Così il marito di Goliarda Sapienza racconta l'incredibile e deprimente storia dei rifiuti che l'editoria italiana oppose alla pubblicazione de L'arte della gioia (ricavo questa citazione dal supplemento domenicale del Corriere della Sera di qualche tempo fa). Lui, il marito, con le lettere di rifiuto ci ha fatto persino un libro. E fa riflettere questa storia di 20 anni senza pubblicazione di un libro che oggi è raccomandato agli studenti e salutato come un capolavoro persino in Gran Bretagna e Stati Uniti. Pensare che ci furono critici che al tempo lo bollarono come un cumulo di iniquità.
E non sono poche le domande, al di là della dolorosa parabola, artistica ed esistenziale, di Goliarda Sapienza. Per esempio, abbiamo rischiato di perdere una volta per tutte un libro di questo valore? E quanti altri capolavori sono rimasti tra i non letti e i rifiutati, dimenticati magari in un cassetto o forse addirittura distrutti?
E ancora: fu una piccola casa editrice - Stampa Alternativa - a dare un primo sbocco editoriale a L'arte della gioia che poi - come a volte è capitato anche per la grande musica italiana - fu davvero scoperta in Francia per ritornare in Italia sulle ali del successo. Potrebbe ripetersi oggi questa strana traiettoria, con la crisi che attanaglia tutta l'editoria, ma soprattutto le piccole case che vorrebbero scommettere ancora sulla ricerca e sulla qualità?