Bellissimo il rientro dalle vacanze, o presunte tali.
Tutti si sbizzarriscono nel dare motivazioni, raccontare frustrazioni, suggerire ricette per addolcire l'amaro in bocca. Tutti cercano di prolungare la sensazione di evasione che, a volte, il viaggio ti dà.
Io quest'anno ho avuto un contraccolpo di tristezza nel cuore, con la consapevolezza, scientifica e misurabile con numeri, che tutto lo sbattimento che tipicamente si fa nella propria vita fosse assolutamente inutile.
Ma poi passa.
E quando passa, il rimbalzo in fondo, è pari a un pallone da basket lanciato da un grattacielo: velocità, linearità e potenza inusitate.
Così mi sento, finalmente, ora.
Pronto al mondo, alle sfide, alle lotte, dure e cruente, ai duelli.
Lo vedo ormai da due giorni.
Voglia di fare, di pensare, di progettare. Tutto lontano dai finti buoni propositi del rientro.
Vere e proprie rivoluzioni, personali e professionali, che sconvolgeranno il mondo nei prossimi mesi.
E chi mi sta vicino, prego, si mette un elmetto, una tuta ignifuga e stivaloni!