di Atropa Belladonnavd. la parte III
Il sigillo da Uruk (ca. 3100 a.C.) di figura 1 non sfigurerebbe in una moderna rivista di enigmistica: se è vero che la scrittura attinse a piene mani dal repertorio pittografico delle epoche precedenti, fu vero anche il contrario e gli artisti, soprattutto gli artisti del sacro, attinsero ai segni scrittori per reinventarsi disegni “leggibili”, veri e propri rebus. La parte in rosso si legge, piuttosto facilmente, “Divina Inanna della sera e del mattino”. Il determinativo DINGIR (la stella ad otto punte) non si legge stella ma ci indica che Inanna, il cui ideogramma è simile ad un bastone da vescovo con una stola, è un essere divino. L'altro determinativo della figura, l'insieme di tre stelle a 8 punte, è il segno MUL = costellazione, e ci dice che quello non è un toro qualsiasi, ma il Toro celeste. La palla tra il Toro e l'ideogramma per Inanna è forse il globo solare, ma questa ne sarebbe, almeno in Mesopotamia, una rappresentazione anomala. Quello che mi interessa maggiormente, in questa sede, è quel segno doppio composto da ḫud (mattino, giorno) e sig (sera). Prima però voglio far notare che una tale raffigurazione è comprensibile anche per chi non conosce la scrittura ma è famigliare con i “segni“ della cultura del momento (1). Mentre per noi, pur sapendola decifrare, la scritta rimane ambigua: ad es. sono rappresentate più divinità o più “poteri“ riuniti nella stessa Dea? Il segno “doppio“ rappresenta la Luna, Venere, entrambe o semplicemente la bivalenza della Dea che si esprime, tra l‘ altro, negli astri “del mattino o della sera“ , cioè i doppi Luna, Venere, Mercurio?Leggi tutto