Libri trovati, prestati, rubati, ereditati, saccheggiati dagli indios, salvati dal naufragio (come la copia della Bibbia e i libri in portoghese che Robinson Crusoe - di cui sappiamo che visse alcuni anni in Brasile - recupera tra i resti della nave affondata e che porta con sé sull'isola deserta), libri che si allontanano e si perdono nella pianura.
W.H. Hudson, uno dei migliori scrittori in lingua inglese del XX secolo, ricordava così la sua giovinezza nella campagna argentina: "Romanzi non ne avevamo Quando ne arrivava uno a casa veniva letto e prestato al nostro vicino più prossimo, a circa due leghe da casa, e lui, a sua volta, lo prestava ad un altro ad altre sette leghe di distanza, e così via, fino a quando non scompariva nello spazio".
(Ricardo Piglia, L'ultimo lettore, Feltrinelli)