Quanto valgono i Club della Premier League? Oltre 11 miliardi di euro!

Creato il 25 febbraio 2015 da Tifoso Bilanciato @TifBilanciato

Dopo aver stimato il valore delle società di Serie A, cerchiamo ora di stimare quello dei più importanti club Inglesi. Vediamo di inquadrare meglio la Premier League nel contesto Europeo, partendo da un dato del 2013/13.

Pur non essendo ancora disponibili dei dati ufficiali, per la Premier si parla di un aumento nel 2013/14 fino a oltre 3,8 miliardi di euro, mentre la Bundesliga (unico campionato dei Big-5 con 18 club) ha sfiorato i 2,5 miliardi, grazie principalmente ai successi commerciali derivanti anche dalla potenza economica del paese e dal grande seguito di pubblico degli ultimi 2 decenni; la squilibrata Liga supera i 2 miliardi trascinata dai successi sportivi (che insieme all'entusiasmo dei tifosi credo siano un importante volano per aumentare i ricavi di una società di calcio a breve e a lungo termine) e la Ligue 1 raggiunge quota 1,5 miliardi grazie soprattutto alla crescita del PSG che da solo ha fatturato 475 milioni di euro.

La Serie A? Ristagna sotto agli 1,8 miliardi, rimanendo comunque saldamente (almeno per i prossimi 2-3 anni) in quarta posizione, considerando anche il nuovo contratto televisivo non eccezionale della Ligue 1 se paragonato a quello della nostra lega. Ma il divario con i primi 3 campionati appare destinato ad aumentare anche nei prossimi anni; occorre seminare per poi raccogliere, mentre da noi la mentalità spesso è quella di racimolare il più possibile a breve termine, ignorando evidenti lacune che poi rimangono e precludono i ricavi in quello che al momento della decisione è un "lungo termine".

Un esempio? Gli spettatori in Serie A sono in costante calo, seppur con alti e bassi, da circa 30 anni. Siamo l'unico campionato, tra i Big-5, che ha perso pubblico dal vivo durante questo periodo storico e parliamo di un calo dai circa 35.000 spettatori di media a partita degli anni '80 ai circa 23.000 a partita attuali, limitandoci alla massima serie. C'è stato l'aumento a 20 squadre ma il dato non cambierebbe significativamente: parliamo di un tasso di abbandono importante. Questo problema avrà ripercussioni anche a lungo termine e negli ultimi anni le società hanno cominciato ad cercare di porvi rimedio; ma è chiaro che se l'avessero riconosciuto e affrontato all'inizio degli anni '90 adesso i ricavi della Serie A, anche e soprattutto quelli commerciali e televisivi, sarebbero nettamente maggiori. Aspettiamo i dati ufficiali della scorsa stagione, ma la Serie A, il campionato dei Big-5 cresciuto più lentamente negli ultimi 10 anni dal punto di vista del fatturato, pare addirittura sia già stato doppiato (e con un discreto margine) dalla prima serie Inglese.

La Premier League è il campionato più ricco e più seguito al mondo, con enormi potenzialità di crescita se pensiamo che in Gran Bretagna più della metà delle partite non sono trasmesse in diretta (attualmente 154 su 380, diventeranno 168 dal 2016 quando si aspetta un ulteriore cospicuo aumento del valore dei diritti - si parla di 2,3 miliardi di euro all'anno solo dai diritti nazionali) - e nonostante questo i ricavi provenienti dai diritti tv sono inarrivabili per le altre leghe ed in costante aumento.

Grazie al nuovo contratto entrato in vigore dalla scorsa stagione, 2013/14, tutti i club inglesi hanno incassato oltre 70M€ dalla voce "broadcasting", una cifra impressionante se pensiamo che squadre come Norwich City o Hull City hanno ricavato dalle televisioni nazionali più di Atletico Madrid, Bayern, PSG o Napoli. E dal 2016 l'ultima squadra di Premier League ricaverà oltre 100 milioni solo dai diritti televisivi! Un potenziale d'investimento stabile enorme, certo occorrerà gestire ancora meglio l'enorme gap già presente tra la prima serie e la seconda divisione, che comunque è la seconda serie più ricca d'Europa (nel 2012 ha fatturato 590 milioni di euro, una cifra maggiore rispetto, ad esempio, alla Eredivisie olandese o alla Primeira Liga Portoghese).

Nella recente "Money League" pubblicata da Deloitte, trai primi 30 club al mondo per ricavi (al netto della gestione dei calciatori), ben 14 sono Inglesi. Praticamente, soprattutto grazie alla faraonica offerta televisiva, solo partecipare alla Premier League significa per tutti i club fatturare più di 100 milioni di euro, una cifra che in Serie A superano stabilmente solo 5 club (Juventus, Milan, Inter, Roma, Napoli) e a cui possono ambire al massimo Lazio e Fiorentina in un'ottima stagione (al netto della gestione dei calciatori). Il budget del Norwich City, il club che ha fatturato meno in Premier League nel 2014, è dunque paragonabile a quello della Lazio, con l'importante differenza che la Lazio, avendo molte rivali con un budget nettamente inferiore, ha ottime possibilità di restare stabilmente in Serie A e non teme dunque un improvviso crollo dei diritti tv dovuto a una possibile retrocessione. Ma l'eventuale neopromossa in Premier League sarebbe comunque una degna, se non superiore, rivale economica.

Ecco quanto hanno incassato i club Inglesi nella scorsa stagione (sotto la conversione in euro):

[Fonte: Sportintelligence]

Da notare che ben 62,2 M€ vengono distribuiti in parti uguali (loro se lo possono permettere), di cui 31,5M€ equamente distribuiti derivanti dalla vendita all'estero: questo ammontare, da solo, supera di gran lunga la quota complessiva distribuita in parti uguali in tutti gli altri principali campionati (In Serie A la quota divisa in parti uguali è stata di 16,9M€ nel 2013/14, e siamo ancora il secondo campionato per valore dei diritti televisivi), e nel 2016 l'aumento sarà vertiginoso. Giusto per fare un paragone aziendale, nel 2013 la Ferrero ha fatturato circa 8 miliardi, la Premier League tra 2 anni potrebbe superare i 6 miliardi, una cifra spaventosa per tutte le altre leghe europee; vedremo come sapranno investire questi soldi.

Grazie a queste straordinarie prospettive economiche, a beneficiarne non è solo l'intero sistema calcio Inglese ma anche i grandi club, quelli che si qualificano stabilmente per le competizioni europee, che avranno i fondi necessari per allestire squadre competitive per provare a vincere Champions ed Europa League senza più la necessità di sforzi e spese folli da parte di ricchi proprietari. Certo, non basta guadagnare il triplo o il quadruplo e investirlo per essere sicuri di vincere, limitandoci alla scorsa stagione l'esempio dell'Atletico Madrid campione di Spagna e finalista di Champions ci insegna che le imprese sono sempre possibili. Ma fatturare di più ti permette di sbagliare molto di più e poter ripartire.

In questo contesto in grande evoluzione e crescita economica del calcio europeo e in particolare inglese, è difficile fare una stima attendibile del valore dei principali club inglesi. Ecco un tentativo, proviamo ad applicare il Factorial Model, che ricordiamo stima il valore dei club in base a variabili legate al bacino d'utenza e ai risultati sportivi, oltre che ai ricavi annuali e tendenze futuro:

Il Manchester United ha un potenziale commerciale tale da potersi permettere di stare fuori dall'Europa per una stagione senza gravi danni, tanto che Chevrolet ha firmato proprio lo scorso Luglio un contratto di sponsorizzazione da oltre 70 milioni di euro a stagione; la maglia dei Red Devils è la più pagata al mondo, all'origine di questi ricavi ci sono i numerosi fans e simpatizzanti da tutto il mondo, parliamo del club con più tifosi al mondo. Il valore di circa 2,9 miliardi di euro è chiaramente una stima discutibile, ma parliamo di una società che la scorsa stagione ha fatturato 518M€, il dato più alto della Premier League nonostante i risultati non eccezionali.

I cugini del Manchester City si sono avvicinati molto, sul campo recentemente sono superiori e anche nel fatturato in questa stagione potrebbero impensierire lo United in caso di risultati eccezionali, ma non hanno ancora la solidità dei ricavi dei Red Devils e servono sicuramente altri anni per costruire un marchio internazionale di quella portata; la dipendenza dagli sceicchi è comunque in calo.

In mezzo ci sono Chelsea e Arsenal. I Blues ormai non dipendono più dalle follie economiche di Abramovich, ma hanno un grande brand internazionale con tifosi in tutto il mondo, oltre che rosee prospettive sportive a breve termine che vanno di pari passo coi ricavi. I Gunners, quasi sempre con un bilancio in attivo negli ultimi 10 anni, sono riusciti a consolidarsi ad alto livello ed aumentare gradualmente il fatturato nonostante i pochi titoli vinti recentemente, un buon segno di solidità. Nella nostra classifica hanno un valore superiore ma paragonabile a quello del City: se foste un investitore, a parità di prezzo, oggi chi comprereste? Meglio la storia dell'Arsenal e i tifosi sparsi nel mondo guadagnati anche negli scorsi decenni, con una solida posizione in Premier e giocatori comunque di ottimo livello, oppure i grandi campioni attualmente presenti nella rosa del City, che sta entrando velocemente nel cuore di molti tifosi specialmente stranieri grazie ai recenti successi e alla grande visibilità di Premier e Champions, e aumentando rapidamente i propri ricavi? Non ho una risposta, ma se il City continuerà a fare meglio dell'Arsenal entro poco tempo probabilmente la scavalcherà nella nostra speciale classifica.

Saldamente al quinto e sesto posto ci sono Liverpool e Tottenham. I Reds hanno una grande tradizione in patria, accompagnata da numerosi fedelissimi. Nonostante gli scarsi risultati degli ultimi 5-8 anni, il Liverpool ha mantenuto un forte brand internazionale e ha ancora un grande potenziale economico (la scorsa stagione ha fatturato oltre 300M€) che gli permette di fare comunque buoni investimenti; basterebbe una stagione vincente per fare "da volano" e avvicinarsi velocemente agli altri top club e perché no, ma questo a lungo termine perché occorrerebbero più stagioni vincenti, agli storici rivali dello United. Il Tottenham parte in ottima posizione nelle competizioni europee (la scorsa stagione è stato comunque il tredicesimo club per fatturato, davanti ad esempio a Inter, Atletico e Shalke) e ha grandi ambizioni di crescita (si parla di un nuovo stadio da 61.000 posti per il 2017); In Premier è più difficile, ci sono ben 5 squadre con budget superiore, ma certo ottenendo migliori risultati il gap gradualmente si ridurrebbe.

Grazie al discreto equilibrio del campionato inglese, bisogna però anche stare attenti agli outsider che possono centrare una stagione positiva arrivando tra le prime 5, rubando il posto a una big e provando così a sfruttare una qualificazione alle coppe europee come volano. Dietro alle 5-6 grandi c'è grande equilibrio, con Newcastle, West Ham ed Everton che guidano il gruppo delle inseguitrici, e se saranno gestite senza troppi errori hanno tutte le carte in regola per stabilizzarsi in Premier anche a lungo termine ed aumentare gradualmente i propri ricavi. Ma per accorciare il gap con le big servono buoni risultati negli anni: lo scorso anno ci ha provato l' Everton, che ha sfiorato la qualificazione alla Champions e ha investito molto per confermarsi in zona Europa, impresa che appare molto difficile. Il nuovo stadio da 55.000 posti che dovrebbe sorgere entro 4-5 stagioni è comunque un segnale importante. L' Aston Villa è al momento l'unica squadra di Premier di una città, Birmingham, di circa 1 milione di abitanti, ha dunque un bacino d'utenza importante che garantisce introiti anche a lungo termine, certo il rischio di retrocedere e rimanere bloccati nelle serie inferiori come è successo al Leeds United esiste, ma la sensazione è che negli ultimi anni la società non abbia raggiunto risultati consoni col suo potenziale e che potrebbe essere valorizzata meglio. Quest'anno l'obiettivo è non retrocedere per poi gradualmente alzare l'asticella verso le zone medio-alte.

Southampton, Sunderland, Swansea e Stoke City sono realtà più piccole che al momento stanno ottenendo grandi risultati, consolidandosi in Premier League ed aumentando il proprio valore. Per queste società è più alto il rischio di impantanarsi nelle serie inferiori in caso di retrocessione, ma a loro favore ci sono i faraonici e tutto sommato egualitari (se paragonati a molte leghe calcistiche europee) diritti televisivi, che garantiscono una solida base d'investimento; certo per vincere e raggiungere, negli anni, il valore di Newcastle o Tottenham occorre essere più bravi degli altri soprattutto sul campo. Ma l'impresa non è impossibile, quest'anno il Southampton sta lottando per la zona Europa e sta aumentando in fretta il proprio valore, parliamo di una società che 5 stagioni fa militava in League One (la terza serie inglese).

Da notare che sommando il valore di questi 14 club si superano i 10,5 miliardi di euro. All'appello mancano West Bromwich, Crystal Palace, Hull City, Leicester City, QPR e Burnley. Possiamo dunque stimare il valore della Premier League in oltre 11 miliardi di euro.

Certo, è un tentativo che non considera tutti i fattori in gioco e con lo scopo di ordinare i club più che trovare una cifra precisa in euro. Ma rende comunque l'idea dello strapotere economico del calcio inglese e del grande mercato globale di appassionati di calcio. Tra le realtà importanti che mancano da anni nella massima serie cito Leeds United e Nottingham Forest, che stanno attualmente faticando in Championship (seconda serie), ma hanno storia e un'importante bacino d'utenza che dovrebbe garantirgli, a lungo termine, di issarsi in Premier League.

Va detto che l'importanza del bacino d'utenza varia a seconda del mercato, e in un campionato così globalizzato come la massima serie inglese avere la sede del club in una città grande, che garantisca una solida base di tifosi, è meno importante che altrove. Basta guardare a Manchester, città di circa 500.000 abitanti, meno che Genova o Palermo, che ha 2 top team a livello mondiale e oltre 100.000 spettatori allo stadio ogni weekend in 2 stadi sempre esauriti. Ma soprattutto sommando i tifosi di United e City (non ci sono dati ufficiali) si parla di centinaia di milioni di tifosi in giro per il mondo.

La grande crescita economica della massima serie non ha ammazzato le serie inferiori, probabilmente anche grazie alle coppe nazionali e in particolare l'FA cup che ogni anno porta entusiasmo in piccole realtà che ospitano gli squadroni di Manchester e di Londra. La seconda serie Inglese ha in questa stagione una media di circa 17.700 spettatori a partita, la terza serie 7.000, la quarta serie 4.600. Sono cifre importanti, impietoso il confronto con i 6.300 della nostra Serie B (in cui comunque è stato fatto tanto nelle ultimissime stagioni) e i 1.900 della nostra Lega Pro, con una significativa differenza tra nord e sud Italia. Per far funzionare il sistema occorre favorire la crescita di tutti, ciascuno nel proprio contesto locale o mondiale, o focalizzarsi sui top team e cercare poi di fargli trascinare l'intero movimento?


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