Da quando il programma SETI per primo iniziò a cercare segnali radio provenienti da una possibile forma di vita aliena alcuni decenni fa, ci sono stati dei falsi allarmi, ma anche delle tracce di fugaci segnali di un certo interesse che sono scomparsi così velocemente come erano apparsi. Se un segnale potenziale non si ripete in modo da non poter più essere osservato, allora è praticamente impossibile determinare se è di origine cosmica o meno. Un tale segnale, in particolare, che fu in grado di catturare l’interesse dei ricercatori astronomi si ebbe il 15 agosto 1977. Il famoso “Wow! Signale, o segnale wow, fu rilevato dal Radio Telescopio Big Ear dell’Ohio State University, pari a più di trenta volte più forte del rumore di fondo ma durò solamente 72 secondi e non fu più udito nonostante ripetute ricerche compiute successivamente.
In un nuovo libro intititolato “The Elusive Wow” l’astrofilo Robert Gray racconta la ricerca della risposta a questo egnigma che dura da molto tempo.
Quando il segnale fu rilevato nei dati, divenne così evidente ed interessante che lo scienziato del Programma SETI Jerry Ehman lo cerchiò nelle stampe del computer con l’inchiostro rosso e scrisse: “WOW!” accanto ad esso. Sembrava conforme ai criteri stabiliti per un segnale radio extraterrestre. Ma perchè non si udì una seconda volta? Erano necessari studi successivi atti a confermare o a negare che non fosse un vero segnale di origine non terrestre. Ma cosa c’era in questo segnale che lo rese così interessante, per non dire famoso?
In primo luogo, apparve essere un segnale radio artificiale piuttosto che un’emissione radio naturale come quella di una pulsar o di un quasar. Il telescopio Big Ear utilizzò un ricevitore con 50 canali radio e il segnale fu avvertito solo su una frequenza senza altro rumore e in nessun altro canale. Un’emissione naturale causerebbe un segnale di tipo statico e comparirebbe su tutte le frequenze, dunque non si può farlo rientrare in questo caso. Il segnale era stretto e focalizzato, come ci si aspetterebbe da una sorgente artificiale.
Il segnale, inoltre, si alzava e si abbassava durante i 72 secondi, come si dovrebbe avere da un segnale di origine spaziale. Quando i radiotelescopi vengono puntati verso il cielo e una sorgente radio si muove attraverso di essi c’è una sorta di firma o di impronta digitale. I risultati delle impronte digitali della sorgente radio aumentano lentamente, arrivando a un picco e poi lentamente diminuiscono. Questo segnale “Wow!” segue perfettamente la curva. Sembrava proprio un segnale radio nel cielo. E’ abbastanza improbabile che qualsiasi altra oggetto, come un aereo o un satellite, possa aver lasciato una firma speciale come questa.
Cosa dire a proposito dei satelliti? Questa sembrerebbe una spiegazione ovvia ma come fa notare Gray, un satellite avrebbe dovuto spostarsi proprio alla giusta distanza e alla giusta velocità per dar vita ad un segnale alieno. Ma allora, perchè non è stato osservato di nuovo? Un satellite in orbita trasmetterebbe il segnale ripetutamente. Il segnale è stato osservato vicino alla frequenza di 1420 MHz, uno “spettro protetto” dove i trasmettitori terrestri non possono trasmettere dato che è una banda riservata a scopi astronomici.
Sicuramente è sbagliato pensare che tutti i segnali alieni siano come i nostri, che vengono trasmessi nello spazio di continuo: basti pensare al caso delle trasmissioni radio e a quelle televisive. Queste sono emissioni radio “normali” da tecnologia di tutti i giorni che potrebbero facilmente essere rievate su base continuativa. Cosa succederebbe se fossero qualcosa di simile a dei fari, inviati in modo intenzionale, solo su base periodica? Come spiega Gray, la ricerca radio fino ad oggi ha avuto la tendenza ad osservare in molti punti differenti di cielo, ma prendendo in esame ogni puntino solo per alcuni minuti circa prima di passare al puntino successivo. Un segnale periodico potrebbe essere stato facilmente mancato oppure, se visto, potrebbe essere stato molto tempo prima che si possa osservare nuovamente.
Naturalmente, è anche possibile che una qualche altra cività là fuori possa non utilizzare la radio, specialmente se sono più avanzati di noi (mentre altre altre forme di vita intelligente potrebbero essere meno tecnologicamente sviluppate di noi). Un ramo più recente di SETI è ora alla ricerca di sorgenti artificiali di luce, come raggi laser, usati come fari.
Dove ci porta questa ricerca? Il segnale “Wow” non è ancora stato adeguatamente spiegato anche se varie teorie sono state proposte nel corso degli anni. Forse un giorno esso verrà osservato di nuovo, oppure verrà registrato un segnale simile a questo e saremo in grado di risolvere il mistero. Fino a quel momento rimarrà comunque una curiosità: un segnale proveniente da una civiltà extraterrestre potrebbe essere sicuramente simile a questo.
Ulteriori informazioni sono disponibili sul website del Big Ear Radio Observatory: http://www.bigear.org/wowmenu.htm
Fonte: Universe Today: http://www.universetoday.com/93754/35-years-later-the-wow-signal-still-tantalizes/#more-93754
Sabrina