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QUANTE COSE SI POSSONO FARE IN UN QUARTO D’ORA? - Tale è l’incremento di tempo “di lavoro effettivo” richiesto dalla nuova turnazione del personale viaggiante Circumvesuviana

Creato il 11 giugno 2012 da Ciro_pastore

QUANTE COSE SI POSSONO FARE IN UN QUARTO D’ORA? -  Tale è l’incremento di tempo “di lavoro effettivo” richiesto dalla nuova turnazione del personale viaggiante Circumvesuviana QUANTE COSE SI POSSONO FARE IN UN QUARTO D’ORA? Tale è l’incremento di tempo “di lavoro effettivo” richiesto dalla nuova turnazione del personale viaggiante Circumvesuviana "Infinite cose da fare... così poco tempo..." (dal film Batman di Tim Burton) La nuova turnazione, predisposta dal management Circumvesuviana, relativa ai turni del personale viaggiante, prevede un incremento medio dei tempi di percorrenza effettiva a bordo treno pari a 15 minuti. Alla vista di un profano e superficiale osservatore esterno, 15’ possono apparire pochi, talmente pochi per cui non si riesce a comprendere come tale incremento possa aver scatenato la risposta infuriata dei sindacati di categoria. A guardar bene, però, un primo approfondimento rivela che si tratta di un incremento secco di circa il 10%, si passa, infatti, da un’attuale percorrenza media per turno pari a 178 minuti a quella prevista di 193. A molti sfugge, però, il vero motivo del contendere, che è la variazione della ciclicità del turno. Con le nuove regole, infatti, il ciclo sarà 6+1 a fronte del 5+2, attualmente in vigore. Per i non addetti ai lavori, queste formule potrebbero apparire l’astrusa versione ferroviaria delle tattiche di gioco del calcio moderno, in cui formule come 4-4-2 o 3-5-2 sono indicative delle modalità con cui difesa, centrocampo ed attacco si schierano sul campo. In ferrovia, banalmente, vogliono dire che lavori per cinque giorni consecutivi e riposi per i due successivi, nel caso del 5+2, mentre viceversa nella soluzione 6+1 lavori per 6 giorni e riposi al 7°. Che mi ricorda sta cosa? Ah sì, il riferimento sarà pure blasfemo, ma perfino il Creatore dopo sei giorni di intensa attività dovette “posare i ferri” e riposarsi, dando vita alla Domenica (o il Sabato per quanto riguarda gli ebrei ortodossi). Ma al di là delle mie solite divagazioni (inutile sfoggio di altrettanto inutile cultura, peraltro) cosa provoca questa decisiva variazione della ciclicità del turno? Beh, la prima conseguenza è di carattere meramente aritmetico: se divido l’orario settimanale per 6, anziché per 5 come avveniva fino ad ora, le ore giornaliere da compiere diminuiscono. Infatti, con una turnazione 5+2 l’orario quotidiano è di 7ore e 25 minuti. Con la nuova turnazione proposta (6+1), si passa ad un orario giornaliero di 6 ore e 33 minuti. I miei più ingenui lettori staranno ora pensando:”Embè? Faranno meno ore quotidiane, dovrebbero esserne contenti, no?” Invece no, il personale viaggiante non è assolutamente favorevole a questa modifica che, a prima vista, parrebbe una conquista per la sua intrinseca elevazione della qualità di vita individuale. Ora, incuriositi, vi starete chiedendo il perché di questa stramba avversione. Semplice, la riduzione dell’orario giornaliero si tramuta in un sostanziale allungamento del tempo in cui si resta a disposizione dell’azienda, visto che riduce da due ad uno i giorni di riposo settimanali. Si sopprime, con la nuova ciclicità, il cosiddetto riposo compensativo che, peraltro, con i vecchi turni spesso non veniva “santificato alla festa” ma, più laicamente, sacrificato sull’altare del “Dio Prestazione Straordinaria”. Inoltre, con il 5+2, la giornata lavorativa, seppure nominalmente più lunga, genera una sostanziosa porzione di “tempi accessori”. Considerando che per il personale viaggiante non è tuttora prevista alcuna forma di timbratura, i tempi accessori si tramutano spesso in un puro “cadeau” aziendale. Come potete vedere, una lettura meno superficiale del fenomeno dimostra che l’avversione alla variazione non è frutto di una giustificata lotta in nome dei sacrosanti principi, ma è determinata da un puro calcolo matematico sui tempi di effettiva disponibilità che vanno ad incrementarsi in maniera sostanziale. Ovviamente, un ricalcolo dei turni generati dalla nuova organizzazione del lavoro, produce anche un surplus di macchinisti che con la turnazione attualmente in vigore, invece, erano addirittura sotto organico. Quindi, la vecchia turnazione genera ipso facto turni di straordinario che con la turnazione proposta, fatalmente, spariranno. Tradotto numismaticamente: meno turni = stipendi più bassi. Ma non vorrei sembrare troppo attaccato al “vil danaro” e ridurre la protesta del personale viaggiante ad un mero calcolo economico. Sono sicuro, invece, che il personale viaggiante stia giustamente opponendosi alla “rivoluzione oraria” perché seriamente convinti che il tempo è denaro. Il tempoè una preziosa risorsa che per l’uomo di oggi scarseggia al punto da essere considerata nei paesi moderni il bene che effettivamente ci viene a mancare, considerando l’incremento della qualità della vita che ci ha portato ad avere tutto o quasi. Il tempo è l’unica risorsa assolutamente non riproducibile e sostanzialmente si può dividere in tre grandi aree: tempo dedicato al lavoro, tempo libero e tempo “indispensabile” (per mangiare, dormire e… defecare). Considerando che il tempo per il mantenimento del proprio benessere fisico non dovrebbe mai essere sacrificato, anche se purtroppo accade più spesso di quanto non si pensi, ci si dovrebbe dedicare a migliorare l’efficienza delle altre due tipologie attraverso un’organizzazione efficace delle proprie attività. Spesso, ci si lamenta che si hanno troppe cose da fare e che non si riescono a fare tutte. Il paradosso è quello di essere sempre estremamente impegnati, freneticamente occupati, ovvero essere sempre in uno stato di emergenza, continuando però a posporre le cose che sono veramente prioritarie. Ne consegue una perdita di efficienza, di produttività, un mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati. In definitiva, si creano le premesse per l’alienazione che ci conduce alle nevrosi. Proprio per dare più valore al “tempo”, vediamo le prime 10 cose che non si dovrebbero più fare, una volta persi quei famosi 15 minuti, per cui ci si sta giustamente battendo:
  1. sprecare il proprio prezioso tempo a leggere ciò che scrivo io (che mi pare proprio il minimo…)
  2. farsi una partita a videopoker sul primo pc che capita
  3. chattare su FB con i propri “fasulli amici” che non si è mai conosciuti di persona
  4. parlare di Lavezzi con i colleghi sorseggiando un caffè al bar
  5. organizzarsi la serata con i compagni di calcetto
  6. telefonare alla ex, finendo per incazzarsi perché i soldi che le giri sono sempre pochi
  7. ingraziarsi il capo per ottenere qualche turno di straordinario da girare alla ex di cui al punto 6
  8. cercare di convincere qualche smandrappata tardona a dartela senza doverti fingere romanticamente innamorato
  9. stare in attesa che passi qualche giovane straniera in abiti succinti per fantasticare su una improbabile nottata
  10. farsi una merenda con un panino farcito di provolone e mortadella annaffiato da una birretta fredda
Ma a parte le mie stupide facezie, ciò che è certo, però, è che senza questi momenti di gioiosa libertà da dedicare a se stessi la vita avrà tutto un altro sapore e niente, dico niente, potrà ricompensare tale perdita… Ciro Pastore  Il Signore degli Agnelli

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