Era l’estate dei mondiali, i primi che io seguissi all’estero. Ricordo i pomeriggio in cui giocava la Germania: tutto l’ufficio si fermava, si grigliava in balcone, si piazzava il proiettore e via tutti a tifare la squadra teutonica. Ero sorpresa nel vedere quanto e con che foga tifassero, come supportassero sempre la loro squadra, la presenza di maxischermi in tutta la città, le bandiere sui balconi, le automobili addobbate. Il rispetto per le squadre vincitrici. Quel rosso giallo nero divenne parte anche di me, dopo l’eliminazione dell’Italia tifai ovviamente solo Germania, che si qualificò terza.
I giorni passavano e io cominciavo un pò ad odiarlo quel maledetto SEO, e dover scrivere a comando era diventato abbastanza noioso…però a quella mansarda dal tetto rosso ero affezionata. Quella stessa mansarda che oggi, invece, è ad appena 7 minuti di tram da casa mia e che osservo alzando gli occhi ogni giorno passandoci davanti durante la mia passeggiata quotidiana.
Tutto mi sembra sia iniziato da lì. E oggi, 4 anni dopo, memore di quella bellissima estate mi ritrovo sempre qui, a tifare una nazionale che non è la mia, a subire il fascino di una lingua che non padroneggerò mai, a ricordarmi che in 4 anni ne son successe di cose ma che dopotutto alcune certezze restano.