Sono consapevole che ancora devo andare in libreria e acquistarlo e portarmelo a casa e poi sceglierlo dalla pila degli ancora non letti, però questo libro mi tenta, fin dal titolo: Momenti di trascurabile felicità.
E' un titolo accattivante, di quelli che catturano l'occhio, che rimandano a concetti garbati. Per esempio all'idea di una gioia portatile, su misura, che possiamo infilare dentro le nostre giornate così come facciamo con i nostri computer sempre più miniaturizzati.
L'autore è Francesco Piccolo - un cognome che sembra fatto apposta - uno scrittore che è già uscito con titoli quali L'Italia spensierata e Allegro occidentale. Michele Serra, che ne ha parlato qualche tempo, lo etichetta come un provocatore, che può essere anche un bel titolo, inteso come onore.
Cucire assieme spensieratezza, allegria e - addirittura - felicità costituisce un'eccezione quasi scandalosa.
Così dice e non posso che dargli atto, in tempi così magri. E pensate - questo è il bello - per arrivare a questo non c'è bisogno nemmeno di tanto stucchevole buonismo.
Spero che tra l'intenzione e la lettura questa volta non ci sia di mezzo il mare della mia pigrizia.
Giusto ora mi viene in mente che anche pregustare un libro può essere una felicità trascurabile. Trascurabile e necessaria.