Invece gli autisti del titolo in questo caso non guidano. Se ne stanno tranquilli dentro a un bar, scomposti nei loro vari ingredienti, in attesa di un povero fesso inconsapevole non cada vittima del tipico scherzetto di un palermitano.
Ora vengo e mi spiego, come dice Montalbano. Me ne cammino tranquilla per Palermo insieme ai miei amici indigeni, per digerire la magnatella serale: pasta con le sarde, involtini alla palermitana e cassata di ricotta al forno. Fabio propone di prendere un bel digestivo al bar che è solo due isolati più avanti. Quando entriamo, saluta il barista con la seguente frase “Due autisti per favore. Belli ubriachi!”. Il cameriere non fa una piega.
“Teresa, ma cosa è questo autista?” chiedo alla mia amica. Lei fa una risatina e dice “ora lo scopri…l’importante è che bevi veloce”. Io sono sempre più curiosa. Mi chiedo anche perchè beviamo solo io e Fabio, quando abbiamo mangiato tutti e sei come degli sfondati.
Nel frattempo il cameriere, con sguardo concentrato e gesti eleganti, ha messo sul bancone due bicchieroni. Li riempie con un pò di spremuta d’arancia, limoncello, acqua gassata. Tutti si raccomandano con me e mi danno istruzioni: “Appena il cameriere ti dice VIA tu devi bere!”. Inizio a preoccuparmi. Osservo il cameriere che aggiunge da una boccia di vetro una polvere bianca, che mi sembra zucchero in polvere. Dà una mescolata e poi mi da il permesso di bere.
E qui accade l’imponderabile. Mentre afferro il bicchiere e me lo porto alla bocca, il liquido, al buon sapore di agrumi e un pò frizzante, inizia a crescere e a fare schiuma, e la schiuma esce dal bicchiere. Teresa continua a urlare “Bevi, veloce!”, ma la bevanda è più veloce di me, e si versa sulle mie mani e sul bancone, mentre cerco sì di bere, ma rischio allo stesso tempo di soffocare, tra le risate e questo fantastico drink che mi scende in gola.
Il gruppo si è diviso: c’è chi fa il tifo per me e chi si piega in due dalle risate, mentre mi impegno per far fronte alla situazione. A un certo punto metto a fuoco la scena che mi circonda e vedo due turisti, forse tedeschi o olandesi, ma comunque nordici, che osservano con una faccia tra l’incredulo, il curioso e lo schifato. Alla fine getto la spugna, arresa di fronte al bagno che mi sono fatta. Poso il bicchiere quasi vuoto (ma la quantità che sono riuscita a bere è stata davvero poca) sul bancone allagato e mi scuso col cameriere per il disastro combinato. “Non si preoccupi signorina, succede sempre così” dice sorridendo gentilmente.
“Scusi, ma che c’ha messo dentro? cocaina?” “No signorina. Semplice bicarbonato”