Dei 4.000 suicidi avvenuti negli ultimi 12 mesi, circa mille sono riconducibili a cause di natura economica.
Tu, cittadino dello Stato italiano, non riesci piu’ ad andare avanti, non hai piu’ un lavoro, per dare da mangiare ai tuoi figli sei stato costretto ad accedere ad un prestito ipotecando la casa, lo Stato si ricorda di te solo quando non hai pagato le tasse ed infatti casa tua (quella ipotecata) è piena di cartelle esattoriali e tu, di giorno in giorno, diventi sempre piu’ fragile, nonostante tutto continui a lottare perchè credi che una via di fuga ci possa essere, ci debba essere. Vivi mesi, anni, credendo che la speranza sia l’ultima a morire. Un giorno pero’, la tua fragilità, la tua disperazione, unitamente alla convinzione che lo Stato se ne fotte altamente dei tuoi problemi, ti porta ad un’altra convinzione ancora piu’ nefasta: per te morire è diventata l’ultima speranza.
Interroghiamoci sul fatto che viviamo in uno Stato che si interessa di noi nella misura in cui siamo utili (paghiamo le tasse) e ci abbandona nel momento in cui non riusciamo, per cause di forza maggiore determinate dall’incapacità dello stesso Stato di mettere il cittadino nella condizione di potere avere un reddito, a pagarle piu’. Interroghiamoci sul fatto che viviamo in uno Stato che continua a tartassare i poveri cristi lasciando in pace gli evasori per scelta, hobby, lavoro e anche piacere. Interroghiamoci sul fatto che chi ha stretto il cappio, premuto il grilletto, spinto dal balcone… sono i rappresentanti di decenni di mala-politica.