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Quanti sono davvero 10K caratteri? Twitter e Lettera aperta al Santo Patrono

Da Robven
Quanti sono davvero 10K caratteri? Twitter e Lettera aperta al Santo Patrono
Ok, botta di panico (o di colossale chissenefrega), gira la notizia che Twitter abolirà il limite dei 140 caratteri - che era la regola che rendeva il gioco stimolante - e si normalizza su un ben più ampio limite di 10.000 caratteri.
Non voglio entrare nel dibattito se questo snaturi il mezzo, gli dia il colpo finale (e noi elites, dopo che ci hanno ammazzato FriendFeed, dove ci sposteremo? Dove faremo i fighi e influenzeremo?) o se invece sia un modo per farci stare di più "dentro" Twitter (Più testo = meno necessità di link agli approfondimenti "fuori" Twitter).
Il punto è: ma quanto sono lunghi davvero 10.000 caratteri?Per dare una risposta, ho trovato un mio vecchio articolo pubblicato su Web Marketing Tools nel Marzo 2004 (!) che guarda caso, funziona benissimo in questo inizio d'anno di 12 anni dopo. Le cose non sono cambiate poi così tanto.
Poi l'ho preso, ho tolto giusto qualche manciata di caratteri e l'ho portato a 10.000 caratteri tondi tondi (se Word non mi ha sbagliato i conti).E ve lo pubblico qui, così vedete visivamente quanti sono e quanto ci si mette a leggerli.Se, come molto probabile ve lo siete persi all'epoca, credo possa ancora strappare un sorriso e un pensiero oggi. Enjoy.


Lettera aperta al Santo Patrono

(tutto quello che avreste voluto far sapere al vostro direttore marketing - e non solo - ma che non avete mai avuto il coraggio di dire)
da: [email protected]
a: [email protected]
Oggetto: qualche (modesta) richiesta.
Spettabile S. Isidoro di Siviglia, nella Vostra qualifica di possibile Santo Patrono di Internet, Vi scrivo. Voi siete la mia ultima speranza, dopo che le mie letterine a Babbo Natale e ai tre Te Magi non hanno sortito effetto alcuno e che la mia mail a San Giuda, patrono della cause perse, è rimbalzata con un “server not found”.
Avrei qualche richiesta per il 2004, pochi, semplici miracoli che credo si potrebbero facilmente fare. E che cambierebbero non poco la mia vita.
Come di certo saprete, quest’anno sono stato molto,molto buono.
Ho fatto i compiti e i progress report, i forecast, i timesheet e tutti quegli altri documenti dai nomi inglesi.
Sono quindi fiducioso che vorrete esaudire la mia semplice lista di desiderata, che qui di seguito elenco. E’ roba leggera, mica come l’oro, incenso e mirra dei Re Magi . 
a) Vorrei che tutti quelli in gamba trovassero un buon lavoro. Fate un miracolo per chi si trova a lavorare in un’azienda “familiare”; che possa dipendere da un vero management e non da una corte di nani, ballerine, sicofanti e eminenze grigie più attente alle lotte di secessione che al benessere dell’azienda.
b) Potreste fare in modo che le aziende smettano di confondere il marketing con le vendite o la pubblicità? Fategli capire Voi che prima di voler fare il web marketing è opportuno sapere qualcosa di marketing normale, così come prima di aprire la testa a qualcuno il neurochirurgo ha studiato come togliere le tonsille (spero). 
Fategli, Vi prego, capire che non c'è da vergognarsi a riconoscere di essere ignoranti,  basta permetterci di studiare - che a molti di noi magari farebbe un gran piacere.
c) Già che siamo in tema di utopie, spero vogliate ora prestare orecchio a qualche richiesta di tipo più personale, inerente allo specifico del mio lavoro, dell’azienda in cui passo i miei giorni e del mio management. Specificamente:
- fatemi passare un 2004 (e seguenti) lavorando con una briciola di metodo. Instillate il dubbio che se passiamo il tempo a spegnere incendi sarà meglio che assumiamo dei pompieri e non dei project manager.
- mettetecela tutta per fare entrare nella zucca di quel direttore (Voi sapete quale) che sono finiti i tempi in cui milioni di schiavi costruivano piramidi. Invece di chiederci progetti faraonici che servono solo a tenerci dentro i morti e per cui lavoriamo come egizi, fate passare il concetto che ci servono progetti più piccoli, focalizzati, pensati e gestibili. Progetti dove usiamo l’intelligenza per battere la concorrenza e per conquistare i cuori e i portafogli dei nostri clienti. 
- al dirigente calvo del quinto piano, fategli passare il concetto che c’è una sola comunicazione. Che ci sono, sì, mezzi diversi - che possono fare cose diverse su target diversi - ma che la comunicazione è una, che l’interattività, l’online e il digitale possono fare cose bellissime… ma che non possono procedere "contro" la comunicazione classica della nostra azienda. Se vuole segare il suo collega che segue l’advertising, che lo convochi all’alba dietro al convento delle carmelitane scalze. Che se la vedano da uomo ad uomo. Senza mettere l’azienda e i nostri posti di lavoro a rischio per le loro faide personali.
- se possibile, donate all’ azienda il convincimento che le nostre azioni online vanno misurate (oddio, anche tutte le altre, ma questo non è un problema mio). Che la misurazione dei click, dei through e degli hit è fantastica per fare dei bei grafici in powerpoint, ma che se misurassero invece l’efficacia sulle vendite o sul nostro business forse sarebbe più utile per tutti. 
- Vi imploro, spiegate a tutti quanti che Internet non è (solo) una forma di pubblicità per il nostro prodotto. Che sempre di più è alla base del processo d’acquisto, che la prima cosa che fa il nostro prospect quando vuole comprare è un bel giro on line. E se sbagliamo lì siamo fuori al primo turno; questo è un torneo ad eliminazione diretta.
- al Ragioniere del reparto Finanza e Controllo, quello che dice che <>, mandate in sogno il bilancio di Monster.com. E che io sia lì a vedere la sua faccia quando scopre che l’anno scorso hanno registrato un bel 100 milioni di dollaroni US di “net income”.
- al suo capo, quello che decide dove tagliare i costi, fategli fare quattro chiacchiere con quelli di Nortel. Che, nonostante la recessione, il dover chiudere dozzine di uffici e fabbriche, mandare a casa due terzi dello staff, hanno continuato a investire in Ricerca e Sviluppo un venti per cento delle revenues. Così adesso hanno firmato un bel contrattone da oltre un miliardo di dollari per la fornitura di tecnologie Voice Over IP e possono ridare il lavoro ad un sacco di quelli che avevano dovuto lasciare a casa.
- già che ci siete, se non è troppo disturbo, che si capisca che fare internet per "presidiare il canale" è come fare la pubblicità per “aprire una testa di ponte” o fare le relazioni pubbliche “per forzare il blocco navale”. Mucho macho, ma non vuol dire un fico secco. Ricordate a tutti che, dall’invasione Anglo-franco-israeliana del Canale di Suez in poi, presidiare canali e trovarsi nei casini sono sinonimi. Focalizzate che un presidio, normalmente, è un fortino della Legione con dentro quattro sfigati in mezzo a predoni assetati di sangue (“Voilà, uomini, ecco Fort Zinderneuf!”). 
e) sul tema della comunicazione e dei nostri collaboratori esterni ho poi una sottolista di desideri per quest’anno nuovo, ovvero:
- a me va benissimo che continuino con la storia che non vogliono essere dei “fornitori” ma dei partner. Da anni lo sento dire da tutte le agenzie. Ma almeno capissero che se vogliono essere partner mi devono mandare in ufficio gente che ha un po’ d’esperienza, che sa di quello che parla e capisce i nostri problemi. Gente che in vita sua, abbia magari provato a vendere un pollo ad una macelleria, o un fustino di detersivo alla signora Maria. Che abbia lavorato qualche giorno in un’azienda, che si sia scervellata per far tornare i conti di un budget. Che abbia capito che a volte tecnologia e comunicazione non sono la cosa più importante per un’azienda e che conta a volte di più comprare i camion nuovi, rimodernare una fabbrica, aumentare gli stipendi delle impiegate; anche se questo implica tagliare il budget della comunicazione e non potergli dare i 14 milioni di euro che ritengono indispensabili per il progetto.
- che bello sarebbe se il management ragionasse anche sul fatto che bisogna rispettare il valore del lavoro altrui e che a tirare troppo sul prezzo si finisce per avere dei progetti talmente minimali che non servono a niente. O si finisce con l’avere dei fornitori che per starci dentro sono costretti a tagliare la qualità, l’assistenza, il tempo e la testa che ci mettono. 
- correlatamente, infondete a qualcuno di noi il coraggio di tradurre al nostro capo la targa che gli abbiamo regalato a Natale, quella che dice “if you pay peanuts, you get monkeys”
- mi piacerebbe molto se nascesse un’agenzia che davvero ci desse un servizio di comunicazione integrato. Gente brava a fare tutte quelle cose che a noi servono. Fateci smettere di perdere tempo a gestire 8 agenzie che litigano fra loro e che spingono in direzioni diverse, ognuna tirando l’acqua al suo mulino e non al nostro. Fateci trovare un partner dove basti parlare con una persona sola; e poi ci pensa lui a far sì che la proposta di sito sia coordinata con l’advertising e che le sales promotion siano sinergiche con l’email marketing e la campagna di relazioni pubbliche.
- al comitato di marketing strategico sarebbe poi il caso di far alzare la testa e guardare oltre l’orizzonte: mentre loro – giustamente, per sopravvivere alla congiuntura - caricano a testa bassa su Prodotto, Prezzo, Distribuzione e Promozione (intesa come sconti e concorsi), il Servizio fa pena e ci si sta svaccando il Brand. Così ora che riparte il mercato, ci siamo costruiti una bella immagine di azienda/marchio/prodotto sfigato.
- ai creativi portate gentilmente il dono seguente: che realizzino che al nostro Amministratore Delegato piace molto ritirare i premi sul palco, ma che il resto di noi preferisce vendere. Fate capire a “noi” che la carriera di un creativo dipende davvero anche dai premi vinti;  ma fate capire a "loro" che lo stipendio che ricevono, alla fine, dipende anche da quanti cartoni riescono a far uscire dal magazzino.
- al Direttore Vendite rivelate che la comunicazione che vende non è quella con il prezzo scritto in rosso, in Helvetica corpo 280. E che la creatività, quella buona, spesso è l’unica arma che abbiamo per far uscire i maledetti cartoni dal maledetto magazzino.
Caro Possibile Patrono, siamo quasi alla fine. 
f) Varie ed eventuali:
- mettete una buona parola con il mio boss, che possa farmi un abbonamento a Web Marketing Tools, così smetto di pagarlo di tasca mia (anzi che si faccia un abbonamento anche per lui così legge e impara o smette di rubarmi la mia copia).
- In quest’anno che viene, datemi il dono di tenere i nervi a posto e di ascoltare di più il mio capo. Che di web marketing forse non ne sa tanto, ma di altre cose forse sì. E sa di cose che io non so. E magari, se è arrivato a ricoprire quella carica, non si può escludere che sia perché due o tre cose utili le sa fare.
Aiutatemi, che faccia qualche errore di meno – visto che sono così bravo ad elencare quelli degli altri, fatemi beccare i miei prima di commetterli.
Per terminare, mettetemi una mano protettiva sul capo, e che non perda il lavoro quando tutte queste cose al mio Direttore Marketing gliele dico io.
In alternativa, potrei accettare di trovare 5 milioni di Euro in biglietti di piccolo taglio, non marcate, in una valigetta scura. 
Con rispetto e gratitudine anticipata,il Suo Addetto al Web Marketing
Fine dei 10.000 caratteri...

Quanti sono davvero 10K caratteri? Twitter e Lettera aperta al Santo Patrono

Ed ecco come appariva l'articolo (e il suo autore) nel 2004.


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