Fabio Viganò.
Quattro parole con Luis Sepulveda di Fabio Vigano’
Quando si parla di letteratura latinoamericana non si puo’ non pensare ad uno dei suoi esponenti piu’ significativi:Luis Sepulveda.L’abbiamo incontrato in riva al lago per parlare di letteratura.Parliamo dell’importanza del sogno nella letteratura…Secondo me la letteratura ha una stretta relazione con il sogno perché il sogno stesso è atto d’immaginazione libero che nasce dall’inconscio.La stessa letteratura è atto di libera immaginazione in cui lo scrittore guida l’immaginario.Credo che tutti gli scrittori abbiano una sorta di momento di sintesi o di ispirazione proprio nel sogno.Per quanto mi riguarda,nella stesura di un romanzo,solo quando mi rendo conto che la narrazione è simile al sogno e viceversa,allora ritengo d’aver svolto un buon lavoro.Non voglio addentrarmi in tematiche psicoanalitiche freudiane riguardo il sogno nella letteratura perché non m’interessa.La psicoanalisi e la letteratura sono cose completamente differenti.Credo che il fine della letteratura sia il far sognare i propri lettori.
In un suo romanzo dal titolo:”Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”,Lei ci suggerisce un modo per affrontare la lettura di un libro.Sepulveda,secondo Lei,quanti modi vi sono per leggere libri?
Si parla sempre di due classi di lettori.Il primo è un lettore freddo,che considera la letteratura come una sorta d’informazione fondamentale per capire tante cose che altrimenti non si potrebbero comprendere utilizzando soltanto i mezzi di comunicazione di massa.L’altra classe di lettori è rappresentata da coloro che hanno una grande passione per la parola.Preferisco questo secondo tipo di lettore,appassionato,che scopre insieme allo scrittore il potere fondamentale della parola.Si lascia sorprendere dalla parola,per la parola,si lascia catturare dalla forza poetica della scrittura.Questo è il modo di leggere da uomo libero.Mi spiego.Credo in un diritto fondamentale del lettore che inizia con lo scegliere un libro,iniziarne la lettura e poi magari chiuderlo,senza terminarlo.Non succede nulla!Nessuno è o deve essere obbligato,costretto a finire un libro che non gli piace.Questa è quindi una grande sfida per lo scrittore che deve riuscire a carpire l’attenzione del lettore con argomenti interessanti e con personaggi affascinanti.Per concludere,ritengo esista un bellissimo rapporto di complicità tra scrittore e lettore.L’incontro tra scrittore e lettore crea la letteratura.Quando uno scrittore termina di scrivere un romanzo,cio’ che ha per le mani altro non è che un mucchio di fogli che andranno ad una casa editrice e,se avrà fortuna,si trasformeranno in quel parallelepipedo bellissimo ch’è poi il libro.Ma è solo quando il lettore apre il libro ed inizia ad ascoltare le parole dello scrittore che si verifica il momento magico della nascita della letteratura.Qual’è il suo rapporto con la poesia?
Bueno!Sono un poeta clandestino.Scrivo poesie ma non le faccio leggere quasi mai.In primo luogo perché ritengo sia la parte piu’ importante della letteratura ma anche il genere piu’ difficile della letteratura stessa.Inoltre,anche perché mia moglie è una grande poetessa.Questa è la competizione enorme che c’è a casa mia.Sono pero’ un grande lettore di poesie.Quando lavoro,già nella parte della pura creazione letteraria di un romanzo,quando cioè i personaggi prendono vita propria ed io mi trasformo nel cronista degli avvenimenti dei personaggi,leggo soltanto poesia.Leggo i miei poeti preferiti…
Ad esempio?
Sono tanti.Sono un amante di Leopardi…Credo di conoscere tutta l’opera di Leopardi.Ho avuto il piacere di leggerla in lingua originale.Leggere Leopardi in lingua italiana è una grande fortuna.Tra i poeti di lingua spagnola Mario Benedetti e i poeti del tempo della guerra civile come Antonio Machado,Garcia Lorca e Leon felipe.Mi appassiona anche una poetessa cilena,praticamente sconosciuta in Europa,anche se ha vinto il premio Nobel per la letteratura:Gabriela Mistral.
A suo avviso la poesia e la letteratura in genere,possono essere pericolose?
Si’,sempre!Perché l’essenza stessa della letteratura,l’essenza della poesia è sovversiva.Questo appello alla immaginazione,questo appello alla sensibilità,questo appello all’intelligenza,a non permettere che la tua vita si riduca a due o tre cose,è idea sovversiva.Anzi,sovversivissima!Sotto questo punto di vista la buona letteratura e la poesia sono state sempre nemiche del potere.Il potere ha sempre cercato di comprare artisti,poeti,ma per dominarli!Per fortuna lo spirito della letteratura e soprattutto della poesia è uno spirito che esiste soltanto se si possiede l’essenza stessa della liberta’In altro modo non puo’ esistere….
Quali sono a suo avviso le utopie di oggigiorno?
L’utopia d’oggigiorno è come ieri rappresentata dal raggiungimento di una dimensione umana della realtà.Una società che non possegga un nome definito ma che doni a tutti la possibilità di svilupparsi liberamente in base alle proprie capacità.
Come vive il rapporto tra il Cile ed il suo vissuto?
E’ un buon rapporto.Non sono un patriota.Sono nato in Cile perché da qualche parte del mondo bisogna pur sempre nascere.E’ un rapporto di lontananza perché abito in Europa,ma ci ritorno ogni anno per rivedere gli amici e la famiglia.Non sono d’accordo con la situazione politica del Cile di oggi(ndr anno 2004)ma non la critico al cento per cento perché mi rendo conto delle enormi difficoltà che il Governo cileno incontra nell’attuare un vero processo di democrazia.
Fabio Vigano’