Ogni tanto mi capita di vedere qualche film ambientato nel futuro, non si tratta di film di fantascienza, ma di quelle storie “futuribili” e un po’ inquietanti nelle quali i personaggi, di solito a metà strada fra l’alienato e il depresso, vagano tra edifici grigi dall’aspetto vecchiotto che sorgono accanto a palazzi avveniristici, luccicanti di cristalli e freddo metallo.
Domenica scorsa, passeggiando dalle parti di Porta Nuova, ho avuto l’impressione di trovarmi catapultata in uno di quei film.
Mi sono fermata ad osservare il paesaggio e, strano a dirsi, non ho provato disagio: effettivamente Milano è bella anche quando è “strana”.