E come milioni di italiani ieri, primo giorno di compilazione possibile, ho provato ad accedere al sito dell’Istat per la compilazione on line, ma nulla da fare, ieri era praticamente inaccessibile, o meglio ci si accedeva e appena si inseriva la password veniva visualizzata una pagina di errore. Oggi l’Istat in un comunicato confermava i problemi avuti ieri, anche se affermano che il sito non e’ mai andato giu’, ma c’erano solo problemi di visualizzazione dovuti alla grande affluenza di visitatori, confermano di avere potenziato i server e che tutto procede.
In effetti questa mattina sul presto ho potuto compilare in meno di dieci minuti il questionario, salvando lo stesso e la ricevuta di compilazione, dal sito in questione.
Stamattina pare pero’ che gli enti atti al ritiro delle copie cartacee non erano pronti a ricevere le stesse, invitando la gente a tornare nel pomeriggio o domani… mah!
Nel lontano 1991 facevo parte dei censori, con il mio amico Mariano andavamo in giro per alcune vie del nostro quartiere incaricati di far compilare la modulistica “cartacea” del tempo, e si censiva popolazione e aziende. Sono passati 20 anni e ovviamente le cose sono molto cambiate se pensiamo al fatto che oggi l’ho compilato via internet in pochissimo tempo, evitando proliferare di uomini e mezzi.
Da un calcolo fatto da menti ben piu’ colte della mia questo censimento ci costa piu’ di 550 milioni di euro, per tutto il processo ovviamente, da quando e come e’ stato pensato, alla distribuzione, alla raccolta e all’emissione dei dati, ma ci serviva veramente spendere questi soldini in questa attivita’? e’ questa la domanda che circola sul tema al momento.
Si tratta di raccogliere informazioni per circa 60 milioni di persone, cosa certo non facile, ma a cosa serve il censimento? Cominciamo con il dire che il Censimento della Popolazione viene eseguito ogni 10 anni e serve (teoricamente) per verificare che quanto l’anagrafe ha in pancia corrisponde a verita’ e raccogliere dati su vari aspetti della popolazione. In effetti avere un quadro piu’ o meno affidabile di come sia composta la popolazione di un paese serve a prendere decisioni anche molto importanti: pensiamo alla manovra economica, alla verifica su dove e quando aprire un nuovo ospedale, far pagare a questa o a quella categoria una tassa, verificare la popolazione stabile e residente da quella “momentanea”, quindi l’utilita’ dello studio e’ fuori di ogni dubbio.
Ma andando a studiare un po’, per ben due volte in Italia il Censimento non si e’ fatto, e per la precisione nel 1891 per motivi economici e nel 1941 per motivi bellici. Ricordo che il censimento si svolge ogni anno che termina per xxx1.
Mi soffermerei sul primo blocco, per il secondo mi sembra ovvio il motivo. Beh all’epoca fu annullato per mancanza di fondi. Oggi i fondi li hanno trovati, facendo semplicemente aumentare il nostro debito, ma era la scelta migliore? Mi rendo anche conto che quast’attivita’ garantisce lavoro all’Istat e a tutto l’indotto, ma forse investire questi soldini in altro al momento poteva essere la scelta vincente.
Risottolineo che la raccolta di dati e’ fondamentale per l’analisi approfondita di qualsiasi problema, ma forse i temi che al momento ci affliggono non sono sicuramente risolvibili con i dati che si raccoglieranno in questo periodo, nonostante lo slogan del censimento in corso sia: “L’Italia che verra’ parta da qua“.
Si apre poi un altro tema sulla modalita’ di compilazione, tante le famiglie che hanno domicilio diverso dalla residenza anagrafica e quindi come la mettiamo con l’attendibilita’ dei dati?
Qui il sito per la compilazione on line del Censimento.
Massi