Queda poco

Da Unarosaverde

A Madrid e dintorni l’estate e’ in festa da tre settimane. Il sole scotta, fuori; i condizionatori ronzano, dentro. Le auto parcheggiate scottano, le donne indossano gonne leggere e sandali di corda sulla pelle abbronzata, gli uomini arrotolano le maniche della camicia e limitano gli spostamenti al minimo indispensabile.

La terra vista dall’aereo e’ secca e bruna ma la lavanda nelle aiuole delle rotatorie sulle strade e i girasoli nei campi colorano a macchie il paesaggio ondulato dell’altopiano.

Qui, mentre la lista delle cose da finire si accorcia sempre piu’, la conversazione e’ leggera e si concentra sui piani per le vacanze. “Quando vai?”chiedono. “Tra un mese”, rispondo. “Queda poco. Manca poco”, mi confortano. Sembra ancora molto, in questo periodo caldo, a cui tutti arrivano stanchi, in cui ognuno pensa al proprio personale conto alla rovescia per qualche giorno di liberta’.

Raccolgo le energie per proseguire, mangio un po’ di jamon serrano, per non perdere l’abitudine acquisita in questi mesi, mi chiedo perche’ in questi viaggi di lavoro non si trovi mai l’occasione – ne’ la si cerchi con impegno – per aggiungere una mezza giornata in centro, per musei e palazzi. Mi sembra uno spreco di occasioni preziose. Pero’ in questo anno di viaggi qui molte cose le ho imparate, sulle persone che vivono in questo Paese, che hanno rafforzato la mia simpatia verso la loro patria e il loro modo di intendere la vita.

“Queda poco”: il bicchiere e’ mezzo pieno e la parte difficile e’ alle nostre spalle, affermano qui. Meglio del mio lamento : Ancora un mese e ancora molto da fare”.