Quei bravi ragazzi (di Serie A)

Creato il 10 maggio 2013 da H2opolo @edoardo_osti

Credits: SpoomeWeek

E’ il 2 settembre 2012 quando la Rari Nantes Camogli, dopo un’estate di difficoltà, discussioni e proteste, annuncia la regolare iscrizione al campionato di pallanuoto di Serie A1. 

Regolare per modo di dire, perché la squadra iscritta è composta da soli giovani, dopo che il main sponsor Social Sport ha annunciato il taglio di investimenti sulla squadra e la presidenza si è vista rifiutare qualsiasi richiesta alla FIN. 

Tanti dubbi, poche certezze, forse una: un allenatore, una grande persona, che come giocatore e allenatore delle giovanili ha vinto tantissimo. Alessandro Cavallini.


Il campionato, come era facilmente pronosticabile si è concluso con la retrocessione della Rari Nantes Camogli con un solo punto conquistato. Ma a perdere, in questa faccenda, non è stata questa squadra, non solo quanto meno, ma tutta la pallanuoto italiana. Perché? Sentiamolo dalle parole di Alessandro. La stagione che si è appena conclusa, almeno per la Rari Nantes Camogli, è stata una sfida incredibile. La cronaca la conosciamo, ma ti chiediamo: è stata una stagione di successo per te? O un capitolo da dimenticare? Partiamo dal presupposto che secondo me quest’anno è successo qualcosa di, a dir poco, eccezionale: una squadra di 18enni si è misurata in un massimo campionato contro campioni che hanno vinto Mondiali, Olimpiadi e Scudetti. Fosse successa una cosa del genere in qualsiasi altro sport “nazionale” si sarebbero riempite le pagine di molti giornali. La notizia è anche quella che in molte partite questi ragazzini hanno pure tenuto testa a questi mostri sacri. Detto ciò, non mi sento di valutare questa avventura in maniera assolutamente positiva. Ho maturato ancora di più in me la consapevolezza che i giovani hanno bisogno di modelli a cui ispirarsi e da cui prendere esempio. In questo senso, certamente, giocare con compagni più bravi ed esperti li avrebbe senz’altro aiutati. Certo, i ragazzi in futuro beneficeranno di questa esperienza ma, ad oggi, troppi di loro si sono visti costretti a bruciare alcune fondamentali tappe della loro ... Continua a leggere su Spoome l'articolo di Alberto Bordini