Rappresentazione schematica della Via Lattea vista di taglio che mostra il Sole (in giallo) e alcune delle stelle cefeidi attorno ad esso (celeste). Crediti: R. M. Catchpole (IoA Cambridge) and NASA/JPL-Caltech
Un gruppo di Cefeidi (giovani stelle pulsanti) scoperte nelle regioni più lontane della nostra Via Lattea potrebbe indicarci la posizione di una sconosciuta galassia nana, dominata dalla materia oscura e nascosta dalle nubi di polvere cosmica sul lato più lontano della nostra galassia.
Un team di astronomi, infatti, guidato da Sukanya Chakrabarti dell’Institute of Technology di Rochester, ha analizzato i dati raccolti nel vicino infrarosso dal telescopio dell’ESO VISTA trovando quattro giovani stelle a circa 300.000 anni luce di distanza. Questi giovani stelle sono variabili Cefeidi – “candele standard” che gli astronomi usano per misurare le distanze. Secondo l’autore, queste sono le più lontane variabili Cefeidi trovate vicino al piano della Via Lattea. Lo studio è stato accettato per la pubblicazione da Astrophysical Journal Letters.
Le stelle sembrano associate ad una galassia nana che Chakrabarti aveva previsto esserci nel 2009 sulla base delle analisi delle increspature nel disco esterno della Via Lattea. Nel suo studio precedente Chakrabarti aveva predetto la massa e la posizione della galassia nana dominata dalla materia oscura. Grazie alle Cefeidi è stato possibile ricavare le distanze precise e verificare la sua previsione. L’autore dello studio si è avvalso del database di VISTA che gli ha permesso di analizzare decine di milioni di stelle e trovare questo gruppo di variabili Cefeidi nella costellazione della Norma, tutte separate di un grado l’uno dall’altra.
«La scoperta delle variabili Cefeidi dimostra che il nostro modo di trovare la posizione di galassie nane dominate dalla materia oscura funziona», dice Chakrabarti. «E questo potrebbe aiutarci a capire che cosa sia in definitiva la materia oscura, da cosa sia costituita. Tale scoperta mostra anche come la teoria della gravità di Newton può essere utilizzata fino agli estremi confini della galassia».
Gli occhi ad infrarossi di Vista permettono di osservare regioni inesplorate vicine al piano galattico altrimenti inaccessibili alle indagini ottiche. «Le osservazioni a raggi infrarossi possono contribuire a risolvere le discrepanze tra le osservazioni e l’attuale paradigma cosmologico, dandoci una visione più completa della struttura della Via Lattea», conclude la ricercatrice di Rochester.
Leggi l’articolo su Arxiv: http://arxiv.org/abs/1502.01358
Fonte: Media INAF | Scritto da Redazione Media Inaf