150 pound egiziani, (pari a meno di 20 euro) e’ quanto e’ stato dato ai circa 600 delinquenti ( o assassini) che Mercoledi’ scorso hanno ucciso con coltelli e spranghe i tifosi della squadra del Ahly, a Port Said.
A dirlo uno dei capi dei gruppi criminali, signor Said, che arrestato avrebbe dato nomi, cognomi e modalita’ di reclutamento della suddetta gentaglia. Tra i reclutatori e paganti, degno di nota e’ Gamal Omar, proprietario di numerosi alberghi sul Mar Rosso e motonavi sul Nilo. Gamel Omar, amico intimo della famiglia Moubarak, in particolare di Gamal Moubarak, e’ indagato per i fatti accaduti allo stadio di Port Said, tra l’altro sua citta’ nativa. Insieme a lui sono indagati anche due dei membri dell’ex partito di Moubarak.
Questa gente avrebbe quindi pagato solamente 20 euro a ciascuno assassino, per fare una strage in uno stadio dove ragazzi di neanche 20 anni guardavano una partita di calico.
Vale cosi’ poco un egiziano agli occhi di queste persone? E’ cosi’ facile spengere una vita, distruggere una famiglia?
Il Popolo egiziano, ancora una volta e piu’ di sempre, non ci sta.
Si sono conclusi Sabato i 3 giorni di lutto nazionale durante i quail sono stati cancellati eventi, feste e celebrazioni in tutto l’Egitto. Il canale televiso EL ahly (di proprieta’ della squadra) da Giovedi’ trasmette solo preghiere e versi del Corano, e difronte tutti i club di proprieta’ di squadre di calcio egiziane, nei giorni scorsi, sono stati allestiti centri di donazione del sangue.
La squadra del Ahly ha deciso che non giochera’ per 5 anni nello stadio di Port Said e che non giochera’ nessuna partita per i prossimi 3 mesi. Il campionato egiziano rimane comunque sospeso.
Da Giovedi’ ad oggi il Popolo egiziano e’ in completa e totale ribellione. Venerdi’ si sono di nuovo riuniti in Piazza Tahrir migliaia di persone che chiedevano giustizia, mentre la sede del Ministro degli interni e le strade ad esso adiacenti sono state occupate dagli Ultras e dai manifestanti che da allora sono in lotta con la Polizia. Sono ricominciati i lanci di lacrimogeni, di proiettili di gomma, le sassaiole ed in molti hanno cercato di mettersi tra le due parti per una tregua. Sono scesi in strada i ragazzi del movimento del 25 Gennaio, che con striscioni pacifici chiedevano ai manifestanti di recarsi a Piazza Tahrir, il vero centro della Rivoluzione. Sono intervenute le donne, un corteo di “MADRI EGIZIANE”, che si sono recate nelle vie degli scontri a chiedere una tregua, ma a nulla e’ servito. Per oggi si sono organizzati gruppi di Parlamentari accompagnati dal Movimento del 25 Gennaio, anche loro con la richiesta di andare a Piazza Tahrir ad esternare la loro rabbia.
Questa volta il Popolo e’ al limite, davvero, la gente e’ stremata.
Non ce la facciamo piu’ a vedere la morte alla televisione ogni giorno, a guardare le madri piangere figli perduti senza un motivo, tra sofferenze e violenza. L’aria al Cairo e’ irrespirabile, il dolore ha preso il posto dell’ossigeno.
Il Parlamento, riunitosi d’urgenza giovedi’ scorso, ha cominciato a prendere delle decisioni. Nelle prossime 48 ore il clan Moubarak che si trova a Torah, il penitenziario di cui avevamo parlato qui, sara’ finalmente separato. Ogni personaggio appartente al vecchio governo sara’ trasferito per impedire che questa gente possa comunicare tra loro e Hosni, finora in un ospedale 5* al Cairo, sara’ finalmente messo agli arresti nell’ospedale penitenziario di Torah.
Questi provvedimenti, nonostante possano risultare importanti, sono per me totalmente inutili. L’unica cosa che puo’ far ritornare la pace e la tranquillita’ nel Popolo egiziano e’ vedere tutta questa gente realmente incriminata, con sentenze rigide e senza appello.
Ad oggi, l’Egitto, ha perso tantissimi giovani. Ragazzi intelligenti, che studiavano o lavoravano per mantenersi o mantenere la propria famiglia, giovani egiziani che si preparavano ad affrontare una vita, piccoli pezzi di un puzzle che costruivano con i loro sforzi e i loro sogni.
Tutte queste anime, a cui dobbiamo tantissimo, sono l’unico e vero dolore di questa Rivoluzione. E’ impensabile ed inumano pensare che il loro sangue rimanga impunito.