Quanti passi indietro con CheBanca!

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Da qualche tempo vediamo in televisione il nuovo spot di “CheBanca!”. All’inizio vediamo un uomo che attraversa un parco in un pomeriggio autunnale in cui imperversa una tempesta. Oggetti di ogni genere, mossi dal forte vento, gli vanno addosso: un cartellone pubblicitario, una bicicletta, un carrello, una scrivania con sopra un vecchio computer fisso e persino un giornale sul quale si legge chiaramente il titolo grande in prima pagina “Crisi”. In mezzo a una tale bufera la comparsa dell’edifico di “CheBanca!” è un miraggio che diventa realtà: non appena si apre la porta, un raggio di luce illumina l’uomo che, bagnato e spaventato come un pulcino, si appresta a varcare la  soglia dell’edificio come un moderno Ulisse che fa ritorno nella sua Itaca. L’uomo sembra ritrovarsi davvero in un altro mondo: accogliente, luminoso, caldo, pulito. Per un attimo abbiamo la sensazione che si tratti di un luogo futuristico, di qualcosa di veramente innovativo, mentre la voce off commenta che questo è “Un porto sicuro per i tuoi risparmi”.  Ma ben presto rimaniamo delusi e capiamo che il paragone tra questo uomo del 2011 e l’eroe Ulisse che qualche migliaio di anni fa, dopo innumerevoli peripezie e avventure amorose, tornava a casa dalla moglie Penelope che lo aspettava fedele e amorevole, non è proprio così azzardato.  

All’uomo dello spot, infatti, non va incontro una sola Penelope, ma due: una lo aiuta a togliersi il soprabito, l’altra gli offre un caffè. A farlo sedere alla scrivania e illustrargli le novità di questa banca, è invece un uomo, come è uomo anche l’altro dipendente della banca, seduto a un’altra scrivania sul fondo della stanza. Una terza donna è presente in questo spot, ma anch’essa non lavora in banca, è solo una cliente che sta chiedendo una consulenza, anch’essa in piedi, anch’essa una figura di passaggio o di mero contorno all’interno di questo edificio.

E’ evidente che con questo spot non abbiamo fatto un solo passo nel futuro, ma anzi, gli stereotipi sessisti utilizzati ci fanno fare un grosso balzo indietro di parecchie decine di anni.  Ancora una volta le donne sono rappresentate come cameriere servizievoli, come angeli del focolare, ma quelli che lavorano, quelli che si occupano di cose impegnative o intellettuali, quelli che hanno incarichi importanti, sono rigorosamente gli uomini.

Un punto esclamativo lo associo volentieri a questa banca, ma con uno slogan che fa così: ”Quanti passi indietro con Che Banca!”.

 Gio