Owens racconta una storia piccola e delicata, giostrando con abilità personaggi comuni e meno comuni, senza mai scivolare nel grottesco. Ci si affeziona con facilità ai due protagonisti, alla loro semplicità e, soprattutto, ai loro problemi, tratteggiati con realismo e senza mai forzare la mano. Possiamo non essere come loro o non avere gli stessi problemi, ma non potremo fare a meno di parteggiare per loro e, di sicuro, sperare nel lieto fine.
Il difetto principale di questo "Quasi quasi", libera traduzione dell’originale "Peter and Mary have a row" (Peter e Mary hanno una discussione) è proprio la piccolezza della storia raccontata. Nonostante il piacere col quale si legge, la scorrevolezza della scrittura di Owens, il nobile tentativo di raccontare i dubbi e le insicurezze di una giovane coppia dei nostri giorni, alla fine della lettura non ci è rimasto molto più di quello che si è letto.
Non è un libro che passerà alla storia, non è un libro che leggerete una seconda volta e, probabilmente non è un libro del quale vi ricorderete tra 10 anni, ma leggere una bella storia è un privilegio che non va affatto sottovalutato.