Quattro chiacchiere con... Germano Greco (Hell)

Creato il 12 dicembre 2012 da Narratore @Narratore74


Come promesso ecco che tornano le interviste. E lo fanno con un bel botto, visto che l'intervistato di oggi è un blogger/scrittore che ho imparato a conoscere da un paio di anni e che, se vogliamo usare un eufemismo, ha un caratterino niente male. Germano Greco, conosciuto anche come Hell, proprietario del blog BookandNegative e autore di svariati ebook già recensiti su queste pagine, ha accettato di rispondere ad alcune domande inerenti blog, scrittura, editoria e altro, prestando fede alla sua personalità e dicendo le cose senza mandarle a dire.
Come avrete intuito sarà un'intervista esplosiva. Quindi mettetevi comodi e preparatevi a conoscere Hell… Sarà un viaggio intenso.
Eccoti, finalmente. Ho dovuto aspettare un bel pezzo prima di decidermi a chiederti questa intervista ma credo che il tempo sia servito a farmi scoprire alcune cose su di te che ancora non sapevo. Quindi, visto che da qualche parte dobbiamo cominciare, raccontaci chi sei.
Sono nato, cresciuto, e continuo a vivere. Mi chiamo Germano, mi chiamano Hell. Sono un blogger e scrittore. Posseggo un caratteraccio che spesso, da coloro che si limitano a osservare, viene frainteso. Ma la cosa non mi tange, non esisto in funzione dell'opinione altrui.
Scrittura… un tema che so che valuti molto attentamente e lo si evince dai tuoi lavori. Come sei abituato ad affrontarla?
Facendo a botte con lei (la scrittura). Il pensiero stesso di scrivere mi rende pigro e ozioso. Preferisco indulgere in fantasticherie, che poi finiranno sulla carta, piuttosto che mettermi alla tastiera e scrivere sul serio. Per ovviare a questa pessima abitudine reagisco con forza, mi costringo a scrivere. Dopo un po' che sto lì a pestare i tasti, mi convinco che è cosa necessaria. Il resto vien da sé.
Lollipop, nello specifico Marilyn. Questa ragazza, lo dico senza mezzi termini, mi ha stregato. Come è nata l'idea di questo personaggio, al di là dell'aspetto fisico che ricordiamo è ispirato ad Amber Heard?
Come nascono tutte le idee, da stimoli esterni. Nella fattispecie, mi sono imbattuto in una foto di Amber Heard, cercando notizie su un suo film, mi pare... una foto in cui era vestita in jeans corti, t-shirt e sandali rosa shocking, a bordo di una Corvette. L'immagine mi ha suggerito che quella Amber, quella della foto, potesse diventare un personaggio interessante di un nascente universo narrativo: Due Minuti a Mezzanotte, dell'amico Alessandro Girola. L'ho chiamata Marilyn, perché fosse zuccherosa non solo nell'aspetto, e l'ho associata ai lecca-lecca alla fragola, i chupa chups, per inciso. E poi ho pensato che fosse giusto macchiare questa icona con un po' di sangue (narrativo). Il risultato è un contrasto totale: Marilyn va contro l'idea di supereroe, contro l'idea di fantascienza, contro l'idea di narrazione ordinaria, persino contro alcuni lettori. Ma è un supereroe, è fantascienza ed è persino narrativa (buona, mi dicono). In breve, mi piace.
Due eBook, una storia che inizia solo ora a delinearsi ma che, a mio parere, ha ancora tanto da dire? Puoi darci qualche anticipazione su quello che vedremo?
Ho in mente di scrivere altri tre eBook (almeno) della serie Lollipop. Tutti saranno incentrati più sul personaggio principale, Marilyn, che sulla storia, com'è stato per i primi due. Il focus narrativo è su di lei, e tutta la storia è filtrata dal suo Punto di Vista (cosa che alcuni lettori non accettano, o non vogliono capire); cosa, quest'ultima, che implica una scelta stilistico-narrativa particolare, avara di spiegazioni, ostica per alcuni. L'unica anticipazione che ti posso fare è che la storia si farà più cupa, seguendo in questo l'ispirazione iniziale, ovvero il contrasto, messo in evidenza anche dalle copertine (disegnate dall'amico Max Novelli): si è partiti dal rosa shocking, passando per l'azzurro e si arriverà (con l'ultimo volume) al nero cupo (come il black album dei Metallica). Ti lascio intuire quale sarà il clima che si respirerà tra le pagine.
2MM, la round robin, è quasi al termine. So che tu non hai partecipato, mettendoti invece al lavoro sugli spin-off. Come mai questa scelta?
Partecipai alla precedente Round-Robin di Davide Mana, Sick Building Syndrome, la trovai un'esperienza divertente e stimolante. Educativa persino. Dubito che parteciperò ancora, comunque, a un esperimento del genere. E la ragione sono le troppe chiacchiere che, inevitabilmente, lo circondano. Detesto le chiacchiere. Per cui l'idea è nata quando ho visto la foto di Marilyn: questa qui potrebbe diventare un buon supereroe. Chiesi il permesso a Alex, di scrivere usando la sua ambientazione generale, lo ottenni, e così eccoci qui. Ah, voglio chiarire un punto importante, visto che in giro c'è gente che non capisce: i miei racconti non si rifanno agli eventi narrati nella Round-Robin. L'unico punto in comune è l'ambientazione.
Visto che mi diverto e ho per le mani un personaggio interessante, vediamo di scaldare la situazione, parliamo di editoria, eBook e autopubblicazione. Conosco il tuo punto di vista, almeno in parte, ma vorrei fossi tu a dirci cosa ne pensi. Ovviamente qui non ci sono limiti, puoi dire quello che vuoi…
Anche qui si fanno troppe chiacchiere inutili. Di solito non stilo percentuali, ma credo che un buon 90% di coloro che si affannano in queste tenzoni siano ignoranti in materia: non sanno cosa sia l'eBook, non sanno cosa siano gli eReader (associandoli erroneamente ai tablet), rifiutano di approfondire l'argomento, e sparano stronzate inconsistenti circa profumi e sensazioni tattili dei libri di carta. Con gente così non si può discutere, li lascio a starnazzare nelle loro convinzioni sbagliate (tipo quella che l'eBook distruggerà la cultura e i libri cartacei. Certo, certo...). D'altronde sono sicuro che l'antipatia sia reciproca. L'editoria è non-pervenuta. L'idea che ho io è se ne stanno tutti arroccati nei loro fortini tentando di arrestare un fenomeno in crescita, l'autopubblicazione, sul quale non hanno alcun controllo. Un po' come cercare di bloccare un'onda di piena. Non li invidio. Io poi non mi definisco “autopubblicato”, ma “autore indipendente”, definizione più consona. E, venendo all'ultimo punto della tua domanda, credo che l'autopubblicazione sia evoluzione. Non tutti gli autopubblicati sono validi, così come non tutti gli autori pubblicati da editori sono validi. Al lettore la scelta finale. Qua l'unico ostacolo che vedo è da parte di chi è convinto che perderà il posto di lavoro e il potere a questo connesso. Cose che capitano... Non è un mio problema, comunque, ne ho molti altri.
Bloggare, un altro tema che ultimamente scotta un po’… Quanto valuti la tua esperienza in questo campo? A volte ti ho sentito dire che la voglia veniva meno, ma anche se spesso hai dato idea di voler abbandonare il tuo blog, sei sempre tornato sui tuoi passi. Credi ci sia futuro per questo mezzo di informazione, soprattutto per quanto riguarda farlo nel nostro paese?
Non c'è futuro, soprattutto se l'opposizione arriva anche dai colleghi, blogger a loro volta, che reputano il loro blog una forma di cazzeggio e nient'altro. Anche qui, inutile stare a discutere, specie se, come in questo caso, le posizioni sono antitetiche e non destinate a incontrarsi. Sul mio blog ho investito tempo, risorse e energie: reputo di aver creato un posto interessante, per argomenti e per il modo in cui vengono trattati. Mi piacerebbe ottenere un ricavo da ciò, in pratica trasformarlo in un lavoro redditizio. Altrove questa cosa è comunemente accettata, qui invece siamo nel paese del “non si può” e dei sorrisetti del cazzo, di quelli che ti vogliono commiserare, quasi si stesse parlando di fesserie.
Non ho la pretesa di convincere nessuno. E soprattutto non sto qui ad aspettare l'approvazione di nessuno. Vado per la mia strada, che parla inglese. Non ho la certezza di riuscire, ma preferisco fallire nel tentativo.
Da quello che leggo nei tuoi articoli e quello che scrivi su Facebook, sento di considerarti una sorta di anarchico del web. Credi sia esagerato o è un appellativo che ti calza? E, soprattutto, lo avresti detto quando hai iniziato a bloggare?
Sono sempre stato indipendente, nella vita. Lo sono anche qui su internet. Diciamo che è una condizione naturale. Lo “stare sotto” non mi si addice. Non sopporto il nepotismo e le raccomandazioni. Dico le cose come stanno e me ne frego. Non faccio favoritismi e non metto il blog a disposizione di nessuno. È uno spazio solo mio. Finora, infatti, ho rifiutato qualunque proposta a scopo recensorio che prevedesse il ricevere libri in omaggio.
Anche se non disprezzo chi invece si presta a tale operazione, sempre che riesca a mantenere l'indipendenza e l'onestà nei suoi giudizi. Quello che scrivo sul mio blog, e soprattutto come lo scrivo, lo decido io. Le uniche collaborazioni che intrattengo sono quella con Alessandro Girola e con Lucia Patrizi, e funzionano entrambe perché evitiamo di romperci le palle a vicenda. Tutto qua.
Esistono due mondi distinti. Uno piacevole, comodo, e ricco di opportunità, ma legato a vincoli stretti e regole da osservare. l'altro invece è assolutamente libero, ma per ottenere qualcosa devi lottare, sapendo che al 99% non riuscirai a ottenerlo. Quale scegli?
Mah... la risposta potrebbe sorprenderti. Le regole in sé non sono automaticamente il male; a volte servono, a volte in conseguenza di esse ci si ritrova in una distopia; dipende da chi le fa. Per cui direi che mi piacciono entrambi i mondi, in entrambi si deve lottare per cambiare le cose. O magari no.
Visto che non posso farne a meno, ho bisogno di chiederti due cosine su un altro tuo progetto, Girlfriend from Hell. Contributo al progetto Survival Blog e eBook che, sempre secondo il sottoscritto, raggiunge forse l'apice di quel progetto. Cosa hai dovuto sacrificare per scriverlo? Ti riconosci nel personaggio di Hell o lo vedi come una personalità distinta e ben delineata?
Grazie, innanzitutto. Hell sono io, puro e semplice. Non ho indorato la pillola,né mi sono descritto migliore di quanto sia. Sono esattamente così come appaio nel libro: ironico, strafottente, sicuro di sé, malinconico, innamorato di una donna, capace di lottare se serve e capace di egoismo quando serve. E... non ho sacrificato nulla per scrivere GfH. M'è servito, anzi, scriverlo. Era un periodo buio della mia vita, è stato terapeutico.
Ok, siamo alla fine. Ti chiedo solo un'ultima cosa: se dovessi scegliere qualcosa (una canzone, un libro, qualsiasi cosa) che sia in grado di rappresentarti, quale sarebbe?
Senza dubbio Rock Your Heart Out, degli AC DC
Grazie Germano, è stato un piacere e spero avremo occasione di ripetere di nuovo questa bella esperienza. Hai qualcosa da aggiungere prima di salutarci?
Direi di sì: le cose cambieranno. ;) Grazie a te. Ciao a tutti.

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