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Quanto deve la scrittura nuragica ai neolitici? IV

Creato il 08 maggio 2011 da Zfrantziscu
di Atropa Belladonnavd. la parte III
Quanto deve la scrittura nuragica ai neolitici? IVIl sigillo da Uruk (ca. 3100 a.C.) di figura 1 non sfigurerebbe in una moderna rivista di enigmistica: se è vero che la scrittura attinse a piene mani dal repertorio pittografico delle epoche precedenti, fu vero anche il contrario e gli artisti, soprattutto gli artisti del sacro, attinsero ai segni scrittori per reinventarsi disegni “leggibili”, veri e propri rebus. La parte in rosso si legge, piuttosto facilmente, “Divina Inanna della sera e del mattino”. Il determinativo DINGIR (la stella ad otto punte) non si legge stella ma ci indica che Inanna, il cui ideogramma è simile ad un bastone da vescovo con una stola, è un essere divino. L'altro determinativo della figura, l'insieme di tre stelle a 8 punte, è il segno MUL = costellazione, e ci dice che quello non è un toro qualsiasi, ma il Toro celeste. La palla tra il Toro e l'ideogramma per Inanna è forse il globo solare, ma questa ne sarebbe, almeno in Mesopotamia, una rappresentazione anomala. Quello che mi interessa maggiormente, in questa sede, è quel segno doppio composto da ud (mattino, giorno) e sig (sera). Prima però voglio far notare che una tale raffigurazione è comprensibile anche per chi non conosce la scrittura ma è famigliare con i “segni“ della cultura del momento (1). Mentre per noi, pur sapendola decifrare, la scritta rimane ambigua: ad es. sono rappresentate più divinità o più “poteri“ riuniti nella stessa Dea? Il segno “doppio“ rappresenta la Luna, Venere, entrambe o semplicemente la bivalenza della Dea che si esprime, tra l‘ altro, negli astri “del mattino o della sera“ , cioè i doppi Luna, Venere, Mercurio?Leggi tutto

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