differenze.
Quando si parla di aggiornamenti dunque bisognerebbe sempre pensare bene a ciò che si desidera, preferite infatti una nuova versione con un nuovo numero da mostrare nella schermata delle informazioni, o vorreste ad esempio che i produttori si impegnassero di più ad ottimizzare il pacchetto di personalizzazioni che a volte causano rallentamenti e pesano sullo storage più della versione di Windows che avete nel vostro PC?
Ansia da prestazione
Inutile negarlo, ogni volta che premiamo con le nostra dita sul pulsante “aggiorna” comincia a partire una certa ansia su come sarà la nuova versione, se soddisferà le aspettative, se sarà più veloce, se avrà nuove funzioni, se sarà stabile, se aumenterà l’autonomia, etc. L’ansia che si crea nell’installazione di un aggiornamento è la stessa che probabilmente sfama la fatidica “scimmia” di noi appassionati, perché è innegabile che da utenti esigenti, vogliamo avere sempre l’ultima novità.
La delusione però è dietro l’angolo ed a molti è capitato che la corsa all’aggiornamento abbia addirittura peggiorato l’esperienza d’utilizzo del proprio dispositivo. Battery Drain, crash e malfunzionamenti di vario tipo sono purtroppo una realtà per molti terminali in tutto il mondo. Non sempre perciò aggiornare è un vantaggio, e molti l’hanno provato sulla propria pelle. La colpa ovviamente va imputata ai vari brand e non certo a chi esegue l’upgrade al day one. Viene da chiedersi perciò se ha senso dare tutta questa attenzione ad una nuova versione quando purtroppo non si sa nemmeno se effettivamente il nostro dispositivo funzionerà “almeno” come prima.
Chi aggiorniamo?
La scelta dei terminali non è ovviamente basata sulla sorte. Ogni produttore in base alle proprie politiche aziendali può decidere quanti e quali dispositivi riceveranno l’aggiornamento ad ogni nuova versione. HTC recentemente ha fornito un’interessante spiegazione su come ciò avviene ed ora tentiamo di sintetizzarvi il processo in poche righe.
All’annuncio di una nuova versione Google rilascia la piattaforma di sviluppo ai produttori, in modo da permettere ai vari brand di prendere confidenza con l’update. In seguito sempre Google fornisce il codice sorgente dell’aggiornamento ai produttori ed ai produttori della componentistica interna. A questo punto i vari brand devono valutare quali terminali soddisfano i requisiti tecnici ed economici (difficilmente infatti verranno investite risorse su dispositivi di fascia bassa) mentre i produttori della componentistica valutano quali prodotti sono compatibili con la nuova versione.
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A questo punto i produttori di chip devono fornire driver aggiornati per permettere ai brand di creare i nuovi firmware, prima di continuare però, i brand dovranno testare i nuovi driver per assicurarne il funzionamento. Soltanto a questo punto dunque si passa alla creazione vera e propria del nuovo firmware; il brand assegna un certo numero di ingegneri allo sviluppo dell’update in modo da fondere assieme nuovi driver, nuova versione Android ed eventuali personalizzazioni all’interfaccia. Finita la fase di sviluppo arriva il momento di testare il software e comincia così la fase di test interni da cui trapelano spesso le ROM leaked. Se tutto va per il verso giusto e non ci sono bug allora il firmware finisce nelle mani di Google per l’approvazione, la quale consente poi al brand di creare l’aggiornamento over the air da distribuire progressivamente nel corso di qualche settimana.
Considerazioni
Nel corso di questo articolo abbiamo enfatizzato quali sono le note dolenti legate agli aggiornamenti nel mondo Android, sottolineando come spesso gli update portino più malumore che soddisfazioni e ora dunque vogliamo chiudere con ciò che secondo noi importa veramente, ovvero la qualità del vostro dispositivo. Se avete per le mani un buon terminale vi consigliamo di godervi le sue funzioni nel miglior modo possibile senza cercare ad ogni costo l’ultima build, ricorrendo spesso anche a ROM Moddate. Il mercato infatti offre prodotti che funzionano in modo eccellente, un esempio è dato dall’HTC One, il quale grazie all’ottimizzazione del produttore si è dimostrato estremamente fluido e funzionale fin dalla 4.1. Ora con KitKat infatti le migliorie sono poche e la fluidità è la stessa delle prima versione, segno che le differenze le fanno i produttori e non un numero più alto sulla versione software.
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