Il nostro tributo ad Amiga per i suoi 30 anni: molto più di un computer
Quando scaviamo nei ricordi, finiamo spesso per esagerare nel modo in cui richiamiamo quelli positivi. Ma se per l'iperbole della memoria esiste un'eccezione, questa ha un nome ben preciso: Amiga. Se non avete avuto un computer di questa serie a cavallo tra gli anni '80 e '90, provate a chiedere di parlarvene a chi all'epoca ne ha posseduto uno: potreste vedere qualche lacrima solcarne gli suoi occhi. Nostalgia della propria gioventù, sicuramente, ma quando si ripensa al mondo Amiga è davvero impossibile non farsi travolgere da un turbinio di ricordi emozionanti, legati a una macchina che all'epoca segnò una vera e propria rivoluzione in vari settori, entrando a piedi pari anche in quello dei videogiochi. Dal 23 luglio 1985, giorno in cui Commodore presentò al mondo il primo modello Amiga 1000, abbiamo visto sui nostri schermi dei capolavori che ancora oggi ricordiamo grazie al loro connubio tra divertimento elevato e tecnica sopraffina, resa possibile da una piattaforma hardware inimmaginabile fino a qualche anno addietro. Come parte dei festeggiamenti che tutti gli appassionati di Amiga stanno dedicando a questa piattaforma, anche noi di Multiplayer.it abbiamo voluto riservarle un tributo, dedicato a chi all'epoca c'era ma anche a chi vuole saperne di più.
twittalo! Il 23 luglio 1985 il mondo scopriva Amiga 1000: il nostro tributo a un marchio leggendario
Un po’ di storia
Per capire il successo di Amiga bisogna per forza passare da quello che era il mercato prima del suo arrivo. I PC erano all'età della pietra rispetto a quelli che conosciamo oggi: con quel loro sistema operativo DOS a riga di comando erano freddi e sterili, mentre audio e video impallidivano di fronte alle capacità di Amiga che dalla sua aveva anche il multitasking con prelazione. AmigaOS fu infatti il primo sistema operativo di successo a implementare nel 1985 questa tecnologia fondamentale anche in chiave moderna: sarebbe arrivata poi anche sui sistemi Windows, ma solo nel 1990. Nelle case dei possessori di un computer Amiga si respirava un'aria diversa: mentre loro usavano i loro floppy disk da 3,5 pollici, chi aveva un PC era ancora costretto ad avere a che fare con dischi di dimensioni più grandi. Quando un amighista entrava in casa di un PCista, lo faceva sempre con quel sorriso beffardo sulla faccia, quasi come se avesse preso la DeLorean di Ritorno al Futuro per tornare indietro a visitare i cimeli di un'epoca precedente. E la grafica poi, la grafica: già il chipset di Amiga 1000 batteva nettamente tutta la concorrenza, grazie a una doppia modalità con risoluzione che arrivava fino a 640×256 (o 640×512 interlacciata), ma soprattutto grazie a una palette di 4096 colori tra i quali scegliere con un limite di 16 colori, innalzati a 32 nel caso della risoluzione più bassa dove con la modalità HAM era possibile salire addirittura fino a 4096.
Guru Meditation
Il mondo dell'informatica è pieno di curiosità e aneddoti legati ai vari dispositivi arrivati sul mercato, e Amiga non fa eccezione: a partire dal suo nome, presentato ufficialmente come acronimo che sta per Advanced Multitasking Integrated Graphic Architecture. La parola fu in realtà scelta in base al suo significato nella lingua spagnola, perfettamente comprensibile anche in quella italiana: la scelta del sesso femminile derivò molto probabilmente dal nome in codice Lorraine, dato al primo progetto dedicato ad Amiga 1000. A proposito di quest'ultimo, nella parte interna del case comparivano le firme di tutto il team originale, compresa quella del suo creatore, Jay Miner, e l'impronta della zampa del suo cane Mitchy. All'epoca della nascita di Amiga risale un'altra leggenda: per distogliere l'attenzione della concorrenza e per ottenere una forma d'entrata, il team al lavoro su Amiga si finanziò inizialmente vendendo joystick. Una di queste periferiche era la cosiddetta joyboard, controllata dal peso del corpo in maniera simile alla Balance Board di Nintendo Wii. Si narra che uno dei designer, incaricato della gestione degli errori di sistema, avesse l'abitudine di andare a "meditare" sulla joyboard: da qui sarebbe nato il famoso messaggio Guru Meditation, visualizzato insieme a una serie di caratteri esadecimali in un'inconfondibile finestra rossa lampeggiante quando il sistema andava in crash.
Something wonderful has happened
Your AMIGA is alive !!! and, even better...
Some of your disks are infected by a VIRUS !!!
Another masterpiece of The Mega-Mighty SCA !!
A causa della pirateria, particolarmente florida su Amiga, si stimò che il 40% degli utenti avesse avuto a che fare almeno una volta nella vita con SCA. Passando invece al fronte hardware, ricordiamo come i più appassionati conoscessero perfettamente i nomi dei tre chipset principali facenti parte di Amiga, per loro più famosi delle tre navi di Cristoforo Colombo: Agnus era il chip centrale che controllava l'accesso alla RAM, Denise era il processore video e Paula si occupava invece dell'audio. Tutti e tre avevano le stesse dimensioni, ma quando successivamente Agnus fu modificato nelle caratteristiche e diventò più grande, il nuovo modello fu ribattezzato Fat Agnus: "agnello grasso" in un mix tra inglese e latino semplicemente geniale. Pochi semplici fatti, utili per capire quanta passione e quanta ispirazione ci fossero (nel bene e nel male) nell'ecosistema Amiga prima del suo tramonto definitivo.
Un’emozione infinita
Provare a compilare una lista dei migliori giochi visti su Amiga è un compito ingrato, soprattutto per chi ha avuto modo di seguire dal vivo il suo ciclo di vita. Il fortissimo coinvolgimento personale che ognuno porta ancora con sé nei confronti della piattaforma finisce inevitabilmente per modificare i ricordi, stravolgendo così classifiche e valori di titoli dalla qualità facilmente riconoscibile. Potremmo fare decine di esempi, ma per chi vi scrive il più significativo in questo senso è legato alla serie Dune. Pur avendo giocato fino allo sfinimento Dune II e riconoscendolo il padre della formula degli strategici in tempo reale arrivata fino ai giorni nostri, la folgorazione sul piano personale avvenne con il primo Dune, una via di mezzo tra un'avventura e uno strategico: impossibile dimenticare l'esplorazione del pianeta Arrakis a bordo del nostro ornitottero, restando affascinati sempre come la prima durante ognuna della miriade di partite giocate. Ripercorrendo il conflitto tra Atreides e Harkonnen fino all'assedio finale del palazzo nemico, si finiva per piangere tutte le volte la morte del duca Leto o per innamorarsi davvero di Chani, al punto da avere un mezzo trauma dopo avere aspettato il pacco del corriere con Dune II, gioco completamente diverso. Emozioni a non finire, come quando dopo aver finito Menace per la prima volta, zuppi di sudore, facevamo partire un urlo che in confronto quello di Tardelli ai Mondiali del 1982 era un bisbiglio. Siamo sicuri che al nome del gioco sviluppato da DMA Design per ognuno di voi sarà possibile sostituire il nome di uno shoot'em up diverso, da Xenon 2 Megablast a Project-X, passando per Apidya e Agony, uno dei giochi dalla miglior grafica in assoluto su Amiga. L'onda dei ricordi non può non passare dalle avventure grafiche, in quel periodo al loro massimo splendore grazie a LucasArts: Maniac Mansion e Zak McKracken aprirono le porte a una serie di capolavori passata per i due capitoli di Monkey Island, fino ad arrivare all'emozionante Indiana Jones and the Fate of Atlantis, ultima avventura della software house convertita per Amiga nel 1992. A proposito di conversioni, l'unica vera debolezza della macchina targata Commodore era proprio legata alla bassa qualità di alcuni dei giochi provenienti da altre piattaforme: la lista vede titoli famosi come Final Fight, ma al primo posto compare Street Fighter II, tanto atteso dagli amighisti quanto odiato per la sua inferiorità nei confronti delle altre versioni.