Quattro chiacchiere con… Valentina C. Brin

Creato il 15 gennaio 2015 da Anncleire @anncleire

Sono molto contenta, oggi, di ospitare sul mio blog una giovane scrittrice autopubblicata, che ho avuto il piacere di conoscere alla fine del 2014. Come altre prima di lei, ha deciso di prendere la sua fanfiction e trasformarla in un romanzo vero e proprio e renderlo così disponibile ad un pubblico più ampio. Nasce così una romance storica, ambientata nell’Inghilterra del 1715, tra le rivolte giacobite e signorotti dell’alta nobiltà terriera. “Obsession” è sicuramente un buon inizio, per una scrittrice che tenta di scavarsi la sua strada nel mondo dell’editoria italiana. L’ho letto con molto piacere, dietro consiglio della mitica Franci del blog “Coffee and Books” e di certo non me ne sono pentita. E ora, mentre aspettiamo frenetici “L’Uomo di Fede” che dovrebbe essere disponibile in queste ore nei maggiori store di e-book.

 

Di cosa parla?

Inghilterra, 1688. L’amore, quello vero, vale il prezzo del dolore. Il visconte Russell Spencer ne è convinto e quando incontra Helena Edginton capisce subito che lei gli scorticherà l’anima. Starle vicino senza poterla avere è un’agonia; dimenticarla sembra impossibile. Il cuore di Helena però è gonfio di segreti e quando si dipanano dopo l’ennesimo rifiuto, per Russell si spalancano le porte dell’inferno. Vendere l’anima diventa l’unico modo possibile per legare a sé Lady Edginton e il visconte non ha dubbi: per averla è disposto a fare qualunque cosa, anche calpestare i desideri della donna che ama fino a farsi odiare. Dopo “Obsession” e “Il prezzo della passione”, Valentina C. Brin torna con un nuovo racconto legato alla Obsession Saga.

Ma non indugiamo oltre, vi lascio direttamente alle parole di Valentina!

Ciao Anncleire, grazie mille per avermi aperto ancora una volta le porte di Please Another Book!

- Che cosa ti ha spinto ad auto pubblicarti?

All’inizio non avevo mire particolari. Non ne volevo fare un lavoro, né desideravo diventare un’autrice indipendente. Volevo semplicemente realizzare il cartaceo di Obsession a uso e consumo delle ragazze che mi seguivano su EFP, come sorta di ringraziamento per l’affetto con che mi avevano dimostrato. Poi però qualcosa si è acceso nella mia testa e mi son chiesta, perché non impegnarmi un po’ di più e farlo conoscere a qualche nuova lettrice? Così mi sono messa in gioco e un po’ alla volta sono diventata consapevole delle potenzialità e delle soddisfazioni che questa strada può offrire. Il resto, come si suol dire, è storia.

- Ashton è un personaggio molto sanguigno e passionale. Qual è il tuo ragazzo ideale?

Sicuramente qualcuno che sia l’esatto contrario di Ashton. È innegabile che l’uomo sanguigno abbia un certo fascino, ma non riuscirei mai a starci assieme: finirei per mettergli le mani al collo in meno di una settimana, soprattutto se ha il caratteraccio che Ashton aveva all’inizio di Obsession. Il mio uomo ideale deve assolutamente essere in grado di farmi ridere, e se gli piace cucinare, ancora meglio! (Tra l’altro queste sono due qualità del mio compagno. A ben guardare direi che non è un caso :P)

 

- Eleanor è una di quelle ragazze che non si arrendono mai. Ti assomiglia? A chi ti sei ispirata per descriverla?

Sotto certi aspetti sì, mi assomiglia. Il suo senso della giustizia è sicuramente filtrato attraverso il mio (da brava bilancina quale sono), anche se in lei credo sia molto più marcato. Allo stesso modo, anche la sua impulsività e la sua incoscienza mi appartengono, benché in piccola misura. Insomma, quando l’ho creata ho plasmato in parte il suo carattere attraverso alcune qualità che mi appartengono. Per quanto riguarda l’ispirazione, credo che si sia persa nel momento in cui Obsession è passata dall’essere una fanfiction all’essere una storia originale. Più descrivevo Eleanor e la sua fierezza, e più la sentivo allontanarsi da qualunque riferimento avessi mai incontrato: le eroine dei libri, quelle dei cartoni che guardavo da bambina (e che, lo confesso, guardo tutt’ora!)… Si è discostata sempre di più da loro, capitolo dopo capitolo, prendendo vita propria e diventando, dentro la mia testa, un’esistenza a sé stante.

- Qual è stata la scena più difficile da descrivere? E la più facile?

La più difficile credo sia stata quella che si svolge nel ventunesimo capitolo, quando Ashton deve portare a termine il compito assegnatogli dal duca (spero si capisca a cosa mi riferisco senza fare grossi spoiler). Avevo in mente quella scena fin dal plottaggio di Obsession. L’ho vista e rivista nella mia mente talmente tante volte che quando sono arrivata a scriverla… ero bloccatissima! Una sudata pazzesca! Volevo che sulla carta prendesse vita proprio come l’avevo immaginata, il che ha fomentato la perfezionista che è in me e ho finito per intralciarmi da sola. La più facile? Ci sono state parecchie scene facili, a dire il vero. La quasi totalità delle interazioni tra Ashton ed Eleanor sono fluite dalle mie dita con una facilità che a volte rimpiango, ma questo credo succeda quando ti senti in perfetta sintonia con i tuoi personaggi.

- Perché hai scelto la Londra del 1715?

Principalmente perché il periodo settecentesco mi ha sempre affascinata, ma la scelta è ricaduta su questa data anche per motivi pratici: avevo bisogno di uno sfondo idoneo a cui intrecciare la trama e le rivolte giacobite, in questo senso, rappresentavano ciò che stavo cercando.

- Hai sempre voluto fare la scrittrice?

Sì e no. Ho avuto dei periodi in cui ci ho sperato (ho anche provato a mandare un minestrone fantasy a mezzo mondo), ma erano desideri mutevoli. In realtà sarebbe più giusto dire che ho sempre voluto scrivere e condividere con altri i mondi che la mia fantasia mi portava a creare, questo sì. All’inizio, non conoscendo ancora le possibilità che il self-publishing poteva dare, mi accontentavo di questo. Le cose sono cambiate da settembre 2013, quando ho autopubblicato Obsession: in quel momento ho iniziato a crederci e a desiderarlo davvero.

- Qual è la tua giornata tipo?

Dipende dal periodo. Tendenzialmente nella prima parte della mattinata mi occupo della pulizia della casa e, una volta terminati i mestieri, dedico un’oretta a fare un po’ di pubblicità sui social. Il resto della giornata è dedicato alla scrittura o all’editing dei progetti in corso e nelle prime ore della sera vado a danza o in palestra. Poi accompagno il relax del dopo cena a letto, assieme al mio compagno: lui guarda la tv e io leggo (ma ahimé crollo quasi subito!). Se è periodo di lauree invece occupo la giornata quasi interamente a smaltire le commissioni per le caricature (qui a Padova è tradizione preparare un papiro da far leggere al laureato, ovvero un cartellone alto un metro e largo 80 centimetri, con la sua vita scritta in rima accompagnata da una caricatura goliardica e un po’ volgare), ragion per cui la scrittura subisce un po’ di rallentamenti.

- Quali sono i tuoi progetti futuri? Puoi anticiparci qualcosa?

I progetti per il 2015 riguardano sostanzialmente la Obsession saga. A fine gennaio uscirà L’uomo di fede, secondo racconto collegato al primo libro (ma leggibile anche da chi non l’ha mai letto), dopo di che ho intenzione di rieditare Obsession per fargli varcare i confini nazionali. La riedizione del libro procederà pari passo con la stesura di Possession, secondo libro della saga e sorta di prequel M/M, che racconterà l’ascesa al potere di Charles Rochester. E, se Obsession vi ha tenuto con il fiato sospeso, preparatevi: Possession sarà MOLTO più cattivo. Un altro possibile progetto per il 2015 potrebbe riguardare una storia che ho in programma da tanto tempo e che, regolarmente, torna a bussare: si tratta di Vitotal, un distopico dalle atmosfere dark, indubbiamente per un pubblico adulto. Ma lo porterò avanti senza impegno, almeno finché c’è la saga da terminare. Il resto dei progetti probabilmente slitterà al prossimo anno o a quelli successivi: ovviamente il terzo e il quarto libro della Obsession saga restano al primo posto (si tratta rispettivamente del sequel, dunque incentrato su Ashton ed Eleanor, e dello spin-off su Daniel ed Anne). A seguire vengono un chick-lit (sì, lo so, QUESTA è la vera notizia: la Brin scrive anche commedie :P), un urban fantasy, uno o due romance contemporanei e una serie di altre idee appena abbozzate che restano nel famigerato cassetto, ad aspettare il momento giusto per trovare la luce.

- Quali sono i tuoi scrittori preferiti?

Chuck Palahniuk, Sebastian Fitzek e Paulina Simmons sono i miei tre grandi amori: del primo amo follemente la penna sferzante e la facilità con cui mi porta a riflettere sulle cose che scrive, del secondo amo l’inventiva e il fatto che riesca a intrecciare le trame con gli aspetti cognitivi della mente (e da brava dottoressa in psicologia non posso che apprezzare), della terza amo la poesia e l’indimenticabile storia d’amore che ha creato.

- Perché i lettori dovrebbero leggere Obsession?

Perché è una storia in cui c’è un po’ di tutto. Centrale è il grande amore tormentato, che nasce dalle ceneri dell’odio e divampa come una fiamma, ma a contornare questo ingrediente fondamentale c’è tanto altro: intrighi, faide familiari, battaglie, balli e tanti sentimenti diversi. L’ossessione è chiaramente quello principale, il leitmotiv del romanzo, a cui si aggiunge il tormento e la paura di un amore che non si vuole accettare, il desiderio, l’orgoglio. Insomma, Obsession parla di una lotta continua: contro gli altri e contro se stessi. Se il lettore cerca una storia corposa, piena di eventi e di sentimenti taglienti, magari anche con dei ghiotti colpi di scena, allora credo proprio che faccia per lui.

Grazie ancora per avermi ospitata, e un grande saluto ai lettori di Please Another Book. È stato un grande piacere stare in vostra compagnia!

Non vi resta che immergervi nel mondo di Eleanor & Ashton!

La Serie “Obsession Saga”

- Obsession

- Il prezzo della Passione (racconto breve sequel di Obsession)

- L’Uomo di Fede (racconto breve)

- Possession (Charles Rochester)

- Untitled (Ashton & Eleanor)

- Untitled (Daniel & Anne)

 

Volete sapere qualcosa di Valentica C. Brin?


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