Quel che manca nelle Agende – green economy

Creato il 15 febbraio 2013 da Propostalavoro @propostalavoro

Lavoro, tasse, imu: queste parole sono ripetute all'infinito in questa campagna elettorale. La necessità più impellente, però, resta quella di creare nuovi posti di lavoro e garantire lo sviluppo economico.

Ma come può esserci sviluppo, se gli aspiranti governanti non tengono presenti i settori più dinamici del mondo odierno? Già abbiamo parlato del web, di cui pochi o nessuno parlano. Bene, l'altro grande assente nel dibattito pre-elettorale è, allo stesso modo, un settore in forte crescita, potenzialmente ricco di prospettive e di posti di lavoro: l'ambiente.

Non possiamo certo dire di non averne bisogno: durante l'ultima Conferenza sul Clima, tenutasi in Qatar nel dicembre 2012, infatti, è stato presentato un rapporto, in cui si stima che un piano di efficienza energetica può portare fina a 6 milioni di posti di lavoro in più, nell'arco di 10 anni.

Per l'Italia, quei posti di lavoro sarebbero una manna dal cielo, peccato che nessuno stia facendo nulla in proposito: secondo il World Economic Forum, infatti, siamo l'ultima ruota del carro, in Europa, in tema di green economy e addirittura 46esimi sui 105 paesi analizzati. Una posizione poco invidiabile, testimoniata dal fatto che, tra i nostri politici, a parte i soliti che piangono ancora per il no al nucleare, il tema dell'energia è affrontato con progetti vaghi e ipotesi a malapena abbozzate.

Per il centrosinistra, infatti, siamo alle buone intenzioni e nulla più: contrasto alle eco-mafie, investimenti per la tutela del territorio (con quali soldi?), sviluppo di un'industria verde (come?). Se è tutto qui c'è solo da dire: che desolazione.

Sulla stessa linea è Rivoluzione Civile che propone norme più stringenti per la tutela del territorio e un piano energetico per lo sviluppo delle rinnovabili. Troppo poco e troppo vago.

Il centrodestra, invece, prova ad abbozzare qualcosa in più, proponendo un piano energetico nazionale, basato proprio sulle energie rinnovabili e su investimenti per l'efficienza energetica, rafforzato da politiche di riassetto del territorio e da incentivi all'edilizia eco-compatibile. Ciliegina sulla torta, il taglio alle accise sui carburanti e un piano rifiuti obbligatorio per ogni regione. Tutto ottimo, se qualcuno potesse spiegarci dove trovare i fondi per questo ambizioso progetto, specie se a proporlo è la stessa coalizione politica che, solo un paio d'anni fa, si professava pro-nucleare, proponeva – e ripropone oggi – condoni edilizi e che ha nascosto l'immondizia di Napoli sotto il tappeto. Poco credibile.

La Lista Monti sembra voler seguire la scia del centrosinistra, fermandosi alle intenzioni, senza andare sullo specifico: certificazione energetica obbligatoria per gli edifici, leggi ambientali più rigide, introdurre norme per favorire il risparmio e l'efficienza energetica. Aggiungiamo alcune decisioni discutibili (ad esempio, costruire un rigassificatore in una zona sismica!) e avremo un quadro per niente idilliaco.

Come per il web, anche per l'ambiente il Movimento 5 Stelle cerca almeno di essere più specifico degli altri, proponendo l'estensione, a tutto il territorio nazionale, delle norme emanate dalla Provincia di Bolzano per l'efficienza energetica, seguita dall'obbligo di certificazione energetica per tutti gli immobili e dal taglio del 10% dei consumi negli edifici pubblici, nell'arco di 5 anni.

Altre proposte interessanti del movimento grillino sono: l'eliminazione degli incentivi CIP6, di cui, spesso, hanno usufruito quelle fonti assimilabili, che poco hanno a che fare con le energie rinnovabili vere e proprie; l'immancabile legislazione per la tutela del territorio e l'incentivazione allo sviluppo delle rinnovabili, dei biocombustibili e del biogas (anche in questo caso: dove trovare i soldi?). Un po' meglio degli altri.

Nonostante la crisi, quello della green economy è un settore che tira e che porterebbe ampi vantaggi a tutti (posti di lavoro, qualità dell'ambiente migliore, risparmi in bolletta per famiglie e imprese): che i partiti, impegnati in campagna elettorale, ne parlino poco o niente è grave e riduttivo. Resta solo da sperare che il vincitore, chiunque sarà, sappia sorprenderci con iniziative intelligenti e coraggiose. Conoscendo i soggetti, però, il pessimismo è d'obbligo.

Danilo


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