Dopo la decisione di Alessandro Quasimodo di mettere all’asta il Nobel per la Letteratura vinto dal padre Salvatore nel 1959, il Ministero vincola i cimeli: devono restare in Italia.
Salvatore Quasimodo. Wikipedia, pubblico dominio.
Ha fatto discutere negli scorsi giorni l’annuncio della scelta, da parte di Alessandro Quasimodo, mi mettere all’asta presso Aste Bolaffi a Torino la medaglia e il diploma consegnati dall’Accademia Reale Svedese al padre Salvatore Quasimodo nel 1959, in occasione del conferimento del Premio Nobel per la Letteratura. Il lotto 401 rischiava quindi di lasciare l’Italia nelle tasche di qualche facoltoso ammiratore del poeta siciliano o collezionista straniero. La Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per il Comune e la Provincia di Torino del Mibact (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo) ha avviato il procedimento per la dichiarazione di interesse storico-artistico, sulla scorta di apposita perizia commissionata dalla Direzione Generale Biblioteche e Istituti Culturali ed effettuata dal direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.
Il provvedimento ha l’obiettivo di impedire che il prezioso riconoscimento conseguito da Quasimodo possa lasciare i confini del Paese. La medaglia d’oro, il cofanetto, il diploma, lo scatto di Anna Riwkin usato dall’Accadeima di Svezia e la registrazione su DVD della cerimonia di consegna rimangono perciò in patria, per effetto del vincolo imposto dal Ministero (cui Alessandro Quasimodo sembra intenzionato ad opporre ricorso). L’Ad di Bolaffi, Filippo Bolaffi, ha commentato così la notizia: “Una notizia che non mi sorprende per quanto, purtroppo, tagli fuori tutti i potenziali compratori stranieri. Auspico, a questo punto, che rappresentanti delle istituzioni siano in sala almeno per competere contro i compratori italiani rimasti”.
Alessandro Quasimodo, oggi attore e lettore delle poesie del padre, uno dei massimi esponenti dell’Ermetismo, ha dal canto suo dichiarato di aver deciso di vendere (base d’asta fissata a 50mila euro) per motivi strettamente personali più che economici: “Me ne voglio disfare perché mio padre alla cerimonia di Stoccolma andò con la sua amante, lasciando me e mia madre, che invece eravamo stati invitati, a casa. Ho perdonato tante cose a mio padre, ma alcune non posso ancora perdonarle. Chi si permette di giudicarmi perché ho deciso di sbarazzarmi di una medaglia e un diploma non sa quello che ho passato. No, non è stato un buon padre. Ma rimarrà per sempre un grande poeta”.
di Andrea SEVERINA
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